Prima vera riduzione dei casi Covid da due settimane, effetto del Decreto Natale. Ospedalizzazioni ancora sopra il livello in sette regioni. Immunizzate 9.160 persone ma 13mila aspettano la seconda dose
Una settimana all’insegna della riduzione dei casi per l’Italia, da 121.644 a 97.335. Dal 13 al 19 gennaio il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe ha rilevato un rapporto positivi/casi testati sceso al 19,8% da 29,5% della scorsa settimana. «Significativo e anomalo» lo descrivono gli esperti. Si riducono anche i ricoverati con sintomi (22.699 vs 23.712) e le terapie intensive (2.487 vs 2.636). Lieve calo dei decessi (3.338 vs 3.490).
«Dopo due settimane di lenta risalita di tutte le curve che riflettevano gli allentamenti pre-natalizi – afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – si osserva una riduzione dei nuovi casi grazie agli effetti del Decreto Natale, che nei primi giorni ha di fatto “colorato di rosso” l’intero Paese». Rispetto all’attività di testing non vengono segnalate le variazioni di tamponi e persone testate perché dal 15 gennaio il bollettino del Ministero della Salute include anche i tamponi antigenici rapidi.
Dunque, il crollo del rapporto positivi/persone testate sembra di difficile interpretazione e non confrontabile con la settimana precedente, dove il calcolo era effettuato solo sui tamponi molecolari. Grazie alla serrata di Natale si riduce l’incremento percentuale dei casi in quasi tutte le Regioni. Calano le ospedalizzazioni, anche se l’occupazione dei posti letto con pazienti Covid continua a superare in sette regioni la soglia del 40% in area medica e in 11 regioni quella del 30% delle terapie intensive.
Secondo il piano vaccinale nazionale nel 2021 dovranno arrivare 154,1 milioni di dosi: 28,3 nel primo trimestre, 57,2 nel secondo, 53,8 nel terzo e 14,8 nel quarto. Con precisione:
Al 20 gennaio erano state consegnate alle regioni 1.558.635 dosi, di cui 1.250.903 già somministrate (80,3%), con rallentamento negli ultimi giorni. Tuttavia, solo 9.160 persone hanno completato il ciclo vaccinale, mentre 13.534 persone avrebbero già dovuto ricevere la seconda dose. «Tenendo conto dei possibili ritardi di consegna, anche comunicati last minute come nel caso di Pfizer – spiega il presidente – è fondamentale che in questa fase le regioni accantonino i vaccini per la somministrazione della seconda dose. La campagna vaccinale non è una gara di velocità: l’unità di misura su cui confrontarsi, sia con gli altri Paesi, sia tra le regioni, non è infatti il numero di dosi somministrate, ma la percentuale della popolazione che ha completato il ciclo vaccinale, garanzia di efficacia del 94-95% nel prevenire Covid-19 sintomatico».
«A fronte dei ritardi di consegna dei vaccini e delle incognite legate alle varianti del virus – conclude Cartabellotta – se da un lato è urgente tarare il piano delle somministrazioni su quello delle consegne effettive per garantire nei tempi corretti la seconda dose, dall’altro è indispensabile potenziare rapidamente l’esigua attività di sequenziamento virale (0,034%), visto che la Commissione Europea raccomanda un target del 5-10% dei tamponi molecolari positivi. Bisogna prendere definitivamente atto che solo le zone rosse, come quelle imposte dal Decreto Natale, sono la vera arma per piegare la curva del contagio, destinata a risalire nelle prossime settimane per le minori restrizioni nelle Regioni arancioni e gialle, la riapertura delle scuole e il potenziale impatto delle nuove varianti».
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