Pica (AITeRP): «La salutogenesi, teoria introdotta alla fine degli anni ’70 dal sociologo statunitense Antonovsky, promuove la salute prediligendo la ricerca dei determinanti del benessere, piuttosto che dei fattori che causano una malattia o uno stato di malessere»
Il Covid-19 e le misure di contenimento del contagio, dal distanziamento sociale al confinamento a casa, hanno inciso in modo significativo sui disturbi psichici, causando un aumento del disagio psicologico e dei disturbi psichiatrici nella popolazione generale ed in quella più fragile. «Le persone con problemi di salute mentale – spiega Irene Pontarelli, consigliere AITeRP, l’Associazione nazionale dei Tecnici della Riabilitazione Psichiatrica e membro della Cda Nazionale della stessa categoria professionale – sono più vulnerabili allo stress scatenato dall’attuale pandemia: c’è chi è vittima di ricaduta e chi peggiora la sua condizione».
Ai fattori di stress comuni delle situazioni emergenziali, si aggiungono quelli specifici del Covid-19: alterazioni del ritmo sonno-veglia o dell’alimentazione, un aumento dei comportamenti ripetitivi, un’eccessiva preoccupazione o ruminazione del pensiero, un aumento dell’agitazione o dell’irritabilità, l’abuso di sostanze, una diminuzione della cura di sé, un eccessivo isolamento sociale. «Comprendere e affrontare la salute mentale e le conseguenze psicosociali sarà la chiave per ridurre il disagio nell’immediato e prevenire il rischio di ripercussioni a lungo termine sul benessere della popolazione e sulla capacità di far fronte alle avversità», continua Pontarelli.
Negli ultimi mesi, ormai, la necessità di contenere i contagi ha modificato in modo rilevante la presa in carico dei pazienti, comportando la riorganizzazione dei servizi di salute mentale. «Dall’inizio della pandemia, per garantire la continuità dei servizi assistenziali, la direzione nazionale AITeRP – racconta il tecnico della riabilitazione psichiatrica – ha istituito un gruppo di lavoro formato da colleghi esperti per la redazione di linee guida sulla tele riabilitazione, specifiche per il trattamento di pazienti dall’età evolutiva a quella adulta. Pubblicate nel mese di giugno si adattano sia alle esigenze del servizio pubblico, che del privato convenzionato. In questi mesi AITeRP ha sostenuto anche un’intensa attività formativa legata all’applicazione delle stesse linee guida».
Ma per rafforzare i Dipartimenti di Salute Mentale anche in una prospettiva a lungo termine, non è sufficiente l’utilizzo della telemedicina. «È necessario che si promuova in modo adeguato e capillare su tutto il territorio nazionale la salutogenesi, che promuove la salute prediligendo la ricerca dei determinanti del benessere, piuttosto che dei fattori che causano una malattia o uno stato di malessere, – spiega Alessia Pica, tecnico della riabilitazione psichiatrica, consigliere AITeRP -. La teoria della Salutogenesi, introdotta alla fine degli anni ’70 dal sociologo statunitense Antonovsky, è una scienza che si occupa dell’interazione tra la salute, lo stress e la capacità di risposta dell’individuo. Secondo questa teoria, il caos e lo stress sono considerati parti della vita, ovvero delle sfide da affrontare attraverso le risorse personali di ognuno. Tutto è incentrato sulle capacità della persona di comprendere gli eventi della vita, di gestirli e dargli un significato».
Pensiamo ad esempio ad una persona che debba affrontare un colloquio di lavoro: «Il tecnico della riabilitazione psichiatrica – continua Pica – impersona il datore di lavoro, così da simulare l’eventuale colloquio e concentrarsi sul superamento delle difficoltà emerse. Il tecnico della riabilitazione psichiatrica assume il ruolo del facilitatore per aiutare le persone nell’acquisizione delle life skills, le abilità della vita quotidiana. Adottando tale modello, nei servizi psichiatrici verrebbe superato l’approccio incentrato sulla patogenesi e la diagnosi psichiatrica, a favore di un’attenzione sulla promozione della salute e della ricerca dei determinanti di benessere. Esistono già diversi setting in cui vengono erogati interventi di salutogenesi, come quelli rivolti ai disturbi psichiatrici gravi. Ma in tutte le altre realtà, nonostante la sua efficacia, l’approccio di salutogenesi – conclude il tecnico della riabilitazione psichiatrica – è ancora in uno stato embrionale».
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