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Il dottor Cristian Pagliariccio, psicologo specializzato in formazione scolastica, ci spiega tutto sulla dislessia
Ha colpito il regista cinematografico Steven Spielberg e l’attrice Whoopi Goldberg. Il premio Nobel per la chimica 2017, Jacques Dubochet, si è definito “il primo dislessico certificato nel cantone di Vaud”, in Svizzera. Ne soffrono bambini intelligenti, capaci e creativi. Non è causata, infatti, da un deficit di intelligenza né da problemi ambientali o psicologici o da deficit sensoriali o neurologici ma può essere ereditaria. Il dottor Cristian Pagliariccio, psicologo appartenente all’Ordine del Lazio specializzato in formazione scolastica, ci spiega tutto sulla dislessia.
«La dislessia è un disturbo specifico dell’apprendimento (DSA) che riguarda la velocità e l’accuratezza della lettura – spiega l’esperto a Sanità Informazione -. Coinvolge 188mila studenti e riguarda il 40% delle diagnosi di DSA. Spesso si presenta in associazione ad altri disturbi e si accompagna a problemi nella scrittura come la disortografia, la disgrafia e il calcolo ma nella classificazione dell’OMS la dislessia viene inquadrata come un disturbo che riguarda la sfera della lettura».
«Cominciamo a riconoscerla a partire dal secondo anno di scuola primaria – sottolinea lo psicologo – e riguarda:
La diagnosi viene effettuata da un’equipe multidisciplinare pubblica – dal 4 febbraio 2020 nel Lazio anche privata – che esclude altri tipi di problematiche oltre a quelle inerenti alla lettura. «Gli specialisti – psicologo, logopedista, neuropsichiatra infantile – ad esempio, osservano con alcuni test specifici l’accuratezza della lettura del bambino e il riconoscimento del senso delle parole omofone ma non omografe e rilasciano una certificazione. Si tratta di un documento più corposo – evidenzia il dottor Pagliariccio – a partire dalla diagnosi che rileva il disturbo, mette in atto tutte le procedure previste dalla Legge n. 170/2010 per dare supporto a bambini e ragazzi e consente di preparare un piano didattico scolastico personalizzato. A scuola, infatti, va fatta una progettazione puntuale con degli interventi mirati e coerenti al disturbo per lo sviluppo e il potenziamento dell’autonomia degli studenti affetti da dislessia». Il bambino, chiaramente, non sarà penalizzato se farà errori di lettura.
«C’è una fortissima fatica nella lettura – aggiunge lo psicologo – studi recenti hanno registrato una velocità di 1,29 sillabe al secondo in quarta elementare rispetto a tre sillabe al secondo raggiunte dai coetanei già in terza elementare. Riconoscere precocemente il disturbo è importante per pianificare prontamente un intervento scolastico e, in alcuni casi, anche logopedico e psicologico».
«Leggere simultaneamente insieme al bambino è un approccio corretto – spiega lo specialista – così come aiutarlo a familiarizzare con le parole difficili o sconosciute incontrate nel testo. Suggerire ai bambini di utilizzare strumenti compensativi – aggiunge – come le sintesi vocali che sono presenti in tutti i libri scolastici. Premiare il bambino per l’impegno e mantenere un senso di fiducia nelle sue capacità è importante, così come collaborare con la scuola». E cosa non deve fare un genitore? «Sgridare o punire il bambino per gli errori che fa è sbagliato. Aumenta solo rabbia e frustrazione. Un bambino felice è disponibile all’apprendimento» conclude il dottor Pagliariccio.
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