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Aggressività e rabbia incontrollabile sono tipiche del disturbo esplosivo intermittente. Come riconoscerlo e curarlo?
Il Disturbo esplosivo intermittente è classificato nel DSM-5 sotto la categoria “Disturbi dirompenti del controllo degli impulsi e della condotta”. Il 28 settembre ricorre la Giornata mondiale della rabbia: chi ha questo disturbo psichiatrico sente un impulso irrefrenabile a compiere azioni o gesti violenti e aggressivi. Le persone che soffrono di questa problematica non sono in grado di controllare l’emozione, manifestando reazioni del tutto spropositate rispetto alle provocazioni e agli altri fattori stressanti a cui sono sottoposte.
Si parla di Disturbo Esplosivo Intermittente quando una persona ha spesso reazioni aggressive esagerate rispetto alle situazioni e potrebbe rappresentare un pericolo per sé stessa e per gli altri. Si manifesta, solitamente, nella tarda infanzia o nell’adolescenza anche in modo improvviso. Può essere temporaneo o cronico.
Ecco i comportamenti che evidenziano la mancanza di controllo della rabbia:
I pazienti non riescono a resistere all’ impulso violento: provano una forte tensione – una specie di eccitazione – che si calma solo dopo averlo sfogato e compiuto. Subito dopo, infatti, si sentono sollevati, gratificati. Altre volte, invece, si temono rimorsi o conseguenze legali per il gesto compiuto. I ricorrenti episodi di aggressività, di solito, durano meno di trenta minuti.
Chi soffre di questa disfunzione travisa la comunicazione o distorce negativamente la realtà e i comportamenti degli altri. Reagisce, quindi, con un’aggressività abnorme e incontrollata a situazioni normalmente gestibili attraverso il dialogo. I soggetti coinvolti descrivono gli episodi come scatti di rabbia improvvisi ed incontrollabili preceduti da una sensazione di tensione o eccitazione a cui segue un sentimento di liberazione e sollievo. A volte la rabbia si manifesta senza un motivo apparente. Spesso il paziente si vergogna o si sente in colpa, dispiaciuto o imbarazzato dal suo comportamento.
I sintomi che anticipano o accompagnano gli eventi aggressivi sono:
La tensione si scioglie non appena è stato compiuto.
È un disturbo che provoca un grande disagio psicologico e può causare: stress, difficoltà sociali e familiari, economiche e con la giustizia. Le esplosioni di rabbia impattano notevolmente sulla vita di chi ne soffre e ne compromettono il funzionamento sociale, lavorativo finanziario e legale. Da questi comportamenti possono nascere seri problemi a scuola, sui luoghi di lavoro e nascere cause civili conseguenti a risse e litigi.
Le cause del disturbo non sono note, ma sono sicuramente da ricercare nella storia e nel vissuto della persona, ma anche nel contesto in cui vive e ha vissuto. Alcuni studi hanno inoltre dimostrato che nelle persone affette da questo disturbo possono esserci alterazioni nel sistema neurologico o nel metabolismo della serotonina. Non esiste un test di disturbo esplosivo intermittente. La diagnosi viene fatta da uno specialista solo dopo aver escluso altri disturbi mentali e sulla base di valutazioni fisiche e psicologiche.
Si procede, di solito, con un trattamento farmacologico e terapeutico per modificare il comportamento e acquistare un maggiore controllo degli impulsi aggressivi.
Nel trattamento psicoterapico si identificano le situazioni e i comportamenti che possono innescare una risposta aggressiva e da dove proviene la sintomatologia attuale disfunzionale. Con tecniche specifiche (problem solving, tecniche di rilassamento, tecniche cognitive, terapia EMDR) il paziente conosce meglio se stesso e le proprie reazioni e ricerca modalità alternative per gestire e per manifestare la rabbia.
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