Il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi ha presentato un documento che raccoglie le proposte della categoria per l’attuazione della legge 176, evidenziando il numero minino di psicologi necessari in quattro principali ambiti: le cure primarie, i servizi specialistici, gli ospedali e l’organizzazione aziendale
“Se vuoi lo psicologo o lo psicoterapeuta te lo devi pagare”: con soli 5 mila psicologi assunti nel Servizio Sanitario Nazionale, le attività psicologiche e psicoterapiche sono state trattate, fino ad oggi, come un bene di lusso e non essenziale.
Ora, la pandemia ha mostrato chiaramente che ogni situazione in cui è implicata la salute ha un importante risvolto psicologico. «L’86,6% dei ricoverati nelle terapie intensive per Covid ha problemi o sequele psicologiche significative (anche di tipo cognitivo che richiedono riabilitazione neuropsicologica), così come il 56% dei ricoverati per Covid, il 34% dei positivi in quarantena e il 25,5% della popolazione in generale», spiega David Lazzari, presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, CNOP.
Dati allarmanti che hanno spinto la categoria professionale ad elaborare un Documento che evidenziasse, anche numericamente, i contesti di cura in cui è necessario inserire o incrementare la figura dello psicologo. Il lavoro è stato presentato oggi in occasione del Congresso Nazionale del CNOP “Per una Sanità delle persone: proposte per l’attuazione delle aree funzionali di psicologia di cui all’art.20-bis legge 176/2020 per l’implementazione dei Lea nel PNRR”.
«Questo evento, organizzato al ministero della Salute alla presenza di diversi rappresentanti istituzionali – dice Lazzari a Sanità Informazione -, nasce con l’obiettivo di esporre le proposte della comunità degli psicologi per l’attuazione della legge 176, frutto anche di un’evidenza emersa clamorosamente durante la pandemia, non solo di un’insufficienza numerica degli psicologi, ma anche di una cattiva organizzazione. La componente psicologica è presente nella prevenzione, nella promozione della salute, nella cura, nella riabilitazione, nell’assistenza alla cronicità, nelle attività di supporto al personale e all’organizzazione, compresi i problemi legati allo stress ed al burnout degli altri operatori sanitari».
Le aree del SSN in cui è necessario prevedere o aumentare la presenza degli psicologi sono essenzialmente 4: le cure primarie, i servizi specialistici, gli ospedali e l’ambito dell’organizzazione. «Come evidenziato nel nostro Documento, affinché possano essere erogate le attività ambulatoriali e domiciliari previste dai LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) e dal PNC (Piano Nazionale Cronicità) – sottolinea il presidente del CNOP – è necessario prevedere la presenza degli psicologi nelle Case della Comunità e nell’assistenza domiciliare».
«Sulla base della rilevazione effettuata sui carichi di lavoro sulla media dei servizi e sugli standard internazionali, per questo ambito si prevede un minimo di uno psicologo ogni 9 mila abitanti. Per quanto riguarda, invece, i servizi specialistici lo standard minimo sale ad un professionista ogni 11 mila abitanti. Negli ospedali, considerando le attività previste dai LEA, la necessità è di almeno 4 dirigenti psicologi. Infine, nell’ambito organizzativo, che comprende attività rivolte al personale (per il miglioramento della comunicazione, delle relazioni, gestione del rischio, dei conflitti, dello stress e burnout) e all’organizzazione (dalla collaborazione alla rilevazione e miglioramento dei climi organizzativi, delle attività per la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, della qualità, progettazione degli ambienti, implementazione del lavoro di gruppo, risk management) si prevede uno standard minimo di uno psicologo ogni 70 mila abitanti».
Tutti questi interventi non solo migliorerebbero la salute dei cittadini, ma costituirebbero un evidente risparmio per le casse dello stato. «Il Washington State Institute for Public Policy ha dimostrato che per ogni euro speso per interventi psicologici per depressione ed ansia si genera una riduzione dei costi tra 15 e 50 euro – aggiunge il presidente CNOP -. Prevenendo comportamenti a rischio, disturbi e malattie, effettuando abilitazione e riabilitazione in età evolutiva e adulta, rendendo più efficaci le cure e la gestione delle situazioni croniche si aiuta la psiche. E aiutare la psiche – conclude Lazzari – vuol dire aiutare la vita».
«Abbiamo vissuto mesi drammatici» ma «ci troviamo ancora in una pandemia», anche se riusciamo a guardare con «maggiore fiducia al futuro». In mesi «così complicati abbiamo però potuto contare sulla vostra professione e sulle vostre competenze. Nei momenti più delicati abbiamo attivato un numero verde per rispondere alle paure e alle ansie di tantissime persone e tanti psicologi si sono messi a disposizione dell’interesse comune». Così il Ministro della Salute, Roberto Speranza, intervenendo al Convegno nazionale del Consiglio dell’Ordine degli Psicologi. Speranza ha poi aggiunto che in questa fase dobbiamo «necessariamente tenere insieme due indirizzi fondamentali». Il primo è «quello che è stato prevalente negli ultimi mesi, ovvero la sfida della pandemia. Il quadro è di certo migliorato – ha spiegato – e grazie ai vaccini siamo in condizione di pianificare una fase di gestione diversa della circolazione del virus». Una fase che prevede anche «un percorso di riapertura» e che, con ogni probabilità, poterà «il 99% del Paese ad entrare in zona bianca». L’altro indirizzo a cui fa riferimento Speranza è quello «di lungo periodo: il Covid verrà sconfitto», in quanto «ci sono le condizioni per vincere questa sfida. Ma dobbiamo imparare da questa lezione», e dunque è necessario «programmare e progettare una nuova stagione del nostro Ssn». Trasformare «la crisi in un’opportunità di rilancio», dunque, è la vera sfida che abbiamo davanti: «Costruire la sanità del futuro, dentro cui ci sono un ruolo e una funzione dell’area psicologica che vanno assolutamente rafforzati».
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