«La Camera dei deputati in sede di conversione del decreto “Sostegni bis” ha approvato l’emendamento, a mia prima firma, che riconosce finalmente il giusto inquadramento normativo agli assistenti sociali, sociologi ed operatori sociosanitari dipendenti del SSN istituendo, così, il ruolo sociosanitario ed affrancandoli dalla vetusta e inidonea collocazione nel ruolo tecnico, in cui erano confinati […]
«La Camera dei deputati in sede di conversione del decreto “Sostegni bis” ha approvato l’emendamento, a mia prima firma, che riconosce finalmente il giusto inquadramento normativo agli assistenti sociali, sociologi ed operatori sociosanitari dipendenti del SSN istituendo, così, il ruolo sociosanitario ed affrancandoli dalla vetusta e inidonea collocazione nel ruolo tecnico, in cui erano confinati dal lontano 1979». Lo dichiara Elena Carnevali, capogruppo PD in Commissione Affari Sociali della Camera dei deputati.
«Si tratta, infatti, di professionisti ed operatori indispensabili per attuare l’integrazione sociosanitaria conditio sine qua non per realizzare concretamente così anche in Italia il concetto di salute, come definito dall’OMS e che è l’architrave della riforma sanitaria, professionisti ed operatori che la legge 3/18 li aveva già collocati nell’area delle professioni sociosanitarie già prevista dal dlgs 502/92 ma sinora mai messa in essere».
«Caduto l’ultimo ostacolo normativo – conclude Carnevali – l’istituzione del ruolo sociosanitario, in aggiunta ai precedenti ruoli sanitario, tecnico, professionale, amministrativo e della ricerca dello stato giuridico del personale del SSN, può consentire alla prossima apertura del tavolo negoziale per il rinnovo del contratto nazionale del comparto sanità di utilizzare tutto il potenziale innovativo di questo nuovo riconosciuto inquadramento sociosanitario per valorizzare adeguatamente le competenze di questi professionisti ed operatori finalizzate alla più efficace ed efficienti erogazioni di prestazioni per attuare il diritto alla salute nei distretti, negli ospedali sino al domicilio della persona. È evidente che questa norma di giusto riconoscimento giuridico seppur riferita ai dipendenti della sanità pubblica non potrà che avere effetti e ricadute positivi nella sanità privata, nel terzo settore e in tutti i comparti pubblici e privati ove assistenti sociali, sociologi ed operatori sociosanitari operano».