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infanzia 17 Agosto 2021

Osteomielite nei bambini: le infezioni da non sottovalutare

È un’infezione dell’osso e della cavità midollare. Diagnosi rapida e cure tempestive limitano gli effetti della malattia

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L’osteomielite è un’infezione dell’osso e della relativa cavità midollare. Rientra nelle infezioni osteoarticolari che colpiscono sempre di più i bambini di tutto il mondo.

Può interessare qualsiasi osso, ma il femore, la tibia, l’omero e il calcagno sono le localizzazioni più frequenti. Per ridurre al minimo le conseguenze permanenti della malattia sono indispensabili una diagnosi tempestiva e un trattamento adeguato.

Osteomielite nei bambini: cause, forme e sintomi

L’osteomielite può essere causata da un gran numero di batteri: stafilococco – il più comune -, Sreptococcus pyogenes, Escherichia coli e Kingella kingae. La salmonella è spesso responsabile delle osteomieliti nei soggetti con anemia falciforme.

In che modo i batteri possono raggiungere l’osso?

  • Traumi con fratture aperte che espongono all’esterno l’osso fratturato
  • Ferite infette
  • Oggetti estranei che penetrano nella pelle
  • Infezioni in altre parti del corpo come otiti o tonsilliti

Esistono varie forme di osteomielite:

  • Acuta: la diagnosi avviene entro due settimane dall’infezione dell’osso
  • Subacuta: tra 2 settimane e 3 mesi
  • Cronica: la durata è maggiore di tre mesi

I sintomi associati alla malattia sono:

  • Dolore dell’area sede dell’infezione
  • Febbre
  • Tumefazione dell’area infetta con arrossamento della pelle che diventa anche calda
  • Zoppia dell’arto colpito dall’infezione

Osteomielite cronica ricorrente multifocale

L’osteomielite cronica ricorrente multifocale (CRMO) è una malattia di natura infiammatoria e non infettiva, che interessa le ossa nei bambini di qualunque fascia d’età. La causa della malattia è sconosciuta. Non c’è nessuna infezione: è il sistema immunitario ad attaccare erroneamente le ossa provocando un’infiammazione che danneggia gravemente l’osso. Si manifesta con febbre e dolori ossei diffusi e spesso è multifocale, cioè interessa contemporaneamente numerose zone dello scheletro (clavicole, sterno, ossa lunghe degli arti superiori e inferiori, ossa dei piedi, vertebre, coste).

Come diagnosticare l’osteomielite: gli esami da fare

Ecco gli accertamenti da eseguire per diagnosticare l’osteomielite:

  • Emocromo: ricerca un aumento del numero di globuli bianchi e in particolare dei neutrofili
  • Esami del sangue: dimostrano un aumento degli indici di flogosi, in particolare della VES e della PCR
  • Colture del sangue (emocolture) e del pus: possono permettere di scoprire il microrganismo che causa l’osteomielite nel 50-70% dei casi
  • Radiografia tradizionale: permette di distinguere fratture o processi tumorali
  • Risonanza magnetica (RM): è l’esame principale, rilascia immagini molto dettagliate
  • Scintigrafia ossea: valuta se sono presenti lesioni multifocali e nei casi di dubbia localizzazione

Le terapie

La terapia deve iniziare prima possibile. Viene scelta in base all’età del paziente, al sito dell’infezione, allo spettro d’azione degli antibiotici più efficaci e dei microrganismi che causano osteomielite nella zona in cui vive il bambino. L’ideale sarebbe un team di infettivologi, radiologi e ortopedici.

Nelle osteomieliti non complicate la terapia per via endovenosa o intramuscolare si effettua per 7-14 giorni seguita poi da quella orale per un totale di 4-6 settimane. Il passaggio dalla terapia parentale a quella orale si decide in base al decorso clinico e alla riduzione della flogosi. In caso di mancata risposta alla terapia medica, bisogna ricorrere all’intervento chirurgico.

 

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