Le Regioni propongono una revisione chiara e semplificata dei parametri e chiedono il superamento del modello diviso per colori in base al rischio
Dall’incontro tra Governo e Regioni sui parametri per definire i colori delle Regioni emergono novità. I tecnici regionali e del Cts stanno lavorando a una revisione dei criteri da utilizzare.
Tra le proposte delle Regioni, quella di superare l’indice di trasmissibilità (Rt) a vantaggio degli indici di pressione ospedaliera. Dare peso, quindi, al tasso di incidenza e di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e in area medica.
Ad oggi, infatti, alcune Regioni oscillano tra zona gialla e zona arancione con una situazione ospedaliera accettabile, a causa dell’Rt. Per questo, si sta valutando il passaggio in zona ad alto rischio con un livello di occupazione in area medica e in terapia intensiva del 30% e 20% (ora al 40 e al 30).
Le Regioni hanno chiesto di sostituire il meccanismo dei quattro colori con tre livelli di rischio: basso, medio e alto. Un’idea che non ha, per ora, convinto il Cts. Rivedere totalmente tutto il sistema dei “colori” ha sollevato perplessità e non ha convinto tutti. I quattro colori sembra che resteranno, vincolati, però, all’indice di contagio: 250 casi positivi su 100 mila abitanti in zona rossa; tra 150 e 249 casi in zona arancione; tra 50 e 149 casi in zona gialla; fino a 49 casi in zona bianca. Il coprifuoco dovrebbe essere mantenuto solo in zona rossa.
Abbandonare i quattro colori non convince, in primis, il ministro Speranza. «Il modello adottato in questi mesi ha funzionato – ha dichiarato il ministro della Salute, Roberto Speranza – e ci ha consentito di affrontare la seconda e terza ondata senza un lockdown generalizzato, ma con specifiche misure territoriali».
«Ora, nella nuova fase – ha aggiunto – caratterizzata dal forte avanzamento della campagna di vaccinazione lavoriamo con ISS e Regioni per adeguare il modello immaginando una maggiore centralità di indicatori quali l’incidenza e il sovraccarico dei servizi ospedalieri».
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