Lettera aperta di FVM al Premier Conte, al Ministro della Salute Speranza, al Ministro dell’Economia e delle Finanze Gualtieri e al Presidente della Conferenza delle Regioni Bonaccini
LETTERA APERTA
Al Signor Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte
Al Signor Ministro della Salute Roberto Speranza
Al Signor Ministro dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri
Al Presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini
Prot. n. 477/3.4.fvm – Roma 15 dicembre 2020
Oggetto: Anche per la sanità pubblica valga il principio: Whatever it takes!
La pandemia Covid-19 ha acuito e messo in luce gravi disuguaglianze e le sempre più vaste carenze del SSN. I sistemi sanitari delle regioni sono al collasso e rischiano di crollare sotto il peso della terza ondata.
L’ormai cronico sottofinanziamento della sanità pubblica ha aperto voragini nei Livelli Essenziali di Assistenza e ha esposto a patologie e carenza di tutele milioni di persone mentre altre quote rilevanti della società si sono rivolte al mercato privato che ha trovato conveniente sostituirsi al SSN in arretramento.
Questa politica è stata disastrosa, e la pandemia ha solo acceso i riflettori sulle macerie fumanti di un modello teorico di sanità pubblica che doveva essere rinnovato e che è da tempo privo delle risorse e delle riserve necessarie a garantire il diritto alla salute in modo equo e universale.
La pandemia Covid-19 ci ha insegnato che la presa in carico ospedaliera si è rivelata insufficiente ed ha messo in luce le debolezze e le criticità della sanità territoriale, specie dove i modelli regionali – tutti differenti tra loro – sono da sempre uniformi nel concentrare sull’ospedale ogni risposta.
I contributi europei, sia il Recovery Fund, sia anche il MES sanitario devono essere destinati al superamento della crisi della Sanità “whatever it takes!” cioè nell’entità che occorrerà, ad ogni costo! Cioè con la stessa determinata logica con cui l’UE e la BCE di Draghi hanno salvato le banche e l’economia dell’Eurozona durante la crisi finanziaria del 2012.
Una tutela della salute disuguale e insufficiente è un atto di violazione della nostra Costituzione.
Abbiamo visto aggravarsi, e lo vedremo ancora nei prossimi mesi, il divario che si sta creando tra chi può e chi non può curarsi. Questa crisi potrebbe essere l’ultimo atto di una “soluzione finale” se non si inverte la rotta che ci ha condotti alla tragedia immane di oltre 60 mila morti di Covid-19 in 10 mesi e enormi ritardi nella prevenzione, diagnostica e terapia di malattie che sono soltanto andate in secondo piano ma restano nella carne delle persone.
Occorre un’idea nuova di quale dovrà essere la sanità del futuro. Pubblica e solidaristica, omogenea e di elevata qualità, universalistica e competitiva. Occorre quindi un progetto condiviso che mitighi le discrasie tra Stato e Regioni, tra le stesse Regioni, e tra i ceti sociali del paese.
Occorrono risorse adeguate per realizzare il nuovo Ssn dell’inizio del terzo millennio. Quindi serve un finanziamento “whatever it takes” cioè sino a quando e per quanto occorrerà.
Ad ogni costo, come abbiamo già fatto per salvare l’economia dell’Euro zona.
Occorre il capitale umano per animare questa grande infrastruttura. Quindi servono nuovi manager, idonei all’innovazione e all’espansione invece dei tagliatori di teste che hanno risicato i bilanci finendo per sfibrare il sistema.
Occorre un reclutamento di energie professionali giovani. Quindi servono immediatamente borse di specializzazione in numero adeguato al bisogno delle diverse discipline e occorrono assunzioni e stabilizzazioni su rapporti di lavoro a tempo indeterminato che svuotino le sacche di precariato, compensino le carenze già gravi e consentano il turn-over dei prossimi anni dando dignità contrattuale a tutti i lavoratori che garantiscono il diritto alla salute.
Occorre una forte iniziativa per bandire tutte le forme di lavoro giuridicamente fasulle, il caporalato e ogni altra fantasiosa forma di reclutamento di personale senza diritti impiegato nella Sanità pubblica per garantire il diritto fondamentale alla salute.
Occorre potenziare il sistema dei Dipartimenti della Prevenzione Primaria e aumentare la capacità di sorveglianza epidemiologica sull’asse uomo-animali-ambiente.
Occorre riorganizzare la Rete Territoriale della Medicina Generale insieme ad un nuovo Sistema Integrato dell’emergenza urgenza, prevedendo, soprattutto, uno strategico miglioramento dell’organizzazione dei servizi sanitari del soccorso domiciliare sia nelle fasi emergenziali sia nelle fasi ordinarie.
La pandemia Covid-19 ha messo a nudo i pregi e i difetti del nostro servizio sanitario e gli interventi adottati dal Governo e dalle Regioni, per il momento, non hanno invertito la tendenza riduzionista del Ssn, tendenza fallimentare che spinge i cittadini verso le polizze sanitarie e verso la sanità privata, creando una grave frattura e una grande iniquità nella società davanti al bisogno di cure.
Per questi motivi esortiamo il Governo e le Regioni ad aprire una fase nuova per finanziare, innovare e potenziare il Servizio Sanitario Nazionale, “ad ogni costo” sia con le risorse del Recovery Fund, sia con quelle del MES sanitario, sia con la prossima legge di bilancio, anche attraverso la condivisione del progetto con le professionalità e il “capitale umano” che opera nel Ssn, altrimenti avranno la responsabilità di aver bruciato un’occasione storica, tradito un obbligo morale, e mancato ad un dovere verso gli italiani.
Si coglie l’occasione per formulare i migliori Auguri di Buone Feste e per un Sereno Anno Nuovo.
Grazie per l’attenzione e il cortese riscontro. Distinti saluti.
Il Presidente
Dott. Aldo Grasselli
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