Il presidente del CNOAS Gianmario Gazzi ammonisce la politica: «La povertà non aspetta, si trovi presto una soluzione». Poi commenta: «Importante il contributo strutturale, ad ambiti territoriali e comuni, per raggiungere il livello essenziale di un assistente sociale ogni 5mila abitanti e l’obiettivo di servizio di uno ogni 4mila abitanti»
«Una crisi di governo in questo momento rischia di rallentare tutto. La speranza è che ci sia la capacità da parte di tutti di trovare una soluzione che non ci metta in condizione di aspettare ancora. La pandemia non aspetta i tempi della politica italiana. Chi rischia di finire in mezzo a una strada non può aspettare troppo, la povertà non aspetta». Gianmario Gazzi, Presidente del CNOAS, Consiglio Nazionale Ordine Assistenti Sociali, commenta così a Sanità Informazione la crisi del governo Conte bis e i suoi riflessi sul mondo dei Servizi sociali.
La crisi, tuttavia, non scalfisce gli storici traguardi raggiunti nell’ultima Legge di Bilancio. Nella Manovra 2021 è previsto un contributo strutturale, ad ambiti territoriali e comuni, per raggiungere il livello essenziale di un assistente sociale ogni 5mila abitanti e introduce un nuovo obiettivo di servizio che porta il rapporto a 1 ogni 4mila. Inoltre 180 milioni di euro sono stati stanziati per l’avvio della stabilizzazione del personale precario assunto sinora per il contrasto alla povertà. Senza dimenticare i fondi destinati a una specifica indennità di ‘tutela della persona e promozione della salute’ che riguarda, insieme a tutti gli operatori socio-sanitari, anche gli Assistenti Sociali.
«Vedere scritto in una legge di Bilancio che il servizio sociale professionale, ovvero gli assistenti sociali, sono un Livello essenziale e che è un diritto costituzionale delle persone l’accesso alle loro prestazioni professionali è stata sicuramente una grande soddisfazione, così come il nuovo obiettivo di servizio che porta il rapporto a un Assistente Sociale ogni 4mila abitanti. È un riconoscimento fondamentale della professione, un altro pezzo di storia», spiega il Presidente CNOAS.
Conquiste che non possono essere messe in discussione dalla crisi di governo, anche se l’incertezza politica rischia di rallentare questo processo: «Le misure approvate in Legge di Bilancio presumo che possano andare avanti comunque perché di natura più amministrativa che politica – sottolinea Gazzi -. Sono state stanziate delle risorse, sono state fatte delle scelte: chiaramente potrebbero essere rallentate ma gli atti consequenziali da quanto previsto dalla Legge di Bilancio sono atti che un ministero può comunque compiere. La crisi può rallentare questo processo e questo sarebbe un danno per tutti perché gli effetti della pandemia sono sotto gli occhi di tutti e sappiamo anche che molte delle persone in difficoltà si rivolgeranno ai Servizi sociali: se noi non rinforziamo quei servizi, se non gli diamo stabilità, il rischio è che ci troveremo di fronte a ulteriori problemi».
Secondo Gazzi, nei prossimi anni, si potrebbe arrivare all’assunzione di 3-4mila assistenti sociali. Un numero sicuramente non trascurabile se pensiamo che oggi sono circa 11mila gli assistenti sociali in servizio: «Le nuove assunzioni potrebbero aggirarsi nell’ordine di qualche migliaio – spiega Gazzi -. Se ipotizziamo che venga applicato un parametro uniforme in tutti i Comuni e gli ambiti sociali, un assistente sociale ogni 4mila abitanti significa circa 15mila assistenti sociali. Oggi, in base ai dati che abbiamo noi, contiamo circa 11mila colleghi che però non sono tutti a tempo pieno, molti sono part-time».
Il presidente CNOAS spiega poi il meccanismo inserito in legge di Bilancio per incentivare da parte di regioni ed enti locali l’assunzione di nuovi assistenti sociali: «È un meccanismo premiante per chi orienta le proprie politiche sui Livelli essenziali. Lo Stato, se un comune o una regione arriva al parametro di un assistente sociale ogni 4mila abitanti, praticamente garantisce la copertura del 30% di quei costi. Inoltre, vengono anche previsti altri 215milioni ai Comuni per i servizi sociali, c’è un investimento».
Notizie positive anche per il Recovery Plan, il progetto con cui spenderemo i soldi del Next generation UE. «Nelle bozze oggi ci sono importanti risorse – spiega Gazzi -. Uno riguarda i servizi socio-assistenziali e disabilità e co-progettazione con il Terzo settore che ha un finanziamento previsto di circa 3 miliardi 850 milioni. Poi c’è il capitolo “Salute”. Nelle primissime bozze non avevo trovato questi finanziamenti, quindi c’è stato obiettivamente un miglioramento. Il Piano va guardato in forma integrata. Tra i 3,8 miliardi sui servizi territoriali e i 19 miliardi sulla sanità che prevede ad esempio il tema delle Case della Salute e l’integrazione socio-sanitaria ci sono importanti risorse. Sono sufficienti 19 miliardi per la sanità? Potrebbero non esserlo. Forse valeva la pena considerare di utilizzare una quota di fondi del MES».
Intanto il CNOAS è alle prese con le elezioni dei Consigli regionali, meccanismo non facile da approntare in piena emergenza pandemica. Il CNOAS permetterà agli Ordini regionali di utilizzare il voto elettronico, così come permesse dalla legge di riferimento. «Abbiamo approvato e inviato al Ministero della Giustizia il regolamento per il voto elettronico per le prossime scadenze elettorale dei Consigli regionali. La legge ci consente di passare al voto elettronico – conclude Gazzi -. I Consigli regionali nell’indire le elezioni territoriali potranno scegliere di utilizzare le piattaforme elettroniche. Credo sia un passaggio importantissimo che risponde al principio di partecipazione: prima, con il seggio nel capoluogo, era complicato avere una elevata partecipazione e anche il voto per posta era molto complicato. Il voto elettronico è grandissima opportunità, anche al di là della pandemia».
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