Ricciardi al webinar Altems dedicato al ritorno in classe: «Sono preoccupato. I casi di Covid-19 tra i bambini sono molti, e alcuni finiscono in terapia intensiva. Nelle scuole non ci siano adulti non vaccinati»
Settembre, di nuovo tempo di rientro nelle aule per alunni e personale scolastico. Un rientro che, ancora una volta, ci costringe a fare i conti con la pandemia tuttora in corso. Se nel 2020 si è stati costretti a fronteggiare alla meglio l’emergenza vera e propria, nel 2021 si è avuto il tempo di raccogliere le idee e mettere in campo strategie. Che purtroppo, nella maggior parte dei casi, non sono state vincenti, col risultato di un anno scolastico confuso e caotico, scandito a singhiozzo da DAD, ritorno in presenza, quarantene gestite a macchia di leopardo tra le Regioni. A pagarne lo scotto, in termini di disagi e frustrazioni, sono stati soprattutto i giovanissimi.
Oggi, con l’andata a regime delle vaccinazioni e un sistema di tracciamento che può finalmente dare i suoi frutti, assicurare un ritorno a scuola in presenza e in sicurezza è un imperativo categorico la cui messa in atto non può più essere affidata ad espedienti improvvisati, ma ad una cabina di regia che detti regole ben precise tutelando il diritto all’istruzione e che, contemporaneamente, non perda di vista il perdurare dell’emergenza.
Il webinar intitolato “La gestione del rientro a scuola e le priorità per i giovani” organizzato ieri da Altems, l’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha messo in chiaro le esigenze e i punti cardine che scandiranno l’anno scolastico che si appresta ad iniziare, grazie ai contributi di Alberto Villani, past president della Società Italiana di Pediatria e direttore Pediatria dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma, Agostino Miozzo, ex coordinatore CTS, e Walter Ricciardi, consulente del Ministero della Salute.
La partita si gioca fondamentalmente sulla copertura vaccinale degli alunni e del personale scolastico, quest’ultima attestata attualmente intorno al 90%, sull’obbligo di green pass anche per il personale esterno, sull’opportunità o meno dell’obbligo di mascherina per i giovanissimi e su una corretta gestione dei cluster che inevitabilmente si verificheranno, oltre all’idea di effettuare mensilmente tamponi salivari a campione agli alunni.
«La ripresa in sicurezza della scuola in presenza è adesso la priorità – afferma Agostino Miozzo -. La pandemia ha aperto un vaso di Pandora sulle distrazioni che per decenni hanno attanagliato il comparto dell’istruzione, dalle classi pollaio ai trasporti fino all’assenza di organizzazione sanitaria nelle scuole. Molto è stato fatto, e alcune soluzioni adottate sono state soddisfacenti, come la copertura vaccinale del personale scolastico che supera il 90%. I ragazzi hanno dato una risposta straordinaria precipitandosi a vaccinarsi, hanno capito che il vaccino significa tornare a vivere».
«Per contro però – sottolinea Miozzo – ci sono dei segnali preoccupanti che non possiamo trascurare: le varianti che colpiscono maggiormente i giovani, e la situazione trasporti è ancora deficitaria. Se l’obiettivo è (e deve essere) evitare la DAD, l’uso delle misure di sicurezza deve persistere. Perché ricordiamo che la DAD doveva essere una extrema ratio – ammonisce Miozzo – ed è invece diventata l’ordinario, senza che il personale fosse minimamente pronto ad utilizzarla correttamente. Sono state chiuse scuole, mentre i centri commerciali restavano aperti. Uno scempio che non deve più ripetersi. I cluster nelle classi? Lo scenario si deciderà con le strutture di emergenza locali, anche facendo un milione di tamponi al giorno se necessario».
«Sicuramente i giovani sono oggi la sacca di circolazione maggiore del virus – afferma Alberto Villani -. Le varianti tendono a perfezionarsi nella loro attività virale, il cui scopo non è aumentare l’aggressività ma trovare strategie di diffusione maggiori. Stiamo purtroppo avendo dei casi di sindrome multisistemica infantile (MIS C) nei bambini Covid positivi, che richiede cure intensive anche piuttosto lunghe».
«Quindi sì al ritorno in presenza nelle scuole – spiega il pediatra – ma senza tralasciare alcuna regola, e soprattutto ribadiamo l’importanza di vaccinare i giovanissimi: non dimentichiamo che abbiamo ancora 60 morti al giorno per Covid. Non possiamo assuefarci a questi dati. Mi chiedo – continua Villani -, e se il Covid fosse stato un problema esclusivamente pediatrico? Con 8 morti al giorno è tornato obbligatorio il vaccino per il morbillo, ricordiamolo».
«Sono molto preoccupato – asserisce infine il professor Walter Ricciardi – perché se guardiamo al resto d’Europa, in cui la maggior parte delle scuole ha riaperto da alcune settimane, notiamo che i morti riguardano anche le fasce giovanili. Negli USA sono oggi nella stessa situazione dello scorso gennaio. Con le varianti in circolazione, nonostante le precauzioni, la probabilità di infettarsi tra non vaccinati è altissima, ed infatti in alcuni Paesi stanno valutando la vaccinazione emergenziale nei bambini».
«I casi tra loro sono moltissimi – afferma Ricciardi – non pochi di loro sono in terapia intensiva e svilupperanno il long Covid, che arreca danni a livello sistemico e questo in un organismo giovane in evoluzione comporta sequele importanti. Ribadisco che nelle scuole non dovrebbero assolutamente entrare adulti non vaccinati, mentre il tampone negativo resta un lasciapassare adottabile in via eccezionale. Sicuramente – conclude Ricciardi – investire nel trasporto locale sarà fondamentale per la gestione della diffusione del virus».
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato