«Lo sviluppo della digitalizzazione costituisce la sfida per il rinnovamento e il miglioramento della sanità. La telemedicina è uno degli assi portanti di questo processo». L’intervista a Sanità Informazione
Giovanni Migliore, direttore generale dell’AOU Policlinico di Bari Giovanni XXIII, è il nuovo Presidente della Federazione Italiana delle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere (Fiaso). Succede a Francesco Ripa di Meana che ha indirizzato la Federazione dal 2006 al 2009 e di nuovo dal giugno 2014 fino alla nuova nomina.
Migliore è stato vicepresidente della Fiaso dal giugno 2015 e membro del consiglio direttivo dell’Associazione Ospedali Pediatrici Italiani. Autore di pubblicazioni scientifiche nazionali ed internazionali, ha una pluriennale esperienza gestionale di grandi aziende sanitarie pubbliche. Eletto dall’Assemblea dei soci riunita a Roma, a Palazzo Merulana con un’ampia partecipazione da tutte le regioni italiane, esprime a Sanità Informazione la sua soddisfazione.
«Sono orgoglioso della fiducia che mi è stata accordata e sento tutta la responsabilità del ruolo che mi accingo a ricoprire – dichiara -. Fiaso in questi anni è cresciuta moltissimo riuscendo ad aggregare la quasi totalità delle aziende sanitarie e ospedaliere italiane. Ne è prova l’assemblea dei soci che ha mi ha indicato come nuovo presidente: c’è stata una grande partecipazione da tutte le regioni italiane, dalla Sicilia al Trentino-Alto Adige, dalla Puglia alla Lombardia. Proprio l’ampio coinvolgimento territoriale è il valore su cui si fonderà l’azione dei prossimi tre anni di mandato alla presidenza. E sarà al tempo stesso il valore aggiunto nella sfida del Piano nazionale di ripresa e resilienza che abbiamo davanti» aggiunge il presidente.
Fiaso rappresenta e tutela le aziende sanitarie pubbliche e contribuisce alla governance del Ssn confrontandosi con i principali stakeholder nelle sedi istituzionali nell’ambito delle politiche sanitarie pubbliche. Migliore indica la strada da seguire per potenziare il Ssn: «Le pianificazioni regionali sulla base dell’analisi delle esigenze e le declinazioni territoriali che ne faranno le singole aziende sanitarie e ospedaliere saranno fondamentali per indirizzare le ingenti risorse derivanti dal Pnrr in maniera da consentire un effettivo potenziamento e un miglior funzionamento del Servizio sanitario nazionale in termini di innovazione, ricerca, infrastrutture ed edilizia ospedaliera» precisa.
Secondo il presidente Fiaso «qualsiasi progetto per la sanità del futuro non può che passare attraverso l’investimento in risorse umane. La pandemia ha dimostrato che il servizio sanitario nazionale è un valore irrinunciabile e le aziende sanitarie pubbliche hanno fornito una risposta efficace contro il Covid e hanno dato prova di resilienza. Ma questo è avvenuto non solo grazie all’impegno e alle capacità dei manager che hanno gestito la riorganizzazione degli ospedali e che hanno portato avanti la campagna vaccinale. A essere in prima linea con dedizione e sacrificio sono stati i tanti operatori sanitari chiamati a rafforzare i reparti ospedalieri – evidenzia – i dipartimenti prevenzione, gli hub vaccinali, i laboratori. Tra loro ci sono tantissimi professionisti giovani e neoassunti: si è trattato di una iniezione di energia che sollecita ancora di più il sistema a puntare sul capitale umano e sulla formazione».
In questa direzione va anche il decreto dei ministri della Salute, dell’Università e della Ricerca e dell’Economia e delle Finanze con cui sono state incrementate le borse di studio di specializzazione di Medicina. «Un’iniziativa che abbiamo molto apprezzato – sottolinea Migliore – e che risponde ai fabbisogni segnalati dai territori, ponendo le fondamenta per il Servizio Sanitario Nazionale del futuro».
Investire sulle risorse umane e sui giovani professionisti «servirà a dare una spinta decisiva verso la digitalizzazione che rappresenta uno degli asset strategici attorno a cui ruota il Piano nazionale di ripresa e di resilienza. Lo sviluppo della digitalizzazione – prosegue il presidente – intesa non come una semplice informatizzazione dei processi ma come un ripensamento complessivo dei servizi sanitari, costituisce la sfida per il rinnovamento e il miglioramento della sanità: l’uso della telemedicina, ad esempio, che ha ricevuto nell’ultimo anno e mezzo un impulso inaspettato per il Covid, è uno degli assi portanti di questo processo».
Infine, il neopresidente si sofferma sulla necessità di efficientamento e ammodernamento di vecchie strutture per investire a pieno nella sanità territoriale. «Il Piano nazionale di ripresa e di resilienza ci offrirà l’opportunità di mettere mano a strutture sanitarie vetuste che, con i gravi limiti logistici, penalizzano i servizi erogati e di investire sulla medicina del territorio attraverso il potenziamento delle cure domiciliari in maniera tale da dirottare l’assistenza ospedaliera verso i pazienti che ne hanno più bisogno» conclude.
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