In sciopero in piazza Montecitorio i sindacati della Sanità privata contro Aiop e il mancato rinnovo del contratto. Cimop e Fp Cgil Medici si scagliano contro la disuguaglianza economica e lavorativa creata dal sì di Aris e dal no di Aiop. Presente anche Fnomceo: «9mila medici a basso tasso di diritti»
La sanità privata sciopera ancora. In piazza Montecitorio a Roma i camici bianchi spiegano che la causa è ancora legata al rinnovo del contratto. Cimop e Fp Cgil Medici si scagliano contro Aiop per il mancato rinnovo che ha «spinto i medici che operano nel settore privato nel baratro della disparità, valoriale e materiale».
«Con tale condotta, Aiop pensa di negare un’evidenza oggettiva: la parificazione nelle mansioni non è controbilanciata da una pari retribuzione e un pari stato. Osservo che quelle stesse aziende che ci negano un sacrosanto diritto continuano a godere delle convenzioni, mentre al contempo squalificano professionalmente e socialmente i medici, con anche un’appendice per così dire di forma» sostiene la dottoressa Carmela De Rango, presidente Cimop, presente allo sciopero.
«Infatti vedo in questo la violazione dell’articolo 36 della Costituzione, in quanto, a parità di condizioni lavorative (quantità e qualità di lavoro), e di settore di appartenenza (sanità privata accreditata Ssn), la retribuzione dei lavoratori delle aziende sanitarie associate Aiop è inferiore del 30% rispetto a quella di cui oggi godono i medici delle aziende sanitarie associate Aris». Una disparità intollerabile ormai, per i tanti manifestanti che si dicono stanchi di sopportare questa situazione rispetto ai loro colleghi.
«In questo modo – specifica infatti De Rango – si corre il rischio di esacerbare anche una serie di discriminazioni tra ospedali, tanto da poter configurare una condizione di concorrenza sleale tra aziende ospedaliere Aiop e aziende Aris, perché entrambe percepiscono gli stessi drg e le stesse tariffe dallo Stato ma, quelle Aiop conseguono un maggiore profitto in quanto, a seguito del mancato rinnovo contrattuale, hanno minori costi del personale medico del 30% rispetto alle aziende sanitarie Aris». Cimop è «inorridita», insiste la presidente.
Un comportamento indegno anche secondo il segretario nazionale della Fp Cgil Medici Andrea Filippi. I proprietarie della cliniche, chiarisce, «dopo aver fatto profitti per anni con le convenzioni sanitarie pubbliche, si rifiutano senza alcun motivo di sottoscrivere dopo 15 anni un contratto che hanno pure contribuito a costruire».
«Indecente – conclude – che si crei una disuguaglianza retributiva e contrattuale tra i medici che avranno gli aumenti e verranno finalmente inquadrati nel ruolo di dirigenti, quelli delle strutture di Aris che invece hanno sottoscritto, e i medici di Aiop che hanno solo la sfortuna di avere datori di lavoro che pensano solo ai profitti. Intervengano le Regioni immediatamente sospendendo le convenzioni alle strutture che non valorizzano i professionisti. Ora basta con un sistema che produce profitti sulle spalle dei lavoratori a danno della salute dei cittadini», conclude Filippi.
Insieme ai manifestanti anche una delegazione della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici: il presidente, Filippo Anelli e il vicepresidente, Giovanni Leoni. I quali, non appena rientrati, hanno preso carta e penna e hanno scritto una lettera al Ministro della Salute, Roberto Speranza, per farsi promotori di un incontro.
«Novemila medici a basso tasso di diritti» li definisce Anelli, stigmatizzando la loro situazione. Medici che, »nonostante l’impegno speso durante l’epidemia da Covid-19, nonostante costituiscano un comparto importante all’interno dell’intero sistema assistenziale italiano non vedono riconosciuto lo status di attori del sistema stesso, con pari dignità e pari trattamento rispetto ai colleghi del comparto pubblico».
«Situazione grottesca – spiega Anelli – che ha come inaccettabile riflesso quello di creare differenze di trattamento tra medici contrattualmente operanti in una o altra azienda sanitaria privata laddove identico è per i professionisti medici, giova ribadirlo, il percorso formativo e la legittimazione all’esercizio medico professionale».
La manifestazione di oggi si è svolta a un anno di distanza da una analoga, che aveva già visto la partecipazione del Presidente Fnomceo. «Non è cambiato niente – constata con amarezza Anelli, prendendo la parola accanto De Rango -. È avvilente ritrovarsi qui senza aver portato a casa le giuste rivendicazioni. Un rinnovo contrattuale serve a dare dignità alla Professione. E la mia presenza qui come presidente Fnomceo serve a sottolineare come a ogni medico vada riconosciuta la dignità con la quale esercita la professione».
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