In un videomessaggio il Pontefice si è rivolto al mondo intero ribadendo la necessità di vaccinarsi per il bene di tutti. Il ministro Speranza e Anelli (FNOMCEO) lo hanno ringraziato
«Con spirito fraterno, mi unisco a questo messaggio di speranza in un futuro più luminoso. Grazie a Dio e al lavoro di molti, oggi abbiamo vaccini per proteggerci dal Covid-19. Questi danno la speranza di porre fine alla pandemia, ma solo se sono disponibili per tutti e se collaboriamo gli uni con gli altri». Il videomessaggio di Papa Francesco prende ancora una volta posizione a favore del vaccino in un videomessaggio diretto ai popoli.
«Vaccinarsi, con vaccini autorizzati dalle autorità competenti, è un atto di amore – prosegue il Pontefice -. E contribuire a far sì che la maggior parte della gente si vaccini è un atto di amore. Amore per sé stessi, amore per familiari e amici, amore per tutti i popoli».
«Vaccinarci – aggiunge Bergoglio – è un modo semplice ma profondo di promuovere il bene comune e di prenderci cura gli uni degli altri, specialmente dei più vulnerabili. Chiedo a Dio che ognuno possa contribuire con il suo piccolo granello di sabbia, il suo piccolo gesto di amore. Per quanto piccolo sia, l’amore è sempre grande. Contribuire con questi piccoli gesti per un futuro migliore. Che Dio vi benedica e grazie!».
Un amore che «è anche sociale e politico, c’è amore sociale e amore politico, è universale, sempre traboccante di piccoli gesti di carità personale capaci di trasformare e migliorare le società». “Grazie Papa Francesco” lo ringrazia immediatamente il ministro della Salute, Roberto Speranza.
Al ministro ha fatto eco anche il presidente degli Ordini dei Medici (FNOMCEO) Filippo Anelli. «Grazie Papa Francesco per le parole semplici e profonde: è vero, vaccinarsi è un atto d’amore, verso se stessi, verso il prossimo e verso tutti i popoli». «I virus non hanno confini – sottolinea – e si diffondono e mutano, più rapidamente se esistono popolazioni in gran parte non vaccinate. È per questo che, sia per ragioni etiche, sia per ragioni di politica sanitaria, è necessaria una campagna che raggiunga tutti i popoli».
«Chiediamo dunque all’Europa – rilancia Anelli – un’azione forte, per vaccinare anche i Paesi che non sono nelle condizioni di produrre o comprare grandi quantità di vaccini. Penso alla liberazione dei brevetti, certo, ma anche ad aderire alle sollecitazioni dell’Organizzazione mondiale della Sanità e destinare una parte delle dosi già acquistate in vista del booster ai Paesi più poveri, somministrando la terza dose, per ora e dopo le opportune valutazioni epidemiologiche, solo ai soggetti fragili o più esposti al virus. Solo così – conclude il presidente FNOMCEO – riusciremo a vaccinare il mondo, proteggendoci tutti».
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