Il Direttore Generale Iqvia: «I vaccini sono la pietra miliare della scienza. La ricerca va avanti e il medico deve essere informato ed educato a gestire un armamentario terapeutico incredibile»
I medici italiani, durante la pandemia, hanno avuto modo di conoscere ed apprezzare le opportunità offerte dalla formazione a distanza.
«La Fad ha preso slancio nell’emergenza, quando non c’era la possibilità di partecipare ai convegni e di seguire i meeting» evidenzia Sergio Liberatore, Direttore Generale Iqvia, a margine della presentazione del libro “Generazione V – Virus, Vaccini e Varianti. Viaggio nella nuova normalità” del professor Guido Rasi, già direttore esecutivo dell’EMA e oggi direttore scientifico di Consulcesi.
In questi mesi di emergenza sanitaria, sono emerse tutte le potenzialità della modalità digitale: «I medici hanno trovato enorme soddisfazione, hanno capito che possono formarsi in maniera molto più efficiente, gestendo il loro tempo, facendo i corsi nei momenti di pausa, con il massimo dell’efficienza, completezza di formazione, educazione e interattività». E da un’indagine di Iqvia, la richiesta di aggiornamento professionale medico-sanitario online non solo risulta in crescita, ma «il 60-62% dei medici intervistati, su un campione di 800, dichiara di voler proseguire con la formazione a distanza anche quando l’emergenza sarà finita» aggiunge Liberatore.
L’educazione continua in medicina è un requisito fondamentale per svolgere la professione medica e la sua importanza è resa ancora più palese dalle difficoltà riscontrate in questo anno di pandemia. L’aggiornamento professionale è indispensabile per affrontare le sfide sanitarie future e rimanere al passo con gli enormi progressi scientifici raggiunti, come la produzione dei vaccini contro il Covid-19. Una pietra miliare dell’industria, «un risultato scientifico senza precedenti – ammette Liberatore –. Per noi è stata una soddisfazione enorme vedere arrivare a compimento quest’opera grandiosa. Mai avremmo pensato – aggiunge soddisfatto – che in dieci mesi dall’inizio della pandemia avremmo avuto non solo un vaccino efficace, registrato, disponibile, ma addirittura somministrabile in tutto il mondo».
L’industria farmaceutica non arresta la sua corsa, così come la ricerca scientifica: «Ci saranno vaccini che copriranno le varianti – spiega Liberatore -, ci saranno gli anticorpi monoclonali, la possibilità di fare una profilassi immunitaria per i pazienti che non riescono ad accedere al vaccino o a cui non ha dato una risposta adeguata».
Una cosa è certa: «L’armamentario dei medici sarà enorme – prosegue Liberatore – per questo anche l’ultimo medico dell’ultimo paesino d’Italia deve essere informato ed educato a gestire un armamentario terapeutico incredibile. C’è bisogno di formazione ed educazione che sia autorevole e seria e anche comunicata bene» conclude il Direttore Generale Iqvia.
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