La FNO TSRM e PSTRP è stata presente con i propri delegati, Francesco Della Gatta, Laila Perciballi, Massimo Scarpetta e Massimo Tosini, che hanno partecipato a diversi tavoli di lavoro
Vulnerabilità, disabilità, long Covid, formazione. Sono alcuni dei temi che hanno caratterizzato il “Laboratorio sanità 20/30” di Arezzo che ha visto le professioni sanitarie protagoniste nei tavoli del “Che fare” del 21 giugno e 22 giugno scorsi all’interno dello spazio di riflessione e condivisione di proposte per la rigenerazione e la riforma del Sistema sanitario nazionale, nato dall’esperienza dei Forum Risk Management.
«Abbiamo voluto cogliere in pieno la sfida lanciata dal Laboratorio sanità 20/30 per dare risposte concrete alla società, alla sanità, all’ambiente», afferma la Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione, Teresa Calandra. «Durante la pandemia – prosegue la Presidente – le nostre professioni si sono spese tantissimo e per questo ritengo che le esperienze maturate hanno contribuito fattivamente al ripensamento del sistema salute, per rispondere ai bisogni delle persone e delle comunità e concorrere ad un nuovo sviluppo economico, tecnologico e sociale». La FNO TSRM e PSTRP è stata presente con i propri delegati, Francesco Della Gatta, Laila Perciballi, Massimo Scarpetta e Massimo Tosini, che hanno partecipato a diversi tavoli di lavoro.
Nel Tavolo “Migliorare le prestazioni per le persone vulnerabili e disabili – RSA e domiciliarità delle cure” la delegazione della Federazione ha affrontato il tema delle disabilità del vivere quotidiano accentuate dalla pandemia facendo riferimento ai principi della Costituzione etica, con i quali si vuole rilanciare una cultura professionale che è prima di tutto una cultura di valori. Come osserva l’avvocato Laila Perciballi, referente per le relazioni con la cittadinanza e la promozione dei valori dell’Ordine per la FNO TSRM e PSTRP – nel documento di prossima divulgazione, che riguarderà tutti i professionisti della Federazione – alcuni di questi principi, tra i quali la “centralità della persona”, la prossimità, che si traduce in domiciliarità e territorialità, costituiscono il principale valore per dare risposte concrete ai bisogni di salute dei fragili. È stato ricordato che è urgente riformare l’assistenza sanitaria e sociosanitaria, combattere l’isolamento e la solitudine con “il coinvolgimento, la partecipazione e la comunicazione”, “prendesti cura” delle persone attraverso gli strumenti della prossimità, che si traduce in domiciliarità e territorialità, mettendo anche in campo le tecnologie della sanità digitale, quando necessario ma prediligendo, sempre, la “relazione in presenza”. «La cura delle persone affette da patologie croniche, da disabilità e più in generale la presa in carico della persona fragile ha mostrato, durante la pandemia, sia i propri punti di debolezza sia il suo valore strategico per la sostenibilità dell’intero sistema paese. Il PNRR identifica un nuovo modello di pianificazione e governance e rappresenta una straordinaria occasione per riprogettare il “sistema salute” che non può realizzarsi prescindendo dall’integrazione socio-sanitaria e dal capitale umano», ha osservato Massimo Scarpetta.
In quello “Curare le patologie ‘dimenticate’ e le long covid syndromes”, il dott. Francesco Della Gatta, componente del Comitato centrale della Federazione, ha approfondito gli aspetti positivi connessi alla sburocratizzazione e all’uso della tecnologia, necessari a semplificare i percorsi di accesso ai servizi, soprattutto per le persone vulnerabili e disabili. Durante il Laboratorio 20/30 è stato proposto «un nuovo modello, che, partendo dal principio di centralità della persona e di salute, sia in grado di restituire alla persona anziana e, in termini più generali, fragile la pienezza dei suoi diritti recuperando valori come memoria, radici, tradizioni, relazioni». Grazie alle ingenti risorse messe a disposizione dal PNRR, si potranno individuare gli strumenti di cura più opportuni, soprattutto per le persone con disabilità e della terza età. Tali strumenti, che dovranno inevitabilmente rispondere a logiche di comunità, di territorio e di salvaguardia dell’ambiente, potranno diventare efficaci solo con l’impiego di risorse umane, professionali, strumentali, tecnologiche, strutturali, territoriali, sociali ed economiche.
«Mettere in osmosi il momento ospedaliero ed extraospedaliero, integrare tutte le professioni sanitarie, ma in una logica interdisciplinare. Coinvolgere le comunità locali per mettere in link il micro e il macro sociale, partendo dalle case come luogo di cura», ha commentato Massimo Tosini.
Infine, nel Tavolo “La cultura del cambiamento: formazione per promuovere nuove competenze e lavoro in équipe”, sono state approfondite da Francesco Della Gatta le opportunità derivanti dal Next Generation EU (NGEU) che rappresentano un’imperdibile occasione di sviluppo. Le riforme e gli investimenti previsti dal PNRR consentiranno al nostro Paese di ripartire, con un percorso di crescita economica duraturo e sostenibile, soprattutto nell’ambito sanitario. Il professionista sanitario, fulcro di questo processo, promuove la qualità della programmazione e dell’organizzazione, contribuendo a rendere effettivi i principi fondamentali di universalismo, uguaglianza e solidarietà del Ssn in linea con l’art. 17 della Costituzione etica della nostra Federazione. La Federazione, tramite l’avvocato Laila Perciballi, ha comunicato un preciso messaggio: il cambiamento si realizza con il coinvolgimento di tutte le professioni sanitarie, in un unico progetto di formazione -sin dall’Università- sulla responsabilità, sulla sicurezza delle cure, sulla corretta modalità di comunicazione ed informazione, sulla qualità della relazione, sul consenso informato -ai tempi della pandemia, troppo spesso sacrificato-, sull’etica e sulla deontologia creando una vera e duratura alleanza tra i professionisti sanitari, la cittadinanza e le istituzioni. Sui tavoli del “Che fare”, la delegazione della Federazione ha più volte ribadito «la rilevanza dell’integrazione e della collaborazione leale e coordinata con i colleghi di tutte le professioni per far fronte ai bisogni di salute della persona e della comunità e dell’ambiente» e che il cambiamento della sanità e della società si realizza con il coinvolgimento di tutte le 30 professioni, di cui 19 afferenti alla Federazione, in linea con l’art. 34 della Costituzione etica.
«Due giornate di confronto nelle quali -conclude la Presidente, Teresa Calandra- partendo dalle criticità del passato ed avendo ben presenti le spinte di solidarietà e responsabilità della fase attuale, la cui massima espressione si è avuta con il piano vaccinale, abbiamo contribuito ad individuare le migliori possibili soluzioni per affrontare il processo di cambiamento in atto, anche grazie alle incredibili risorse del NGEU».