Istituito tavolo tecnico al Ministero della salute per recuperare gli interventi chirurgici sospesi durante la pandemia. Il presidente della Società italiana di chirurgia: «Abbiamo bisogno di soluzioni per poter garantire in tempi brevi l’operazione ad ogni paziente»
«Abbiamo calcolato che nel 2020 e ad inizio 2021 sono saltati tra i 400 e i 500mila interventi di chirurgia generale. In totale, per tutte le specialità chirurgiche, siamo a più di un milione di operazioni rinviate». È il professor Francesco Basile, presidente della Società italiana di chirurgia (Sic) a spiegare come la chirurgia abbia pagato care le conseguenze dell’emergenza sanitaria. I cambiamenti organizzativi e l’alto rischio di contagio hanno costretto gli ospedali a modificare la programmazione, annullando molti interventi non indispensabili. Ora i chirurghi hanno ripreso a svolgere la normale attività, ma le liste di attesa si sono ovviamente allungate. E proprio per recuperare gli interventi chirurgici sospesi durante la pandemia è stato istituito un tavolo tecnico al Ministero della salute.
«Crescono le richieste ma il personale sanitario è sempre lo stesso. Non è facile recuperare – spiega Basile ai nostri microfoni -. Una delle ipotesi è quella di poter dare un ausilio in più: assumere chirurghi a tempo determinato in modo da poter rispondere ai bisogni dei pazienti senza trascurare il lavoro quotidiano che è sempre gravoso. Già nella primavera 2021 abbiamo attivato progetti di incentivazione al personale medico, infermieristico e anestesiologico per effettuare sedute operatorie in più oltre all’orario di lavoro. Le sedute erano previste solo per i pazienti in lista d’attesa durante la pandemia – continua -. Abbiamo recuperato un po’ ma i numeri continuano a crescere. Bisogna trovare delle soluzioni per poter garantire in tempi brevi l’intervento chirurgico ad ogni paziente».
Il tavolo del ministero non si è ancora concluso: si lavora per trovare varie soluzioni e rafforzare la diagnostica del territorio: «Molti pazienti non si sono recati in ospedale per paura e gli esami sono slittati– prosegue Basile -. Ci siamo trovati di fronte persone con situazioni oncologiche avanzate e spesso inoperabili. Dobbiamo aumentare le possibilità diagnostiche sul territorio per evitare che le malattie si aggravino».
E anche di questo si parlerà al 123° Congresso Sic “Il futuro della chirurgia oltre la pandemia” – che si svolgerà a Catania dal 26 al 29 settembre: un prezioso momento di incontro e confronto per aggiornarsi, formarsi e parlare dei problemi post Covid-19.
«Al congresso Sic, organizzato in presenza e con le massime precauzioni anti Covid-19 – sottolinea Basile – la discussione verterà su tutte le patologie oncologiche che tratta il chirurgo generale, anche quelle benigne che grazie alle nuove tecnologie emergenti vengono trattate con maggiore semplicità, rapidità ed efficacia».
Basile conclude specificando che il congresso sarà articolato su vari simposi e tavole rotonde. Spazio a tutte le discipline chirurgiche e ai migliori chirurghi d’Italia che porteranno la loro esperienza.
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