Tra i 900 volontari il deputato leghista Paolo Tiramani che ha presentato una interrogazione a Speranza: «Ho una capacità anticorpale alta e non posso fare un altro vaccino. Come me molti altri». Sileri a Sanità Informazione: «Inoltrata richiesta al Cts»
Hanno creduto nella scienza e, non senza rischi, si sono messi a disposizione dei ricercatori nella sperimentazione del vaccino italiano ReiThera. Ora, però, rischiano la clamorosa beffa, perché per i 900 volontari in tutta Italia che hanno creduto in questo progetto le porte del Green Pass sono chiuse. Senza contare che la sperimentazione è ferma alla fase 2 dopo che la Corte dei Conti non ha registrato il decreto della struttura commissariale per la produzione del vaccino.
«Ho fatto il vaccino, sono anche stato malissimo con importanti effetti collaterali: braccio gonfio, febbre alta, malessere per una settimana. Ora ho un numero di anticorpi molto alto. Mi sembra incredibile che a fronte di questi sacrifici non venga concesso il Green Pass», spiega a Sanità Informazione Paolo Tiramani, sindaco di Borgosesia e deputato della Lega che nei giorni scorsi ha presentato un’interrogazione al Ministro Speranza sul tema.
I volontari di ReiThera, come in un grande gioco dell’oca, tornano al punto di partenza: al momento non possono beneficiare della certificazione verde che ha assunto la valenza di EU digital Covid certificate a partire dal 1 luglio e che in Italia può essere utilizzata, tra l’altro, per partecipare a cerimonie, eventi pubblici e per accedere a residenze sanitarie assistenziali o altre strutture.
In tutto sono circa 900 i volontari (tra cui anche volti noti come lo scrittore Gianrico Carofiglio) che hanno partecipato alla fase 2 della sperimentazione: non tutti hanno gli anticorpi, perché a circa metà di loro è stato somministrato un placebo. Solo il test sierologico può aiutare a capire chi ha avuto ReiThera e chi no. «Io ho un bambino piccolo e non andrò all’estero, però ci sono molti volontari che per andare all’estero dovranno fare il tampone come se non avessero il vaccino. Dopo la mia interrogazione, sulla mia pagina Facebook mi hanno scritto diverse persone da tutta Italia che sono nella mia stessa situazione. Bisogna fare qualcosa» aggiunge il deputato leghista.
Al Ministero della Salute non sono insensibili al tema. Al lavoro c’è il Sottosegretario Pierpaolo Sileri: il problema, del resto, non riguarda solo i volontari di ReiThera ma anche chi ha avuto vaccini non riconosciuti dall’Ema, come lo Sputnik. «Per il tramite della Direzione generale della prevenzione presso il Ministero della Salute abbiamo inoltrato al Comitato Tecnico Scientifico una richiesta formale su come concedere il Green Pass ai 900 volontari sottoposti alla sperimentazione del vaccino Reithera – spiega Sileri a Sanità Informazione -. Allo stesso modo ho richiesto che venga trovata una soluzione per tutti coloro che hanno ricevuto un vaccino non ancora riconosciuto dall’Agenzia europea dei medicinali o dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Spero che la ricerca su Reithera vada avanti a tutela degli sforzi scientifici e delle risorse umane ed economiche investite».
Purtroppo, i volontari vaccinati con ReiThera non potranno nemmeno avere uno dei vaccini già approvati, almeno fintantoché avranno un alto numero di anticorpi: «Non possiamo fare il vaccino, abbiamo già maturato gli anticorpi. È una doppia beffa perché dobbiamo aspettare un certo numero di mesi, fare dei sierologici costanti e aspettare che gli anticorpi scendano a un livello tale che permetta di fare un altro vaccino. Ad oggi la mia capacità anticorpale è molto alta e quindi penso che prima di fine anno non potrò averlo», conclude Tiramani.
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