È l’individualista più vincente della storia della ginnastica ritmica italiana e ha un salto che porta il suo nome. Alexandra Agiurgiuculese, 20 anni, dopo essere rimasta lontana dalla pedana per due mesi a causa del Covid è tornata grande per non mancare l’appuntamento olimpico
È la ginnasta individualista più vincente della ritmica italiana, ha un salto che porta il suo nome e tra qualche giorno difenderà i colori azzurri alle olimpiadi di Tokyo. Alexandra Agiurgiuculese, 20 anni, rumena di nascita ma italiana di “adozione” (la famiglia da anni vive in Italia), prima di conquistare il pass per la finale olimpica ha combattuto e vinto una dura battaglia contro il Covid.
«Tutto è iniziato a fine gennaio – racconta Alexandra al termine di uno degli ultimi allenamenti al centro tecnico di Desio, prima di volare in Oriente -. Ho avuto febbre alta per molti giorni e poi mal di testa terribile e stanchezza che dopo un mese e mezzo non passava e sembrava peggiorare. Non riuscivo a riprendermi». Un lungo sospiro e la mente di Alexandra ritorna a quei giorni chiusa in casa con la paura di non fare in tempo a ritrovare la forma fisica per affrontare un’olimpiade.
I sintomi post Covid si presentano non appena Alexandra, con il tampone negativo, fa ritorno in palestra. «Per riprendere gli allenamenti mi hanno sottoposto a tutti gli esami e fortunatamente, fiato corto e stanchezza a parte, il Covid non ha lasciato segni sul mio fisico. Questo mi ha permesso di tornare agli abituali standard di allenamento che, in vista di un appuntamento così importante, sono di sei o otto ore al giorno».
Giornate intense che Alexandra affronta con un unico obiettivo: arrivare pronta all’appuntamento olimpico. «Dopo un così lungo stop, ho dovuto ritrovare la forma fisica con una dieta equilibrata, a base di frutta, verdura e proteine. I carboidrati non mancano, ma li assumo con moderazione. Ma soprattutto è stato difficile, dopo un anno di inattività agonistica, ritrovare la concentrazione della gara», spiega la giovane ginnasta che alla grazia e all’eleganza unisce un carattere d’acciaio, frutto di anni di sacrifici lontano dalla famiglia per inseguire il sogno di diventare una stella della ritmica.
«A questo ha pensato la mia allenatrice Spela Braga che, ogni giorno, durante l’allenamento, ha ricreato lo stress da gara con un gioco – dice sorridendo -. A lei piace tenere alto il livello di adrenalina e così mi mette alla prova facendomi fare tre esecuzioni perfette per ogni esercizio e ogni volta alza la posta in palio. Se la terza prova non è pari o superiore alla precedente devo ripetere tutto dall’inizio. In questo modo tengo allenato il fisico e soprattutto la mente, non posso avere cali di concentrazione, pena rimanere ore e ore in palestra a ritentare lo stesso esercizio».
Una tecnica di allenamento che negli anni ha reso Alexandra una garista, capace di affrontare ogni appuntamento agonistico con la giusta concentrazione. «Ho sempre cercato di dare il massimo per testare fin dove potevo arrivare. Prima della gara sono sola con la mia allenatrice, che dall’età di dieci anni per me è anche amica, psicologa e un po’ mamma. Mi concentro, riesco a stemperare l’ansia e penso alla fatica fatta e ai sacrifici che comporta questo sport. Così mi carico e vado decisa in pedana».
Alexandra intanto ha sconfitto il Covid ed è tornata tra le big della ritmica là dove da bambina sognava di arrivare. A Tokyo punta a fare una bella gara. «Le avversarie sono fortissime, la competizione molto difficile, ma io non mi pongo limiti. Una medaglia? Chissà…».
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