di Luigi Ciullo, presidente Adoe (Associazione degli osteopati esclusivi)
Spett.le Redazione,
come descritto dall’ interrogazione parlamentare allegata e presentata dal membro della Commissione Igiene e Sanità, la formazione della maggior parte degli osteopati italiani non corrisponderebbe agli standard previsti dalla legge. Ovvero, ci troviamo allo stato nella paradossale circostanza in cui, istituita la professione, non vi siano ancora operatori abilitati né, tanto meno, abilitabili in prospettiva per l’esercizio della medesima. Ancor peggio, come da noi già sostenuto pubblicamente, l’attuale istituzione della professione senza la definizione dei criteri di valutazione delle competenze pedagogiche e dell’esperienza clinica degli osteopati, tuttora contestabili, potrebbe alimentare ancor più l’abusivismo sanitario da parte di nuovi operatori improvvisati e sedicenti.
Non entriamo nel merito del tema delle lauree straniere e degli espedienti denunciati dall’interrogante in riferimento ai presunti corsi all’estero e alle “fughe” degli studenti, lasciando all’interpretazione delle norme nazionali ed internazionali tale valutazione.
Viceversa, nelle more delle prossime decretazioni in materia e a fondamentale tutela del diritto alla salute, sollecitiamo l’urgenza delle altre decretazioni previste o, quanto meno, l’immediato ricorso a prassi legislative consolidate che possano consentire l’identificazione di un primo contingente di osteopati con idoneità e tracciabilità di competenze, in assoluta coerenza con le finalità della stessa legge “Lorenzin” n. 3/2018.
Non è infatti casuale che la stessa parlamentare Beatrice Lorenzin, ex ministro della Salute il cui nome è riferimento per la stessa legge quadro, incentivi la rapidità della conclusione dell’iter di merito e abbia sostenuto l’istituzione di Albo speciale ad esaurimento per i primi osteopati con conformità pedagogica e di esercizio (cfr. emendamento Lorenzin all’ultimo Decreto “mille proroghe”).
Senza nulla togliere alla soddisfazione per il recepimento dell’accordo Stato-Regioni da parte del Consiglio dei Ministri, per tutte le ragioni di cui sopra la nostra Associazione non può che porre responsabilmente in evidenza la condizione di rischio attuale per la salute, suggerendo soluzioni con spirito di servizio e costante disponibilità.
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