Il Commissario all’emergenza ha stilato le “Linee guida per la prosecuzione della campagna vaccinale”. Anelli (FNOMCeO): «Medici pronti a contribuire di più alle vaccinazioni»
Aumentare in maniera graduale il contributo assicurato da medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, farmacisti e altri operatori del Ssn alle vaccinazioni giornaliere, mantenendo completamente operativi gli Hub vaccinali. È questo l’invito fatto a Regioni e Province autonome dal Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 Francesco Paolo Figliuolo. Invito contenuto nelle “Linee guida per la prosecuzione della campagna vaccinale”, inviate ai ministri della Salute e degli Affari Regionali, al presidente della Conferenza delle Regioni e a tutti i Governatori.
«In una fase successiva – continua Figliuolo –, in previsione di eventuali ulteriori richiami, si dovrà valutare la possibilità di ricondurre l’attività vaccinale quanto più possibile nell’alveo di tutte le strutture ordinarie del Servizio sanitario nazionale arrivando a coinvolgere la totalità dei medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, farmacisti e altri operatori del Ssn, al fine di realizzare un sistema di vaccinazioni sostenibile e stabile nel tempo».
Nelle linee guida del Commissario Figliuolo si può ancora leggere che «il graduale passaggio da vaccinazioni effettuate in maniera centralizzata presso gli hub vaccinali verso un sistema di ‘vaccinazioni delocalizzate’, molto più capillare e prossimo ai cittadini, permetterà di completare l’immunizzazione delle categorie più fragili, degli over 80, dei cittadini con comorbilità e ridotta mobilità, non ancora completamente intercettate dall’attuale modalità organizzativa e che potranno essere raggiunti a domicilio e comunque in luoghi ad esso prossimi».
«Vaccinare rapidamente il maggior numero di persone – conclude Figliuolo – è un requisito importante tenendo sempre prioritario il completamento della copertura della popolazione vulnerabile e fragile».
«I medici sono pronti a contribuire di più alla campagna vaccinale» ed è necessario «coinvolgerli in maniera più efficace ed efficiente, affiancandoli con infermieri, assistenti di studio, personale amministrativo». A parlare è Filippo Anelli, presidente della FNOMCeO (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri), che dà il suo plauso alla circolare “Linee guida sulla prosecuzione della campagna di vaccinazione nazionale”.
«Condividiamo pienamente l’approccio strategico del commissario straordinario che» valorizza «la prossimità al cittadino: in modo da raggiungere, tramite l’apporto dei medici del territorio, proprio quelle fasce più fragili della popolazione, che sono maggiormente a rischio se si ammalano di Covid, e quindi beneficiano di più del vaccino. Ma che, nel contempo, hanno maggiori difficoltà a spostarsi per raggiungere gli hub vaccinali».
«Come FNOMCeO – continua Anelli –, non possiamo che rilanciare l’invito del Generale alle Regioni a coinvolgere maggiormente, e in maniera più efficace ed efficiente, i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta, gli odontoiatri, gli altri medici del territorio, in modo da “delocalizzare” gradualmente le vaccinazioni, portandole vicino ai pazienti più fragili. E di agevolare, in un prossimo futuro, l’organizzazione della somministrazione dei richiami che, passata questa fase emergenziale, potranno e dovranno essere somministrati nelle strutture del Servizio sanitario nazionale».
Programmare sin da ora la chiusura degli hub, liberando risorse umane ed economiche. E riportare la vaccinazione sul territorio, negli studi medici adeguatamente attrezzati, restituendo il personale, specialistico e infermieristico, alla cura delle patologie ordinarie. È questa, per il Presidente della FNOMCeO Anelli, la chiave per abbattere le liste d’attesa, come prevede il DL Sostegni bis, in corso di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. E fermare così quella che definisce la «pandemia silenziosa», ovvero l’insieme di tutte le altre malattie, che non sono Covid, ma delle quali il Covid ha ritardato diagnosi e cura. Patologie cardiovascolari, tumori, diabete, malattie psichiatriche, neurodegenerative. Patologie acute e croniche, non meno gravi del Covid, con esiti spesso mortali. Che non sono individuate in fase precoce oppure sono curate male, perché tutto il personale è dirottato sull’emergenza: sulla cura del Covid, o, appunto, sulla vaccinazione negli hub.
Gli hub hanno «permesso, in questa prima fase, di procedere rapidamente con la campagna» grazie all’impegno dei medici, degli infermieri e degli altri operatori sanitari, ma «hanno sottratto e stanno sottraendo risorse sia dal punto di vista economico» (come affitto delle strutture, gestione organizzativa, retribuzione del personale), sia, soprattutto, «da quello del capitale umano». Capitale umano che viene «dirottato dai suoi compiti abituali: e così le liste d’attesa aumentano. E, alla fine della pandemia, ci troveremo a contare, accanto alle vittime del Covid, quelle della pandemia silenziosa: le vittime dei tumori non diagnosticati in tempo, degli infarti non curati, del diabete trascurato, del disagio psicologico sommerso e aggravato dall’isolamento e dalla crisi economica».
«Ora che si vede la luce in fondo al tunnel dobbiamo cambiare i nostri schemi mentali – continua il Presidente Anelli -. Possiamo abbandonare le strategie di gestione dell’emergenza, le strategie belliche, e preparare la pace, la normalità. Riportare le vaccinazioni sul territorio, negli studi medici, o anche a domicilio». «Il modello deve essere quello, che ha retto alla prova del tempo, della vaccinazione stagionale contro l’influenza. Unito però a quello dei microteam, per una più efficace ed efficiente organizzazione».
«La medicina di famiglia può fare la differenza nella vaccinazione anti-Covid». E le linee guida del generale Figliuolo «vanno nella giusta direzione. Ma serve prevedere, sulle consegne dei vaccini alle Regioni, una percentuale definita di dosi destinate obbligatoriamente ai medici di famiglia, altrimenti siamo punto e daccapo. Ci deve essere un “patto” tra il commissario e le Regioni. Perché, fino ad oggi, a parole siamo stati coinvolti ma poi nei nostri ambulatori non arrivavano i vaccini». A dirlo all’Adnkronos Salute Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale (FIMMG).
Nelle linee guida, inoltre, Figliuolo prevede per la medicina di famiglia un maggiore ruolo con un ritorno alla normale gestione delle vaccinazioni, come accade per l’antinfluenzale, nel momento in cui si dovesse prevedere una terza dose del vaccino Covid, abbandonando l’organizzazione d’emergenza. «Gli hub – sottolinea Scotti – non possono essere economicamente sostenuti a lungo. E la medicina di famiglia ha un’esperienza nella vaccinazione che ne garantisce l’efficacia. In autunno abbiamo vaccinato, da soli e senza essere vaccinati ancora contro il Covid, dieci milioni di assistiti contro l’influenza», ricorda.
«Non è possibile chiedere ai Medici di Medicina Generale di fare tutto e sostanzialmente di mettere da parte l’attività principale a supporto dei nostri pazienti», afferma il Presidente nazionale dello SNAMI (Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani) Angelo Testa, che si rivolge agli organi di governo e alle strutture di riferimento nell’emergenza Covid. «Siamo stanchi e allo stremo delle nostre forze nel fare i Medici Sisp, i Medici vaccinatori e i Medici nelle attività ordinarie e straordinarie quotidiane, è stato superato ogni limite perché alla nostra categoria vengono chiesti solo ulteriori sforzi ed incombenze. In questa fase pandemica i Medici di Medicina Generale sono sottoposti ad una pressione professionale sempre maggiore e sarebbe il collasso se si aggiungesse anche la strada che porta all’effettuazione da parte nostra delle vaccinazioni a trecentosessanta gradi».
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