I ritardi di Pfizer nella distribuzione delle dosi del vaccino anti Covid in Italia rischia di influire negativamente sull’andamento della campagna vaccinale. «Sarebbe estremamente grave – evidenzia la Cisl Medici Lazio in un comunicato – se gli operatori sanitari che si sono sottoposti alla prima iniezione del vaccino anti COVID dovessero rimanere senza la seconda […]
I ritardi di Pfizer nella distribuzione delle dosi del vaccino anti Covid in Italia rischia di influire negativamente sull’andamento della campagna vaccinale. «Sarebbe estremamente grave – evidenzia la Cisl Medici Lazio in un comunicato – se gli operatori sanitari che si sono sottoposti alla prima iniezione del vaccino anti COVID dovessero rimanere senza la seconda dose di vaccino da somministrare a 21 giorni di distanza».
«Sarebbe grave perché non verrebbe rispettata la esatta sequenza temporale dettata dalla azienda produttrice del vaccino – spiega il sindacato – e confermata dalla comunità scientifica, e non ci sarebbe alcuna certezza sulla possibilità di mettere in sicurezza gli operatori sanitari. Sarebbe grave perché nessuno sa cosa accade a chi si è vaccinato la prima volta ed ora rischia di vedere slittare la seconda dose di vaccino. E, certo, non potremmo accontentarci delle eventuali rassicurazioni che qualche presenzialista televisivo finirà per emettere per accontentare magari chi avrebbe dovuto garantire una adeguata programmazione vaccinale».
«Sarebbe grave – prosegue la Cisl – perché aumenterebbero i numerosi dubbi sulla campagna vaccinale che non può essere fatta nelle Asl del Lazio con accelerazioni dettate dalla voglia di primeggiare nei numeri per vincere la gara a chi vaccina di più. Sarebbe grave a fronte della risonanza mediatica che si è data alla necessità di vaccinare le categorie più fragili e gli anziani ultraottantenni».
«E noi, come Cisl Medici Lazio, proprio pochi giorni fa spiegavamo che occorreva evitare quella che sembrava già una gara al primato di chi vaccina di più con queste recenti dichiarazioni: “La Cisl Medici Lazio ha pubblicamente apprezzato la campagna vaccinale anti COVID-19 portata avanti dalla Regione Lazio, per i medici e il personale sanitario, sulla base di una adesione “libera e volontaria” e quindi senza alcuna obbligatorietà. Oggi invitiamo l’Assessore alla Sanità a non attardarsi sul tema del certificato vaccinale da rilasciare a partire da febbraio, dopo la somministrazione della seconda dose, bensì a garantire la somministrazione stessa della seconda dose facendo la voce grossa a tutti i livelli istituzionali per mettere in sicurezza gli ospedali e gli operatori sanitari e di conseguenza mettere in sicurezza i pazienti e i cittadini. E invitiamo fermamente l’Assessore alla Sanità del Lazio a fare la voce grossa anche con le direzioni strategiche delle Asl e delle Aziende ospedaliere affinché accelerino con le assunzioni di personale necessarie a dare stabilità e continuità alla lotta contro le altre malattie acute e croniche trascurate a causa della pandemia”» conclude la Cisl Medici Lazio.
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