«La Cisl Medici Lazio – dichiara Luciano Cifaldi segretario generale regionale – esprime il proprio apprezzamento al direttore scientifico dello Spallanzani, Giuseppe Ippolito, che ha chiesto ai media «di far parlare meno di Covid-19, perché continuano a parlare persone che lo fanno senza avere cervello sufficiente o perché sono prezzolati. C’è gente infatti che si […]
«La Cisl Medici Lazio – dichiara Luciano Cifaldi segretario generale regionale – esprime il proprio apprezzamento al direttore scientifico dello Spallanzani, Giuseppe Ippolito, che ha chiesto ai media «di far parlare meno di Covid-19, perché continuano a parlare persone che lo fanno senza avere cervello sufficiente o perché sono prezzolati. C’è gente infatti che si fa pagare per andare in televisione così come c’è chi si raccomanda ai giornalisti pur di andarci». Ed ha aggiunto che «continuiamo a dare tanto spazio a notizie non sempre univoche. La gente non sa cosa deve fare. Ci vuole rispetto e responsabilità».
«L’autorevolezza di Ippolito è ben nota. Rarissime le sue esternazioni, e completamente assente l’autoreferenzialità nei suoi interventi pubblici. Grazie per l’apprezzata chiarezza. Ora professore Ippolito – prosegue la Cisl in un comunicato – dia una mano ai cittadini a capire ciò che si muove sul pianeta “vaccino anti covid” perché è forte la confusione dopo averne sentite di tutto e di più sugli enormi interessi economici in ballo. Grandissima è anche la preoccupazione sulla sicurezza e sulla efficacia di un vaccino che qualcuno, tra gli abituali frequentatori di salotti televisivi, vorrebbe venisse reso obbligatorio per gli operatori sanitari e magari obbligatorio per la popolazione».
«E i ben pagati tuttologi che esondano sulle televisioni e sui giornali ritengo applicheranno il vecchio detto americano “not in my back yard” cioè “non nel mio giardino” a significare in maniera estensiva che la bomba atomica del vaccino è meglio che finisca nel muscolo deltoide o nei muscoli glutei di qualcun altro».
«E giacché ci siamo – continua – è possibile Professore che possa spendere una parte della sua autorevolezza nel convincere una parte della politica a non riproporre decreti commissariali che impongono l’obbligatorietà del vaccino ai sanitari con la minaccia della inidoneità lavorativa? Lei capirà, i Tribunali Amministrativi sono sin troppo oberati di lavoro e non è il caso di intasarli ancora con l’ennesimo ricorso vincente da parte di cittadini che ormai hanno quasi solo questo strumento giuridico per far valere le proprie ragioni» conclude la Cisl Medici Lazio.
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