Contributi e Opinioni 9 Dicembre 2020 15:33

Recovery plan, Giuliano (UGL): «Amareggiati, solo nove miliardi su 200 alla sanità. Governo prepara la strada al MES?»

«Il ministro Speranza dovrebbe riflettere sul peso avuto dal suo dicastero nella suddivisione delle risorse presenti nella bozza» spiega Gianluca Giuliano, Segretario UGL Sanità

La Ugl Sanità boccia la bozza del Recovery Plan: «Nove miliardi di euro non possono essere sufficienti in un settore fondamentale per la vita della nazione – dichiara il Segretario Nazionale Gianluca Giuliano – a fronte di oltre duecento miliardi che il Recovery Plan si prepara a distribuire. Quello che ci lascia amareggiati e perplessi è come nella bozza questo Governo miope sottolinei tutte le criticità della sanità italiana, di come si sia fatta trovare impreparata di fronte all’esplosione della pandemia. È una autentica ammissione di colpa a cui però non fanno seguito fatti concreti. Lo stesso ministro Speranza ha sottolineato come non possa bastare questo stanziamento. Dovrebbe però riflettere sul peso avuto dal suo dicastero nella suddivisione delle risorse presenti nella bozza».

«Sembra quasi che con questa mossa il Governo abbia voluto preparare la strada per accedere ai fondi del Mes – sottolinea Giuliano -. Da tempo abbiamo fatto conoscere la nostra posizione contraria per poter continuare a essere una nazione sovrana, padrona del proprio destino e, per quanto ci riguarda, della propria sanità».

Il sindacalista guarda poi al futuro: «Mentre il Governo li ignora con questo misero stanziamento, i professionisti impegnati in prima linea continuano a essere esposti a rischi altissimi. I dati, che si aggiornano giornalmente, ci dicono che gli operatori della sanità ingrossano drammaticamente le fila dei contagiati e deceduti a causa del virus. Per rilanciare il sistema servirà assumere, non con soluzioni temporanee, ma attraverso forme di contratti a tempo indeterminato che servano a gettare le basi per un drastico rinnovamento della sanità italiana giunta ormai al suo punto di non ritorno. Bisognerà investire sul personale ma anche sulle strutture, ammodernando e rendendo più efficienti quelle in uso e riaprendo anche eccellenze, pensiamo al Forlanini e al San Giacomo di Roma, che devono tornare al servizio della gente per aumentare le prestazioni nei numeri e nella qualità. Un grande sforzo andrà poi indirizzato verso la Medicina del Territorio, elemento primario per allentare la pressione dagli ospedali e garantire quel diritto alla salute che i cittadini italiani si sono visti sottrarre nel tempo».

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