Disponibile in compresse e in liofilizzato orale, consente un rapido sollievo dai sintomi dolorosi e da quelli associati
Colpisce circa il 14% della popolazione mondiale, ma nel nostro paese, secondo alcune stime epidemiologiche, ne soffre in media il 24% della popolazione generale, con punte del 32% tra le donne [1]. Sono queste le allarmanti cifre dell’emicrania, una condizione che gli specialisti concordano nel considerare non più un sintomo ma una malattia neurologica a sé stante: secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS), rappresenta la terza patologia più frequente al mondo e la seconda più disabilitante [1]. Nonostante ciò, rimane ancora una patologia sottodiagnosticata e sotto-trattata [1].
La letteratura sull’argomento non manca di sottolineare l’enorme impatto dell’emicrania, in termini sia sanitari sia sociali. In primo luogo, si associa a un notevole grado di disabilità, del 34% più grave nel sesso femminile rispetto a quello maschile, secondo uno studio che ha utilizzato la scala MIDAS [1]. Inoltre, l’emicrania si accompagna di frequente ad altre patologie, quali epilessia, sindrome dolorose croniche, allergie asma e patologie circolatorie [1]. Ciò, ancora una volta, avviene più frequentemente nelle donne in età fertile, con gravi ripercussioni sulla produttività lavorativa o di studio [1]. Dati riferiti a uno studio internazionale del 2018 condotto in 31 paesi tra cui l’Italia, mostrano che il 60% circa degli intervistati si è assentato per quasi una settimana lavorativa (4,6 giorni) nel mese precedente [1].
Non bisogna trascurare infine l’impatto dell’emicrania sugli aspetti emozionali, cognitivi e comportamentali, con grave ripercussioni sulla vita affettiva e sociale, non solo perché le crisi cefalgiche sono di grave ostacolo alle relazioni interpersonali, ma anche perché le persone con questa condizione vivono costantemente nell’attesa angosciante di una nuova crisi [1]. Particolarmente sentito è anche il problema dello stigma sociale e della banalizzazione della sintomatologia, che spesso viene considerata assimilabile a un comune mal di testa [1]. La sfera psichica ne risulta fortemente investita: gli studi sottolineano anche un’associazione dell’emicrania con ansia e depressione [2], una comorbilità che contribuisce a peggiorare ulteriormente la qualità della vita [1].
Per ridurre l’impatto del dolore e migliorare la qualità di vita, i soggetti che soffrono di emicrania possono avvalersi di un trattamento sintomatico, al bisogno, così come di un trattamento preventivo. [3]. Per il trattamento del dolore episodico, sono disponibili farmaci aspecifici (FANS, paracetamolo o una loro combinazione), e farmaci specifici come i triptani, che agiscono sul dolore trigemino-vascolare [3].
In questa classe di farmaci si distingue il rizatriptan, in compresse da 5 o 10 mg o in liofilizzato orale, indicato per il trattamento acuto della fase cefalalgica degli attacchi emicranici con o senzaa ura negli adulti [4]. L’efficacia di rizatriptan nel trattamento acuto degli attacchi di emicrania è stata dimostrata in quattro studi multicentrici, controllati con placebo, che hanno incluso più di 2.000 pazienti che hanno ricevuto dosi del farmaco di 5 o 10 mg fino a un anno [4]. Dai trial è emerso che il sollievo dalla cefalea si verificava già 30 minuti dopo la dose; le percentuali di risposta due ore dopo il trattamento erano del 67-77% con le compresse da 10 mg e 60-63% con le compresse da 5 mg, rispetto a percentuali del 23-40% de braccio trattato con placebo [4].
Bibliografia
1. Emicrania: una malattia di genere. Impatto socio-economico in Italia. A cura dell’Istituto superiore di Sanità – Centro
di riferimento per la malattia di genere 2018
2. Lampl C. Headache, depression and anxiety: associations in the Eurolight project. J Headache Pain 2016; 17: 59
3. trattamento e profilassi dell’emicrania – Vademecum per il medico di Medicina generale. Allegato A al Decreto n. 56
del 18 giugno 2020
4. RCP Maxalt