Salute, benessere e prevenzione
i consigli quotidiani per vivere meglio.
Dalla pulizia delle gengive, allo spazzolino giusto, dal ciuccio che non fa male, ad una alimentazione corretta, fino al momento della prima visita dal dentista. Gli accorgimenti quotidiani per avere denti sani e belli sin dai primi anni di vita
La cura dei denti è fondamentale sin dai primi anni di vita perché buone abitudini trasmesse dai genitori ai piccoli, con una corretta igiene orale e visite dal dentista programmate in un calendario di controlli periodici, rappresentano il presupposto per avere una bocca bella e sana da grandi. Per questo il professor Stefano Scavia, esperto in implantologia, parodontologia e rigenerazione dei tessuti orali, direttore della clinica Odontoaesthetics di Milano, ha messo a punto una sorta di vademecum con cinque regole d’oro per la cura del sorriso già da piccoli con tecniche di prevenzione da potersi svolgere a casa.
Prima regola: non sottovalutare l’igiene orale già in fase neonatale. «È importante effettuare una pulizia quotidiana alle gengive da latte, prima ancora che spuntino i dentini – afferma Scavia -. Con una garza inumidita o un ditale di gomma bisogna effettuare una manovra di pulizia delle gengive dopo ogni poppata. In questo modo i piccoli prendono consapevolezza di una pratica che dovrà accompagnarli negli anni a venire per provvedere al mantenimento di un buon microbiota orale. Successivamente, quando cominceranno a spuntare i primi dentini, sarà importante un utilizzo corretto dello spazzolino». A tal proposito i consigli dell’esperto vanno verso l’impiego di uno spazzolino extra soft a testina molto piccola, abbinato ad un dentifricio fluorato che contenga almeno mille ppm di fluoro pari ad un chicco di riso (rice size). Lo stesso bambino utilizzerà lo spazzolino cercando di imitare l’adulto a partire dai 3 o 4 anni, «Secondo una tecnica di psicologia infantile chiamata modeling – aggiunge il medico – il genitore darà un esempio pratico e, in relazione ad una seconda tecnica che si chiama rinforzo positivo, il bambino sarà premiato per aver imitato positivamente l’adulto». A partire dai 5 anni le regole non cambiano, ma la dose di fluoro diventa pea size e lo spazzolamento deve essere di almeno tre minuti. «In questo caso per incentivare i bambini si possono utilizzare piccoli trucchi come una clessidra, l’ascolto della canzone preferita o uno spazzolino dei cartoni animati preferiti con timer incorporato».
La scoperta dell’efficacia terapeutica del fluoro nel cavo orale per la prevenzione della carie risale al 1938 ad opera del ricercatore americano Dean Trendley. Da allora, la ricerca scientifica sulla fluorazione sistemica, non si è mai fermata. «Ciò che pulisce i denti è lo spazzolino, ma il fluoro è un prezioso alleato – riprende Scavia -. Al riguardo col tempo le modalità di somministrazione sono cambiate e se in un primo tempo si pensava che la scelta migliore fosse quella delle pastiglie, successivamente si è spostata l’attenzione verso una fluorazione con prodotti appositi per rinforzare lo smalto dei denti da utilizzare durante lo spazzolamento».
Oggi ci sono linee guida per la prevenzione della carie attraverso la fluorazione che si articola in diverse metodologie: topica, con dentifricio fluorato, sistemica grazie ad integratori, ma solo in soggetti ad alto rischio o in caso di oggettiva difficoltà nella somministrazione topica; professionale dai 6 anni 1 volta ogni dodici mesi, abbinata all’igiene orale, attraverso mascherine contenenti gel a gusto frutta, molto gradevoli. Vi sono, poi, le vernici fluorate a concentrazione di 22600 ppm che vengono applicate dal dentista sui molari per il sigillo dei solchi.
Quando il bambino piange il ciuccio è il miglior rimedio. «Sì, ma attenzione – mette in guardia il direttore della clinica milanese -. Occorre utilizzarlo con moderazione e, soprattutto, va eliminato precocemente per scongiurare effetti dannosi. In ogni caso meglio il cuccio del dito – rimarca -: ci sono oggi in commercio ciucci studiati da un punto di vista odontoiatrico e ortodontico che non creano danni nello sviluppo dei mascellari e nel posizionamento dei denti».
Spesso il ciuccio è un alleato dei genitori perché tende a tranquillizzare il piccolo. «È fondamentale sfruttare i vantaggi riducendo gli effetti negativi – aggiunge il professore -, per cui i pedodonzisti suggeriscono di dare ciucci solo certificati e soprattutto non devono essere intinti in zucchero, miele o marmellata per tranquillizzare il piccolo perché questo gesto avrebbe due conseguenze: diventare un possibile veicolo di carie e creare dipendenza». Cercare di togliere l’abitudine del ciuccio al bambino entro i due o tre anni è fondamentale, per questo il professor Scavia suggerisce piccoli escamotage: «Quando il bambino inizia a parlare non riesce a farlo con chiarezza se ha il ciuccio, pertanto i genitori possono far leva sull’impossibilità di comprendere il piccolo per spingerlo ad abbandonare il ciuccio».
Corrette abitudini alimentari
Propedeutica per la salute e la bellezza della bocca è anche un’alimentazione corretta già dai primi anni di vita. Da evitare l’eccessivo consumo di zuccheri e carboidrati fermentabili come caramelle e dolciumi in genere. «L’assunzione continua di zuccheri attraverso bevande fuori pasto – avverte il Prof. Scavia – fa sì che i batteri che abbiamo nel cavo orale convertano gli zuccheri in acidi pronti ad aggredire e demineralizzare lo smalto dentale, causando la carie. Non solo, l’utilizzo prolungato del biberon contenente bevande zuccherate che il bambino sorseggia tutto il giorno genera, a livello del sistema centrale, un messaggio positivo, ma si tratta di un errore. Quando il bambino ha sete meglio l’acqua del tè zuccherato o ai succhi di frutta che possono generare col tempo carie nei denti».
Prevenzione, promozione e mantenimento della salute orale dei bambini è l’impegno che ogni genitore deve assumersi. Ciò può avvenire grazie al supporto del pediatra e dell’odontoiatra, in particolare dello specialista in odontoiatria infantile, il pedodonzista. «Il momento utile per la prima visita dal dentista è a 3 anni – sottolinea l’esperto -, per iniziare una terapia ortodontica invece è 6 anni, perché il massimo beneficio si ha durante l’età dello sviluppo scheletrico per influenzare il modellamento e la crescita delle ossa, cosa che non è più possibile in età adulta se non con un intervento di chirurgia maxillofacciale».
Il primo controllo serve ad intercettare possibili patologie e fornire un’adeguata istruzione ai genitori a seconda del tipo di dentizione. L’incontro con lo specialista è, per altro, un’ottima opportunità per introdurre i piccoli alla cura dei denti, permettendo di familiarizzare con l’ambiente odontoiatrico in serenità. «Il rapporto con il dentista dipende in gran parte da come noi medici abbiamo saputo accoglierli da piccoli – afferma Scavia – e dal messaggio che i genitori trasmettono ai figli. È per questo motivo che nei centri di eccellenza è presente personale specializzato in medicina e psicologia per la cura dei bambini, preparato su tutte quelle strategie che portano a conquistarsi la fiducia e a donare serenità come il tell to do, (ti faccio vedere come funziona e poi lo sperimenti), il modeling, il rinforzo positivo e soprattutto l’empatia. (Mai usare il dentista come una minaccia, quella paura resterà nel bambino per tutta la vita)».
Importante anche l’ambiente: poltrone odontoiatriche a forma di animali dove potersi sentire protagonisti e schermi con proiezioni di cartoni animati a tema si rivelano strumenti estremamente utili per un’esperienza positiva. Dai 6 anni si consigliano controlli periodici, igiene orale professionale annuale con fluorazione topica e prima visita ortodontica per intercettare e intervenire su possibili mal-occlusioni dentali.
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