Sono 26 gli atenei coinvolti nella SPES, Alta Scuola di Sanità Pubblica a vocazione internazionale. Destinata a studenti con curriculum di eccellenza e in regola con gli esami, la scuola ha due obiettivi innovare e fare rete. Si comincia a settembre con il corso sull’emergenza sanitaria
Nasce la scuola di alta formazione professionale per manager della sanità. Il progetto, coordinato dall’università Bicocca di Milano, coinvolgerà 26 atenei italiani che, mettendo insieme il proprio patrimonio di conoscenze ed esperienze, daranno vita all’Alta Scuola di Sanità Pubblica, Epidemiologia e Biostatistica. «SPES, acronimo di School of Public Health Epidemiology and Biostatistics, avrà una vocazione internazionale – spiega Giovanni Corrao, docente di Statistica Medica presso l’Università di Milano-Bicocca e presidente della neonata Alta Scuola –. Nel dare vita al progetto siamo partiti dalla consapevolezza che nessun ateneo aveva una massa critica sufficiente per affrontare adeguatamente le sfide della sanità pubblica nei prossimi anni. Inteso come tale non solo la cura delle malattie, ma il modo di organizzare la sanità».
Un obiettivo importante da raggiungere che ha richiesto l’impegno delle migliori competenze di ogni ateneo senza però sostituirsi ai corsi di eccellenza. La data fissata per definire le linee guida è il 24 giugno, facendo tesoro delle esperienze maturate negli ultimi anni: «Un primo tentativo è stato fatto tre anni fa portando all’Istituto Superiore di Sanità i migliori specializzandi a cui è stato fatto un corso di riqualificazione della durata di una settimana con l’utilizzo dei dati e una pianificazione di intervento. È stato un successo».
Destinata agli studenti con curriculum di eccellenza e in regola con gli esami, la scuola di alta specializzazione ha due obiettivi: innovare e fare rete. «Gli studenti migliori hanno modo di integrare il loro già ricco curriculum con aspetti innovativi che non sono parte integrante dei corsi usuali e soprattutto avranno modo di conoscersi e lavorare in sinergia, perché saranno i manager di domani. Ogni sede deciderà poi in autonomia il numero degli studenti che avranno accesso alla scuola di alta formazione professionale».
Su un binario parallelo si lavora anche per un dottorato nazionale sulla sanità pubblica. «Di questo ho parlato con il Ministro della Sanità e tra due settimane sarò a Roma per capire se nel Piano di resilienza ci sono fondi anche per questo – confida Corrao -. Il nostro scopo è essere funzionali».
Una volta individuati i profili di eccellenza e strutturata la scuola di alta formazione, tutto sembra essere pronto per il primo corso sulla gestione delle emergenze sanitarie che dovrebbe partire a settembre 2021. «Si tratta di un progetto che abbiamo messo a punto prima del febbraio 2020. Allora non si parlava ancora di Covid-19 e di pandemia, eppure già la nostra attenzione andava in quella direzione quando ancora non c’era il minimo sospetto di ciò che sarebbe accaduto di lì a poche settimane. Ora è tempo di riprendere quel discorso e renderlo operativo coinvolgendo anche i migliori professionisti internazionali per metterli a confronto con i nostri giovani più promettenti».
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