La professione in epoca Covid: dalla malnutrizione dei pazienti gravi alla nutrizione per eccesso causata dall’isolamento. L’intervista a Marco Tonelli, presidente della Commissione d’albo Dietisti
I nuovi scenari professionali con l’istituzione degli ordini, il codice etico in fase di realizzazione, le politiche alimentari per la salute dei cittadini: sono solo alcuni degli argomenti che saranno affrontati durante il 32º Congresso nazionale Andid, l’Associazione nazionale dietisti. «L’evento inaugurato oggi, si concluderà nella giornata di domani – dice Marco Tonelli, presidente della Commissione d’albo Dietisti -. L’evento, a causa dell’emergenza Covid, è stato organizzato in modalità digitale, con una versione abbreviata di relazioni sincrone e la realizzazione di una successiva FAD congressuale. Un’intera sessione sarà dedicata alle nuove linee guida per una sana alimentazione, con un hot topics in ambito di salute pubblica sugli zuccheri, il sale e gli alimenti processati. Si parlerà inoltre di composizione corporea, di nutrizione artificiale, della position dei dietisti sul pasto ad elevata densità nutritiva e delle sinergie oncologo-dietista in ambito clinico e di ricerca. Per rendere più facilmente fruibile l’evento – aggiunge Tonelli – sono stati previsti anche momenti interattivi di fitness sensoriale, nudging e tai ji e un virtual show coking».
A risentire dell’effetto della pandemia non solo il Congresso nazionale, ma anche l’impegno quotidiano del dietista chiamato a rispondere a nuovi bisogni di salute, non solo dei pazienti Covid, dai gravi ai paucisintomatici, ma anche di coloro che a causa del virus hanno completante modificato i propri stili di vita, quello alimentare compreso.
«La corretta alimentazione, intesa come stato nutrizionale ottimale – continua il presidente della Commissione d’albo Dietisti – rafforza la resilienza degli individui, quella capacità di fronteggiare al meglio le situazioni di difficoltà, come l’attuale diffusione del nuovo Coronavirus. Questo vale per tutti, anche per coloro che non soffrono di alcuna patologia. Per le persone malate, comprese quelle affette da Covid-19, l’intervento nutrizionale rappresenta una strategia efficace a basso rischio che riesce a migliorare lo stato di salute generale e la qualità di vita dell’individuo. È dimostrato che le persone malnutrite restano ricoverate più a lungo ed anche una volta dimesse sono esposte ad un maggiore rischio di ospedalizzazione. In particolare, i malati affetti da SARS-CoV-2, in condizioni così gravi da necessitare di terapie invasive e degenze lunghe, di solito necessitano di una successiva riabilitazione nutrizionale a domicilio».
Anche i pazienti Covid positivi non ricoverati o paucisintomatici sono più predisposti a problemi di malnutrizione. «Per questo – spiega Tonelli – è necessario che tutti siano sottoposti ad una precoce valutazione, così da prescrivere l’adeguato supporto nutrizionale, prima che si presentino delle carenze più o meno gravi. Un intervento necessario soprattutto tra quei pazienti che accusano sintomi come la perdita del gusto, dell’olfatto o l’inappetenza».
E infine ci sono coloro che pur non avendo contratto il virus possono manifestare difficoltà legate alla nutrizione. «Si tratta soprattutto di chi trascorre molto più tempo di prima a casa, diminuendo anche il livello di attività fisica. Il rischio per questi soggetti – dice lo specialista – è di malnutrizione per eccesso, un problema grave quanto la carenza di nutrizione».
Mangiare bene è dunque importante per tutti, non solo per coloro che hanno superato o stanno ancora affrontando l’infezione da Covid-19: «Un’alimentazione sana ed equilibrata – conclude Tonelli – è sempre un ottimo aiuto per rinforzare il sistema immunitario di chiunque».
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