Salute 31 Dicembre 2020 11:19

31 dicembre 2020, un anno dai primi casi di “polmonite sconosciuta”

Il dg Oms Tedros Ghebreyesus, nel discorso di Capodanno, ripercorre questi 365 giorni di pandemia e invita alla solidarietà tra paesi come vera arma contro il virus

Un anno fa, il 31 dicembre 2019, il mondo si preparava a celebrare le festività di Capodanno mentre dalla Cina veniva segnalato il primo cluster di casi con “polmonite di causa sconosciuta“. Qualche mese dopo Sars-CoV-2 avrebbe cominciato a diffondersi in tutto il mondo. L’Organizzazione mondiale della Sanità, il 30 gennaio 2020, avrebbe pronunciato un termine con cui abbiamo poi familiarizzato: pandemia.

Da allora quasi tutti i paesi hanno seguito la Cina nella dichiarazione di un lockdown generale. Mesi in cui le vite che ognuno fino a un mese prima conduceva, sono sembrate quasi irreali. La strategia del contenimento ha permesso a sistemi sanitari impreparati a un simili carico di ricoveri e malati, di riuscire a organizzarsi ma non ha risparmiato i tanti morti. Solo in Italia quasi 35mila decessi nella prima ondata, ora oltre 70mila.

Un anno dopo sono arrivate le prime dosi di vaccino anti-Covid. Un prodotto sviluppato con una rapidità e delle tecnologie mai viste prima. In Europa, quello di Pfizer-BioNTech a base di mRna è stato approvato e le somministrazioni sono iniziate in contemporanea lo scorso 27 dicembre. Negli Usa anche il vaccino Moderna ha avuto via libera, mentre il prodotto Oxford-AstraZeneca ha ricevuto l’ok già in Regno Unito. Le persone vaccinate sono già oltre 4 milioni.

Il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha ripercorso quest’anno doloroso e straordinario passato a combattere un nemico invisibile. Parola d’ordine: insieme.

Il discorso del direttore dell’Oms

«Mentre le persone in tutto il mondo celebravano il Capodanno 12 mesi fa, è emersa una nuova minaccia globale. Da quel momento, la pandemia di Covid-19 ha causato tante perdite e portato enormi sconvolgimenti a famiglie, società ed economie in tutto il mondo».

«Ma ha anche innescato la risposta più rapida e di più ampia portata a un’emergenza sanitaria globale nella storia dell’uomo. I tratti distintivi di questa risposta sono stati un’impareggiabile mobilitazione della scienza, la costante ricerca di soluzioni e un impegno per la solidarietà globale. Atti di generosità, grandi e piccoli, hanno fornito agli ospedali gli strumenti di cui gli operatori sanitari avevano bisogno per stare al sicuro e prendersi cura dei propri pazienti. Le manifestazioni di gentilezza hanno aiutato i più vulnerabili della società in tempi difficili».

«Vaccini, terapie e strumenti diagnostici sono stati sviluppati e lanciati, a velocità record, grazie a collaborazioni tra cui Access to Covid-19 Tools Accelerator. L’equità è l’essenza di ACT Accelerator e del suo braccio vaccinale, Covax, che si è assicurato l’accesso a 2 miliardi di dosi di promettenti candidati vaccinali. I vaccini offrono una grande speranza per invertire la tendenza della pandemia. Ma per proteggere il mondo, dobbiamo garantire che tutte le persone a rischio ovunque – non solo nei paesi che possono permettersi i vaccini – siano immunizzate. Per fare questo, Covax ha bisogno urgentemente di poco più di 4 miliardi di dollari Usa per acquistare vaccini per i paesi a reddito medio-basso. Questa è la sfida che dobbiamo raccogliere nel nuovo anno».

«Fratelli e sorelle, gli eventi del 2020 hanno fornito lezioni e promemoria importanti per tutti noi da portare nel 2021. Innanzitutto, il 2020 ha dimostrato che i governi devono aumentare gli investimenti nella salute pubblica, dal finanziamento dell’accesso ai vaccini Covid per tutte le persone, al rendere i nostri sistemi più preparati per prevenire e rispondere alla prossima, inevitabile, pandemia».

«In secondo luogo, poiché ci vorrà tempo per vaccinare tutti contro Covid, dobbiamo continuare ad aderire a misure collaudate che proteggano ognuno di noi. Ciò significa mantenere le distanze fisiche, indossare mascherine per il viso, praticare l’igiene delle mani e delle vie respiratorie, evitare luoghi interni affollati e incontrare persone all’esterno. Queste misure semplici ma efficaci salveranno vite umane e ridurranno le sofferenze che così tante persone hanno dovuto affrontare nel 2020».

«Terzo, e soprattutto, dobbiamo impegnarci a lavorare insieme in solidarietà, come comunità globale, per promuovere e proteggere la salute oggi e in futuro. Abbiamo visto come le divisioni nella politica e nelle comunità alimentano il virus e fomentano la crisi. Ma la collaborazione e il partenariato salvano vite e salvaguardano le società. Nel 2020, una crisi sanitaria di proporzioni storiche ci ha mostrato quanto siamo tutti strettamente connessi. Abbiamo visto come gli atti di gentilezza e cura hanno aiutato i vicini nei momenti di grande lotta. Ma abbiamo anche assistito a come atti di malizia e disinformazione abbiano causato danni evitabili».

«Verso il 2021, abbiamo una scelta semplice, ma profonda da fare. Ignoriamo le lezioni del 2020 e permettiamo agli approcci individualistici, alle teorie del complotto e agli attacchi alla scienza di prevalere, con conseguenti sofferenze inutili per la salute delle persone e la società in generale? Oppure percorriamo insieme gli ultimi chilometri di questa crisi, aiutandoci a vicenda lungo la strada, dalla condivisione equa dei vaccini, all’offrire consigli accurati, compassione e cura a tutti coloro che ne hanno bisogno, come un’unica famiglia globale».

«La scelta è facile. C’è luce alla fine del tunnel e ci arriveremo prendendo il sentiero insieme. L’Oms è con voi: siamo una famiglia e siamo in questa situazione insieme. Auguro a voi e ai vostri cari un nuovo anno sereno, sicuro e sano».

 

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