Festeggiamenti ai tempi del lockdown, il medico di medicina di emergenza-urgenza: «Utilizzare materiale esplosivo all’interno delle abitazioni o in spazi ridotti amplifica il pericolo. A rischio arti superiori, vista e udito»
Un giovane morto cadendo in un dirupo nel tentativo di spegnere un principio di incendio nella sterpaglia provocato dall’accensione di fuochi d’artificio. Un 23enne con una mano amputata e il volto sfigurato per aver raccolto un petardo inesploso. Una ragazza di 18 anni colpita allo stomaco da un proiettile vagante. Sono solo alcune delle 205 vittime dei festeggiamenti dello scorso Capodanno. «Incidenti che pur concentrandosi al sud, accadono in ogni luogo d’Italia, colpendo soprattutto giovani e giovanissimi – dice Salvatore Manca, presidente della Simeu, la Società italiana della medicina di emergenza-urgenza -. La maggior parte degli infortuni avviene dopo la mezzanotte, ma non è inusuale anticipare i festeggiamenti e finire in pronto soccorso già molte ore prima dell’inizio del nuovo anno».
I principali traumi sono causati da petardi inesplosi raccolti per strada: «Non bisogna mai avvicinarsi a materiale che non è esploso, perché questo significa che presenta un difetto di fabbrica e che potrebbe attivarsi anche accidentalmente – sottolinea Manca -. Arti superiori, in particolar modo le mani, gli occhi e le orecchie, sono le parti del corpo più a rischio – continua il presidente Simeu -. Le braccia perché a diretto contatto con il petardo. Gli occhi, invece, possono essere danneggiati da schegge vaganti a seguito di un’esplosione. I danni all’apparato uditivo, caratterizzati da lesioni dell’orecchio esterno con rottura della membrana timpanica o danni più gravi a carico dell’orecchio medio e interno, sono causati dal potente rumore delle detonazioni. Tutti questi traumi possono essere permanenti, con amputazione dell’arto, perdita della vista o della capacità uditiva a causa di deficit neurosensoriali».
E se questo è il bilancio dei festeggiamenti all’aperto, i danni potrebbero aumentare per chi decidesse di non rinunciare a questa tradizione pur essendo costretto a rimanere in casa. «Se a causa del lockdown il materiale esplosivo dovesse essere utilizzato all’interno delle abitazioni o in spazi ridotti, come piccoli balconi, – aggiunge lo specialista – i danni potrebbero essere amplificati proprio dalle condizioni ambientali non favorevoli».
Traumi che non possono essere evitati nemmeno utilizzando botti fabbricati e venduti regolarmente: «Tutti possono essere potenzialmente pericolosi se non usati correttamente o in luoghi inadatti, non solo il materiale esplosivo smerciato abusivamente. Anche un fuoco con Certificazione Europea può restare inesploso e mettere in pericolo chiunque lo raccolga per strada. Speriamo – conclude Manca – che il divieto di uscire possa evitare questo tipo di incidenti. Almeno per quest’anno».
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