Il monitoraggio della Fondazione Gimbe nella settimana 18-24 agosto rileva un aumento di nuovi casi, ricoverati e decessi
Segno più davanti a tutti i fattori analizzati dalla Fondazione Gimbe, che nel suo monitoraggio settimanale rileva, nella settimana 18-24 agosto, un incremento di decessi (+45,6%), posti letto occupati in terapia intensiva (+19,1%), ricoverati con sintomi (+16,2%), persone in isolamento domiciliare (+4,4%), nuovi casi (+4,3%) e casi attualmente positivi (+4,8%).
«In 68 Province – rileva la Fondazione – l’incidenza è pari o superiore a 50 casi per 100.000 abitanti: in Emilia-Romagna, Liguria, Sardegna, Sicilia, Toscana e Umbria tutte le Province raggiungono o superano tale soglia. Sono 13 le Province con oltre 150 casi per 100.000 abitanti: Caltanissetta (318), Ragusa (281), Enna (268), Cagliari (239), Siracusa (234), Trapani (195), Messina (185), Catania (180), Reggio Calabria (169), Sud Sardegna (167), Palermo (163), Prato (163) e Agrigento (156) (tabella 2). Aumentano i decessi: 345 negli ultimi 7 giorni, con una media di 49 al giorno rispetto ai 34 della settimana precedente».
In termini assoluti, il numero di posti letto occupati da parte di pazienti Covid in area medica è passato dai 1.088 del 16 luglio ai 4.036 del 24 agosto (+271%) e quello delle terapie intensive dai 151 del 14 luglio ai 504 del 24 agosto (+234%), anche se il dato nazionale rimane basso: 7% in area medica e 6% in area critica. Rilevanti tuttavia le differenze a livello regionale: per l’area medica si collocano sopra la soglia del 15% Sicilia (19%) e Calabria (15,2%); per l’area critica sopra la soglia del 10% Sardegna (11%) e Sicilia (11%).
Lato vaccini, si registra un calo delle somministrazioni nelle ultime 4 settimane, con un vero e proprio crollo negli ultimi sette giorni, con una media di 222.993 dosi al giorno. Numeri sicuramente non imputabili alle forniture dei vaccini (entro fine mese potremo contare su 10 milioni di dosi), ma piuttosto alle mancate prenotazioni durante le vacanze da parte degli utenti, alle ferie degli operatori sanitari, alla progressiva riduzione delle seconde dosi da somministrare. Oltre ovviamente all’esitazione vaccinale.
L’87,1% della popolazione over 50 ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino, con un irrisorio incremento settimanale nazionale (+0,5%) e nette differenze regionali. Complessivamente, quindi, sono 4,6 milioni gli over 50 che non hanno ancora completato il ciclo vaccinale, di cui 3,52 milioni (12,9%) non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose.
Intanto però si inizia a pensare alla terza dose. Su questo, è netto il giudizio della Fondazione Gimbe: «Ad oggi mancano robuste evidenze per definire indicazioni, tempi e modalità di somministrazione, ma esistono tre ragionevoli certezze: innanzitutto, in assenza di test affidabili, i potenziali candidati possono essere individuati solo sulla base del rischio individuale nelle persone più a rischio di malattia severa (over 80, ospiti RSA, immunodepressi, trapiantati e pazienti molto fragili) e negli operatori sanitari, maggiormente esposti al rischio di infezione; l’efficacia del ciclo completo nei confronti di infezione e malattia sintomatica sembra progressivamente ridursi, ma rimane elevata nei confronti di malattia grave e decesso; infine, indipendentemente dal parere del CTS, la somministrazione di una terza dose deve essere approvata dalle autorità regolatorie».
La riduzione progressiva dell’immunità garantita dai vaccini, allora, mal si sposa con l’eventuale estensione della validità a 12 mesi del Green pass che, a detta di Gimbe, «risponderebbe solo all’esigenza di coprire il “buco temporale” in attesa delle decisioni delle autorità regolatorie sulla somministrazione della terza dose».
Infine, il grande capitolo scuole: «Se il Governo si è impegnato a riaprire le scuole in presenza al 100%, le misure approvate con il DL 111/2021 non contengono rilevanti cambiamenti, a fronte di una variante del virus molto più contagiosa. Le numerose criticità che lo scorso anno scolastico hanno ostacolato, se non reso impossibile, lo svolgimento delle lezioni in presenza non sono state finora affrontate in modo risolutivo. Non esiste alcuna rendicontazione pubblica su come siano stati impiegati i 150 milioni del decreto Sostegni (es. idonea areazione e ventilazione dei locali, distanziamento fisico, etc.); mentre i 350 milioni del Decreto Sostegni bis destinati a varie misure tra cui dispositivi di protezione individuale e riprogettazione spazi ad oggi sono stati ripartiti tra le scuole solo sulla carta. Sul fronte trasporti, al di là di generiche indicazioni sullo scaglionamento degli orari di ingresso, spunta solo la figura del mobility manager per predisporre gli spostamenti casa-scuola-casa di personale scolastico e alunni. Non è previsto lo screening periodico e sistematico di studenti e personale scolastico. Unica novità è l’obbligo del green pass per il personale scolastico, non esteso agli studenti over 12 per i quali si punta, con un rischio poco “ragionato”, esclusivamente sulla copertura vaccinale», conclude la Fondazione.
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato