Contributi e Opinioni 17 Dicembre 2020 09:11

Carenza operatori, UGL: «SSN non competitivo a livello europeo. Adeguare retribuzioni»

La grande fuga dalla sanità italiana. È quella che da anni spinge medici e infermieri a accettare incarichi meglio remunerati al di fuori dei confini. Ma in questo percorso da emigranti i professionisti non sono soli, visto che anche tanti pazienti hanno deciso di rivolgersi a strutture sanitarie estere. In una nota la posizione dell’UGL […]

La grande fuga dalla sanità italiana. È quella che da anni spinge medici e infermieri a accettare incarichi meglio remunerati al di fuori dei confini. Ma in questo percorso da emigranti i professionisti non sono soli, visto che anche tanti pazienti hanno deciso di rivolgersi a strutture sanitarie estere. In una nota la posizione dell’UGL Sanità.

«Sono dati sconfortanti – dice il Segretario Nazionale della Ugl Sanità Gianluca Giuliano – che dimostrano le enormi carenze del SSN, che ora la pandemia ha fatto esplodere in modo palese. Se della fuga all’estero di oltre 10mila medici e 8mila infermieri, che ogni anno decidono di abbandonare l’Italia attratti da contratti molto più ricchi e da maggiori tutele, abbiamo spesso parlato lanciando gridi d’allarme inascoltati ora vogliamo sottolineare, a ulteriore dimostrazione dello sfascio del sistema, come tanti nostri connazionali decidano di usufruire di cure in nazioni straniere. Non c’è quindi, nella ricerca di maggiore qualità delle prestazioni, solo una migrazione sanitaria dalle regioni del Sud verso quelle del Nord ma anche verso l’estero. Infatti dal 2014 al 2019, come documentato dalla Corte dei Conti, lo Stato ha speso ingenti risorse per rimborsare i costi di cure che tanti italiani hanno sostenuto fuori dai confini nazionali. Si va dai 261,5 milioni di euro del 2014 ai 215,6 dello scorso anno. Le politiche attuate da decenni che con tagli costanti e indiscriminati hanno prodotto questo risultato impoverendo il SSN in termini di forza lavoro e qualità delle cure erogate, trascinandolo verso il baratro. Per provare a convincere i professionisti a tornare in patria e i pazienti a credere nella sanità italiana servirà uno sforzo enorme. Ma la strada tracciata dal Governo purtroppo sembra andare in direzione opposta come dimostra la suddivisione dei fondi del Recovery Plan dove la sanità è in coda con i nove miliardi stanziati. Bisognerà destinare maggiori risorse, e tagliare gli sprechi. Chiediamo, per essere competitivi con le altre nazioni, che vengano adeguate le retribuzioni della sanità alla media europea, assunzioni di medici e infermieri esclusivamente con forme di contratti a tempo indeterminato, investimenti per la messa in sicurezza e l’ammodernamento delle strutture, riapertura di poli sanitari strategici, potenziamento della medicina del territorio e dell’emergenza. Sono queste le priorità di un sistema che deve essere rivisto completamente».

Articoli correlati
La Sanità è diventata un bene di lusso, cresce l’impoverimento delle famiglie
Secondo il 19° Rapporto del CREA Sanità "al Ssn servono 15 miliardi per non aumentare il distacco dal resto dell’UE, personale carente e sottopagato. Rispetto ai partner EU, il nostro Paese investe meno nella Sanità, aumenta la spesa privata ed è a rischio l’equità del sistema". Digitalizzazione necessaria per le “nuove cronicità"
Medici e cittadini contro la deriva del Ssn: manifestazioni il 15 giugno nelle piazze e sciopero in vista
Fermare la deriva verso cui sta andando il nostro Servizio sanitario nazionale, con liste di attesa lunghissime per accedere alle prestazioni, personale medico e infermieristico allo stremo, contratti non rinnovati e risorse insufficienti per far fronte all’invecchiamento progressivo della nostra popolazione e dunque della crescente richiesta di cure per malattie croniche. E’ l’appello che arriva […]
SSN, Camera approva mozioni. Quartini (M5S): «Investire almeno il 10% della spesa sanitaria in prevenzione»
Il capogruppo pentastellato in commissione Affari sociali boccia le politiche sulla sanità del governo Meloni: «Continua definanziamento, almeno 8% del PIL vada a spesa sanitaria». E contesta il numero chiuso a Medicina
Sanità, Cittadini (Aiop): «SSN pilastro fondamentale, Governo lo tuteli»
Secondo la presidente Aiop Cittadini «oltre ai problemi strutturali che affliggono il sistema da anni, la pandemia, la guerra russo-ucraina e la crisi energetica stanno mettendo in grande difficoltà il SSN e più volte abbiamo evidenziato il pericolo che si debba ricorrere al blocco delle prestazioni sanitarie a causa del caro bollette e di una crisi che investe a catena l’intero indotto del settore»
Oltre il 37% dei medici è pronto a lasciare il SSN per lavorare a gettone
Circa 4 medici su 10 sono pronti a lasciare il posto fisso in ospedale per lavorare come gettonisti. È il risultato emerso da un sondaggio flash proposto dalla Federazione CIMO-FESMED ad un campione di 1000 medici. Si rischia di dover celebrare presto il funerale del nostro Servizio sanitario nazionale
di Redazione
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Percorso Regolatorio farmaci Aifa: i pazienti devono partecipare ai processi decisionali. Presentato il progetto InPags

Attraverso il progetto InPags, coordinato da Rarelab, discussi 5 dei possibili punti da sviluppare per definire criteri e modalità. Obiettivo colmare il gap tra Italia e altri Paesi europei in ...
Advocacy e Associazioni

Disability Card: “Una nuova frontiera europea per i diritti delle persone con disabilità”. A che punto siamo

La Disability Card e l'European Parking Card sono strumenti che mirano a facilitare l'accesso ai servizi e a uniformare i diritti in tutta Europa. L'intervista all'avvocato Giovanni Paolo Sperti, seg...
Sanità

I migliori ospedali d’Italia? Sul podio Careggi, l’Aou Marche e l’Humanitas di Rozzano

A fotografare le performance di 1.363 ospedali pubblici e privati nel 2023 è il Programma nazionale sititi di Agenas. Il nuovo report mostra un aumento dei  ricoveri programmati e diu...