A 30 giorni dal focolaio all’aeroporto di Nanchino, la Cina ha riportato i contagi interni a zero. Il merito va a un lockdown estremamente rigoroso, affiancato da una spedita campagna vaccinale, e al tamponamento della popolazione
Secondo i dati forniti dalla Cina sono bastati 30 giorni di controlli severi e del rigoroso lockdown imposto dalle autorità per tornare alla cifra di zero contagi interni. Poco sopra la ventina quelli importati: 5 nel Guangdong, 4 a Shanghai, 3 sia a Tianjin sia nello Yunnan, 2 a Pechino e uno ciascuno nelle province di Shanxi, Zhejiang, Henan e Sichuan.
La Cina ha deciso di affrontare così la battaglia con l’infida variante Delta, più trasmissibile e aggressiva, per limitare i decessi e contagi incontrollabili. La strada del lockdown, che in Italia è stata percorsa solo una volta e solo all’inizio della pandemia, è ancora molto battuta in altri paesi per affrontare le varianti. Ad esempio, oltre alla Cina, l’hanno scelta anche Nuova Zelanda, Australia e Singapore. Mentre è stata presto abbandonata dai paesi europei e americani, bollata come “poco praticabile”.
Eppure, applicato con estrema attenzione, ha ottenuto quel risultato che in Italia sembra una chimera: i contagi a zero. Lo scorso 20 luglio era scoppiato a Nanchino, tra gli addetti alle pulizie dell’aeroporto, un focolaio di variante Delta che era riuscito a diffondersi in 31 province e oltre 1.200 persone. Di fronte al formarsi di una nuova ondata, le autorità cinesi hanno proposto di imporre nuovamente l’isolamento ai milioni di residenti delle aree interessate, affiancando a questo una massiccia campagna di testing con tamponi e dei limiti ai viaggi in andata e ritorno.
Con le frontiere controllate, i tamponi quasi giornalieri per milioni di abitanti e l’obbligo di stare in casa, il virus è riuscito così a non diffondersi a macchia d’olio e la sua corsa si è arrestata. Inoltre, la Cina ha inoculato oltre 1,94 miliardi di dosi dei due vaccini prodotti a livello nazionale, che però non sono efficaci quanto quelli sviluppati in Occidente. Forse è questa la ragione per cui ricorrere al lockdown imposto con regole ferree è rimasta la soluzione preferita del governo cinese.
In Europa e America la scelta è invece ricaduta sulla “convivenza con il virus”, con la maggior parte delle popolazione vaccinata. Tuttavia, sebbene gli esperti si dicano convinti che il lockdown non possa funzionare nei Paesi occidentali, la Cina può certamente insegnarci qualcosa sul contact tracing. Gestito dal sistema sanitario e controllato anche tramite app, il tracciamento è repentino e funziona. Con il diffondersi di nuove varianti la Cina cambierà approccio?
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