Rossi e Silveri (AITeRP): «Formazione e ricerca il fulcro del documento. La guida è in linea con la mission della nostra associazione e con gli obiettivi del PNRR»
Investire nella formazione per migliorare la rete di assistenza territoriale della salute mentale ed eliminare le disuguaglianze tra i servizi offerti nelle varie Regioni d’Italia. È questo il monito dai rappresentanti dell’AITeRP, l’Associazione italiana dei tecnici della riabilitazione psichiatrica, a poche settimane dalla pubblicazione della “Guida dell’OMS sui servizi di salute mentale territoriali”.
Il documento si inserisce all’interno del Programma Quality Rights e nel contesto storico post pandemico di rilancio globale che, In Italia, trova la sua programmazione attraverso il PNRR.
«Grazie a questa pubblicazione – spiega Luca Rossi, Tesoriere nazionale AITeRP – l’Oms intende fornire informazioni e linee guida a tutti coloro che desiderano sviluppare o trasformare il proprio sistema di salute mentale in servizi territoriali». Il documento è unico nel suo genere: «Per la prima volta si ritrova una mappatura delle buone pratiche presenti nei servizi di tutto il mondo, ossia tutti quelli che si caratterizzano per un approccio innovativo, integrato nella comunità, rispettoso dei diritti umani e promuovente azioni di cittadinanza attiva, con una sezione dedicata interamente alle azioni concrete da intraprendere per realizzare servizi territoriali basati sui diritti», aggiunge il tesoriere.
Formazione e ricerca rappresentano il fulcro delle raccomandazioni dell’Oms. «Lo scopo è di permettere quindi una maggiore specializzazione dei futuri professionisti su alcune tematiche di particolare rilevanza come, ad esempio, l’approccio basato sull’empowerment e sulla recovery», aggiunge Laura Silveri, consigliere AITeRP.
«Le raccomandazioni dell’OMS sono in linea con gli obiettivi compresi nella mission di AITeRP, che attende da parte del ministero della salute il riconoscimento in Associazione Tecnico Scientifica. AITeRP intende contribuire ad implementare la formazione e la ricerca in salute mentale sulla riabilitazione psichiatrica e psicosociale – dice Silveri – sostenendo il paradigma dell’appropriatezza degli interventi, in merito alle pratiche e agli approcci basati, oltre che sui diritti, sulle buone pratiche e sulle evidenze scientifiche».
Per migliorare i servizi dedicati alla Salute Mentale è fondamentale anche intervenire sul territorio, considerato dal punto di vista sociale. «Molti disturbi mentali sappiamo essere plasmati in larga misura dal contesto sociale, economico, e fisico in cui le persone vivono. Le disuguaglianze sociali sono associate ad un aumento del rischio per molti disturbi mentali. Agire per migliorare le condizioni di vita quotidiana da prima della nascita, durante la prima infanzia, in età scolare, durante la creazione del nucleo familiare, nel corso dell’età lavorativa e durante la vecchiaia – sottolinea Rossi – permette sia di migliorare le condizioni di salute mentale nella popolazione, che di ridurre il rischio per quei disturbi mentali associati alle disuguaglianze sociali».
Ancora una volta gli obiettivi dell’OMS si sovrappongono a quelli del PNRR, stavolta in merito alla necessità di porre maggiore attenzione alla protezione e all’inclusione sociale, fondamentale per aiutare a superare le disuguaglianze. «Questo significa, a livello mondiale, ripensare politiche, leggi, servizi e pratiche nei diversi settori della società che hanno un’influenza negativa sulle persone, specie quelle fragili con disagio mentale e disabilità psicosociale, ripensare quindi all’organizzazione dei servizi di salute mentale anche nel nostro Paese per garantire cure efficaci ed appropriate e in luoghi di cura appropriati», commenta Silveri.
Non è un caso, dunque, che tra i prossimi obiettivi di AITeRP ci sia la promozione di una rete formativa trasversale «necessaria a promuovere progetti formativi per operatori di diversa estrazione sanitaria e sociale che, in diverso modo – concludono i membri AITeRP -, sono coinvolti in seno alla comunità, proprio per fornire strumenti e competenze per affrontare la sfida del lavoro complesso territoriale».
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