Salute 2 Agosto 2021 12:36

Con il Bullone e Cicatrici i B. Liver combattono la malattia e diventano grandi

Sono giovani tra i 14 e i 35 anni costretti a lottare contro il cancro, l’Hiv, l’anoressia. Hanno deciso di farlo con la Fondazione B.Live Onlus e alcuni volontari. Ne è nato un giornale e una mostra d’arte per raccontare storie di chi nella vita ha lasciato un segno e chi non ha paura di far conoscere le proprie fragilità

di Federica Bosco

Essere, credere, vivere è il motto dei giovani di B. Live Onlus, la fondazione nata nel 2012 per coinvolgere ragazzi, malati terminali, o con patologie gravi del corpo e dell’anima. Sono circa un centinaio, chi in cura al Niguarda, chi al Policlinico, allo Ieo, all’Humanitas o al San Raffaele per vincere il cancro, per convivere con l’Hiv, inseparabile compagna di viaggio dalla nascita, o ancora per guarire dall’anoressia, quel male dell’anima che corrode il fisico fino a spegnerlo. Tra loro ci sono anche giovani con la fibrosi cistica o con altre malattie rare.

Un popolo, dunque, di ragazzi e giovani adulti, tra i 14 e i 35 anni, costretti a lottare in mille modi: nelle corsie degli ospedali, nella quotidianità, a casa e a scuola, con l’obiettivo di vincere la partita della vita, ma anche di trovare una ragione per farlo senza pietismo o retorica: «Essere adolescenti è un periodo complicato per tutti, perché c’è la necessità di affermare la propria identità nel mondo, se a questo si aggiunge una malattia, si innesca la paura di non essere accettati che allontana dai coetanei e diventa difficile da gestire – spiega Sofia Segre, colonna portante del progetto, che affianca il fondatore, l’imprenditore sociale, Bill Niada, dal 2012 -.  La nostra peculiarità è lavorare con aziende e professionisti di vari settori per far sì che i ragazzi possano sentirsi parte di qualcosa di importante e dimenticare la malattia».

Il Bullone unisce e racconta

Ricostruire il futuro attraverso l’unione, il lavoro e la determinazione è lo scopo, il mezzo o meglio la voce dei B. Liver è il Bullone, un mensile ideato e realizzato dai ragazzi sotto la supervisione del direttore, Giancarlo Perego, firma del Corriere della Sera che nel 2015 li ha incontrati e non li ha più lasciati. «Un giorno sono venuti a farci visita in redazione – ricorda il direttore – e con il loro entusiasmo hanno conquistato tutti. È nata così l’idea di realizzare quattro pagine di racconti e di interviste a chi nella vita ha lasciato un segno. Il nostro giornale racconta storie di persone che si sono messe in gioco e che hanno fatto la differenza in diversi ambiti, che sono impegnate nella lotta e nella ricostruzione».

La riunione di redazione permette ai B. Liver di dialogare, confrontarsi, conoscersi e costruire il timone del giornale. «E’ un momento importante, in media partecipano in 60, oggi da remoto è anche più coinvolgente perché permette a chi è in isolamento di essere comunque presente – spiega Perego -. Sono un volontario, faccio il direttore di questi ragazzi e vi assicuro che è l’esperienza professionale più intensa che abbia mai avuto. Con loro nulla è impossibile, hanno intervistato personaggi del jet set internazionale, come grandi luminari della scienza. Chi si imbatte in questa avventura ne esce cambiato, di sicuro arricchito».

Da Giorgio Armani a Dacia Maraini

Tra i nomi celebri raccontati e intervistati dai B. Liver nei sei anni di attività ci sono, tra gli altri, Giorgio Armani, Kerry Kennedy, Isabel Allende, Marina Abramovic e Dacia Maraini.  «Questa attività serve ad esorcizzare la paura e guardare con fiducia e ottimismo al futuro – riprende Sofia Segre che prima di imbattersi nei ragazzi B live era cooperante in giro per il mondo –. Insieme progettiamo e facciamo esperienze che aiutano a rafforzare l’autostima e a rivedere le priorità della vita. Esiste un rapporto di reciprocità. Noi non ci occupiamo dell’aspetto clinico terapeutico perché i ragazzi arrivano da vari ospedali, ciascuno è seguito dai propri medici, ma li coinvolgiamo in progetti e loro con orgoglio, professionalità e amore producono e si dimenticano della malattia. Già quella scomoda compagna di viaggio che per alcuni è passeggera, per altri invece una situazione acquisita dalla nascita senza un perché. Sa quanti sono i ragazzi che nascono affetti dall’Hiv? Solo a Milano e provincia sono oltre 800, costretti a vivere con questa spada di Damocle sulla testa. Con la Fondazione trovano uno stimolo per realizzarsi e rafforzare l’autostima». Il Bullone è un mensile con una tiratura di 4mila copie distribuite gratuitamente negli ospedali, nelle associazioni amiche e a coloro che fanno donazioni alla Fondazione.

Riconosciuti giornalisti ad honorem

Qualche volta capita che qualcuno sia costretto a fermarsi, ma il lavoro fatto sopravvive alla morte, come è accaduto per Eleonora e Alessandro, due giovani cronisti de Il Bullone che hanno terminato la loro corsa, ma il ricordo di quanto hanno dato al progetto, ai compagni di viaggio e alla società è sopravvissuto. Anche a loro è stato riconosciuto lo status di giornalisti dall’Ordine della Lombardia. «L’aspetto psicologico è fondamentale per sconfiggere o tenere sotto controllo la malattia – continua Sofia Segre -. A quaranta ragazzi è stato consegnato il tesserino di giornalista pubblicista ad honorem. Un traguardo che li gratifica e certifica il grande lavoro fatto».

Cicatrici che restano e diventano arte

Della malattia non parlano mai, ma a volte raccontano la loro esperienza in un servizio giornalistico o con l’arte come è accaduto con Cicatrici, un progetto partito nel 2018 che ha coinvolto il Politecnico di Milano e un laboratorio di stampa in tre D, Più Lab. «Tutti noi dipendenti, volontari e malati ci siamo chiesti quale fosse la nostra cicatrice più profonda, qualcosa che nella vita ci aveva segnato e cambiato – spiega Sofia -, poi abbiamo individuato due statue, espressione della bellezza, la Venere di Milo e il David di Donatello e ne abbiamo fatto fare la stampa in 3D in 42 esemplari per poi rivestirli con le nostre cicatrici. La bellezza è diventata fragilità e abbiamo realizzato una mostra dapprima esposta alla Triennale di Milano e poi itinerante: da Catania a Madrid fino ad Amsterdam». Il lockdown ha fermato il viaggio, ma non il progetto che oggi è ripartito. «Questa volta con i ragazzi abbiamo individuato le cicatrici che il Covid sta lasciando sulla città di Milano e con il supporto di un gruppo di aziende e di alcune fondazioni abbiamo fatto realizzare otto statue alte due metri che dal 26 al 31 ottobre saranno esposte alla Triennale con le cicatrici di Milano. L’obiettivo è dimostrare che le fragilità non vanno nascoste, ma valorizzate per rendere migliori le persone».

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
HIV, focus su aderenza alle terapie e dialogo paziente-medico con “HIV. Parliamone ancora!”
Le terapie oggi disponibili per l’HIV hanno radicalmente trasformato la storia di questa infezione e delle persone che ne sono portatrici
Hiv: donne ancora sottorappresentate negli studi clinici. L’efficacia della terapia B/F/TAF
Nonostante siano più esposte all’infezione e la medicina di genere indichi che le caratteristiche sesso-specifiche giochino un ruolo importante nella gestione della patologia, le donne sono ancora sottorappresentate negli studi clinici sull’HIV. Tuttavia, negli ultimi anni, si stanno conducendo analisi e indagini specifiche sulla popolazione femminile, che confermano l’efficacia terapeutica della combinazione bictegravir/emtricitabina/tenofovir alafenamide (B/F/TAF) in tutte le fasce di età della vita di una donna
di Marco Landucci
Fondazione AIRC: con Le Arance della Salute, una mobilitazione collettiva contro il cancro
L’anno di Fondazione AIRC inizia con una nuova campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi che invita ad agire concretamente per fare la differenza, per se stessi e per gli altri, attraverso l’adozione di sane abitudini e il sostegno alla ricerca
HIV: via a studio su prima “pellicola” vaginale mensile per prevenire i contagi nelle donne
Un nuovo studio, condotto negli Stati Uniti e in Africa Subsahariana, mira a testare la fattibilità e l'accettabilità di un film vaginale progettato per sciogliersi gradualmente in 30 giorni, come possibile metodo di prevenzione dell'HIV per le donne
Tumori: via a “Dance For Oncology”, corsi di ballo gratuiti studiati per i pazienti
Per la prima volta in Europa si lancia un’iniziativa gratuita in tutta la Penisola. È promossa dalla neonata associazione D4O e ideata da Caroline Smith. Sono offerti corsi di danza gratuiti e appositamente studiati per i pazienti. Hanno aderito 15 scuole (altre 35 inizieranno a gennaio) e 20 centri oncologici e associazioni
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Percorso Regolatorio farmaci Aifa: i pazienti devono partecipare ai processi decisionali. Presentato il progetto InPags

Attraverso il progetto InPags, coordinato da Rarelab, discussi 5 dei possibili punti da sviluppare per definire criteri e modalità. Obiettivo colmare il gap tra Italia e altri Paesi europei in ...
Advocacy e Associazioni

Disability Card: “Una nuova frontiera europea per i diritti delle persone con disabilità”. A che punto siamo

La Disability Card e l'European Parking Card sono strumenti che mirano a facilitare l'accesso ai servizi e a uniformare i diritti in tutta Europa. L'intervista all'avvocato Giovanni Paolo Sperti, seg...
Sanità

I migliori ospedali d’Italia? Sul podio Careggi, l’Aou Marche e l’Humanitas di Rozzano

A fotografare le performance di 1.363 ospedali pubblici e privati nel 2023 è il Programma nazionale sititi di Agenas. Il nuovo report mostra un aumento dei  ricoveri programmati e diu...