Tutte le sfide della nuova presidenza americana. Ma sulla strada dei Democratici c’è la maggioranza risicata al Congresso
Sono diciassette gli ordini esecutivi che il neo presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha firmato nel primo giorno successivo al suo insediamento. Fra questi, il mandato federale che impone l’obbligo di mascherine, così tanto avversato dal suo predecessore Donald J. Trump, e il reingresso degli Stati Uniti nell’Organizzazione Mondiale della Sanità (processo che potrebbe durare oltre un anno).
Un mandato che si apre dunque nell’ottica del multilateralismo, della rinnovata fiducia nelle organizzazioni internazionali e nel consenso degli scienziati. Il primo tentativo di portare gli Stati Uniti d’America fuori dalla situazione di isolamento geopolitico e reputazionale in cui, secondo molti, si erano arenati.
È il British Medical Journal a dettagliare, in un editoriale, quali siano i piani per la sanità del neopresidente degli Stati Uniti. Fra le priorità della nuova amministrazione, «espandere l’accesso all’assicurazione sanitaria, semplificare il notoriamente complesso sistema sanitario americano, tagliare i costi delle prescrizioni, espandere l’accesso all’aborto».
Due sono le «opzioni più ambiziose» che il nuovo gabinetto presidenziale pone allo studio: «Permettere a un piano assicurativo di impronta pubblicistica di andare a competere contro gli assicuratori privati nell’ambito dello schema Affordable Care Act (anche noto come Obamacare) (…) e abbassare l’età minima richiesta per l’ingresso nel programma Medicare, lo schema assicurativo governativo pensato per pazienti con più di 65 anni».
Questa era la piattaforma programmatica del candidato democratico alla Casa Bianca, prima che l’epidemia da coronavirus complicasse le cose, e non di poco. Il nuovo governo deve ora «invertire la rotta rispetto a misure di sicurezza inadeguate e allarmi sottovalutati».
Il presidente Biden ha già espresso l’intenzione di premere sui governatori degli stati affinché rimangano fedeli all’obbligo di indossare le mascherine nei primi 100 giorni di mandato, proclamato con ordine presidenziale. Ma «il presidente ha un’autorità limitata riguardo le misure di prevenzione, la responsabilità principale ricade sugli stati. (…) Biden ha detto che incoraggerà le autorità locali e statali a far rispettare le norme statali e richiederà che vengano indossate le maschere sulle proprietà federali e sui trasporti interstatali».
Quanto al programma vaccinale, secondo il BMJ la nuova amministrazione si confronta con serie difficoltà lasciate dall’amministrazione Trump: non ci sono dati completi, non c’è struttura né personale di distribuzione e, tendenzialmente, la campagna vaccinale è gestita a livello statale. Biden ha già chiesto che sottoporrà al Congresso la richiesta di oltre 20 miliardi di dollari per accelerare il processo vaccinale.
Ed è proprio questo il punto di caduta politico della nuova amministrazione Biden: con grande fatica i democratici hanno ottenuto la maggioranza in entrambi i rami del Congresso. Avendo una maggioranza negli organi legislativi, «Biden ha una buona occasione di vedere una gran parte della sua agenda approvata. Ma le maggioranze al Senato e alla Camera sono molto strette, e alcuni democratici sono più orientati verso il lato conservatore, mentre alcune leggi per essere approvate richiedono una supermaggioranza». Joe Biden ha ora due anni, prima delle prime elezioni di metà mandato a sua disposizione, per far passare, insomma, le riforme più impopolari del suo term alla Casa Bianca.
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