È stato inaugurato oggi il 18esimo Congresso Internazionale della Società Oftalmologica Italiana. L’innovazione per la chirurgia della cataratta, la terapia intravitreale per il trattamento delle maculopatie e la miopia tra i giovanissimi sono tra i principali argomenti discussi. Il Congresso si concluderà domenica 11 luglio
«Nei prossimi 10 anni il numero delle persone cieche in Italia è destinato a raddoppiare». A lanciare l’allarme all’inaugurazione del 18esimo Congresso Internazionale SOI (Società Oftalmologica Italiana) è il presidente Matteo Piovella. «Questo evento, il primo in presenza dall’esplosione dell’emergenza Covid, è focalizzato sulla ripartenza. Sono due i principali impegni che abbiano nei confronti di centinaia di migliaia di pazienti: la chirurgia della cataratta e la terapia intravitreale per il trattamento delle maculopatie». Tematiche di cui discuteranno da oggi, 8 luglio, fino a domenica 11 luglio, oltre 2.500 professionisti in presenza in collegamento diretto con un numero altrettanto cospicuo di specialisti del settore.
Le liste di attesa
«Purtroppo l’oculistica è considerata una specialità di tipo elettivo, tanto che, durante la fase più critica della pandemia, le prestazioni hanno subito una vera e propria battuta di arresto». Uno stop che ha creato liste d’attesa incredibili: «Sono circa 400mila le cataratte non eseguite nel 2020, con un’attesa che, attualmente, arriva fino a 3 anni – spiega il presidente SOI -. La chirurgia della cataratta, oggi, grazie all’impiego delle nuove tecnologie, può essere personalizzata ed adeguata ad ogni singolo paziente, garantendo risultati eccellenti». Anche per il trattamento delle maculopatie l’attesa rappresenta un’enorme criticità da risolvere: «Nel 2020, il 90% del milione di persone affette da questa patologia non sono state trattate», aggiunge Piovella.
Il Congresso sarà un’occasione importante di confronto non solo tra i rappresentati del mondo scientifico, ma anche con le Istituzioni: «La prima giornata di lavori – dice il presidente Piovella – si concluderà con una tavola rotonda che vedrà protagonisti il Sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, il Ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, il Direttore della Prevenzione presso il Ministero della Salute, Giovanni Rezza, e il Direttore della Programmazione Sanitaria presso il Ministero della Salute, Andrea Urbani».
Le liste di attesa da snellire non rappresentano l’unico nodo da sciogliere: «Siamo una specialità in continua evoluzione che ha difficoltà a trasferire nella pratica clinica queste cure innovative che salvano la vista ai pazienti – racconta Piovella -. Disponiamo di tecnologie avanzatissime, in continua evoluzione, che garantiscono risultati eccezionali. Purtroppo, però, l’accesso è ancora troppo limitato: dei 650mila interventi stimati nel 2019 solo nell’1% dei casi sono stati utilizzati questi metodi all’avanguardia. A nostro avviso, però, che le persone affette da maculopatia non abbiano accesso alle migliori cure è dovuto solo ad una serie di ragioni che consideriamo burocratiche e quindi risolvibili».
Donne e uomini sempre più longevi hanno il diritto di poter accedere ai migliori trattamenti e il dovere di prendersi cura della propria vista, per evitare di trascorre gli ultimi anni della propria vita in una condizione di cecità parziale o assoluta. «Gli occhi cominciano ad invecchiare a quarant’anni e se, in media, le persone hanno davanti a se altrettanti anni da vivere, allora – sottolinea Piovella – dovranno necessariamente occuparsi della salute della vista. L’occhio ha un meccanismo, forse, più sofisticato del nostro cervello e sicuramente più elaborato del cuore».
Gli specialisti riuniti in occasione del Congresso si occuperanno anche delle problematiche che colpiscono i più giovani. «Tra i ragazzi dagli 8 ai 13 anni è importante non sottovalutare la miopia che nei paesi asiatici è arrivata a colpire il cento per cento dei giovani – dice il presidente SOI -. La preoccupazione è quella di evitare che la miopia elevata a 50-60 anni faccia perdere la vista. Abbiamo quindi messo a punto linee guida per tutelare i nostri pazienti fin da bambini».
La vista, dunque, è un bene prezioso da difendere a tutte le età: «E, purtroppo – conclude Piovella, ci rendiamo conto del suo vero valore solo quando la stiamo per perdere».
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