Sanità 24 Settembre 2021 12:33

Eutanasia, il 25 ottobre il testo unificato sbarca alla Camera. Battaglia sugli emendamenti: 400 in tutto

Allargare o restringere le maglie per accedere al suicidio medicalmente assistito: si gioca su questo la partita della legge sul fine vita. Il centrodestra punta ad introdurre l’obiezione di coscienza per medici e sanitari. Intanto vola la raccolta firme per il referendum: oltre un milione quelle raccolte

di Francesco Torre
Eutanasia, il 25 ottobre il testo unificato sbarca alla Camera. Battaglia sugli emendamenti: 400 in tutto

Sembrava destinata a finire su un binario morto a causa dell’assenza di un accordo di maggioranza sul tema. Invece la conferenza dei capigruppo di Montecitorio ha deciso che la legge sul fine vita approderà in Aula alla Camera a partire dal 25 ottobre, dopo un esame nelle commissioni congiunte Affari Sociali e Giustizia che dovrebbe iniziare nella seconda settimana di ottobre.

Un dibattito, quello sull’eutanasia (dal greco, “buona morte”) molto ideologico e poco concreto, come si evince dagli oltre 400 emendamenti presentati al testo unificato depositato a luglio. La partita si giocherà molto su termini, espressioni giuridiche e formule che potranno allargare o restringere l’accesso al suicidio medicalmente assistito.

Sul dibattito, pesa come un macigno la sentenza della Corte costituzionale 242 del 2019: ha stabilito che l’atto dell’aiuto al suicidio non è punibile se si tratta di casi nei quali l’aiuto riguarda una persona tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale (quali, ad esempio, l’idratazione e l’alimentazione artificiale) e affetta da una patologia irreversibile, fonte di intollerabili sofferenze fisiche o psicologiche, ma che resta pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli.

Cruciale sarà la scelta di quale ruolo affidare ai medici e al Servizio sanitario nazionale: al momento la legge non consente al medico di mettere a disposizione del paziente trattamenti atti a determinarne la morte.

Vola intanto la raccolta di firme sul referendum:oltre un milione quelle raccolte, grazie anche al meccanismo della firma digitale, ampiamente oltre la soglia delle 500mila necessaria per far partire la consultazione.

Eutanasia, le proposte emendative del centrodestra

Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e i centristi di Coraggio Italia sono da sempre contrari, tranne qualche eccezione, all’introduzione dell’eutanasia in Italia. Una posizione che mutua la forte avversione della Chiesa, che ha definito il suicidio assistito “un crimine contro la vita umana”.

Arrivano da Forza Italia alcuni emendamenti che inseriscono la richiesta di accesso alle cure palliative come prerequisito necessario per accedere alla morte assistita, mentre altri puntano a togliere dai requisiti d’accesso la condizione clinica irreversibile: sarebbe un allargamento delle maglie perché non sempre questa condizione deriva da una patologia.

Altri ancora, chiedono che per accedere occorra il fallimento di una concreta assistenza psicologica. Una proposta di modifica riguarda la definizione di trattamento sanitario: in base a questi emendamenti l’idratazione e l’alimentazione, anche se garantite attraverso ausili tecnici, non vanno considerati trattamenti sanitari: «La somministrazione di sostanze nutritive, in qualsiasi modalità, deve comunque seguire i criteri dell’appropriatezza medica» si legge.

Infine la volontà di introdurre l’obiezione di coscienza per medici e sanitari: «Il medico e l’appartenente al personale sanitario non è tenuto a partecipare ad alcun atto di morte volontaria medicalmente assistita se in contrasto con la propria coscienza» è una delle modifiche proposte, mentre un altro emendamento specifica che «se la rinuncia ai trattamenti sanitari ovvero il rispetto delle disposizioni anticipate di trattamento contrastino con la deontologia professionale e con le buone pratiche socio-assistenziali», allora il medico ha facoltà di presentare dichiarazione di obiezione di coscienza.

Da Lega e Coraggio Italia arriva, invece, la proposta di definire con precisione la condizione del paziente che può accedere al suicidio assistito: «Chi si trova nella fase terminale della malattia, e i cui parametri vitali, valutati congiuntamente, secondo la scienza medica, indicano che il paziente è prossimo alla morte, di richiedere assistenza medica al fine di porre fine volontariamente ed autonomamente alla propria vita».

Punta al consenso informato una proposta di Coraggio Italia, che chiede che la persona che voglia accedere a questi trattamenti abbia ricevuto un’adeguata informazione in merito alla fruibilità di un alto standard di cure e trattamenti, anche sperimentali, prospettando la riduzione della sofferenza realisticamente ottenibile.

Le proposte di modifica di Pd e M5S

Di segno completamente opposto le proposte di modifica del Movimento Cinque Stelle e del Partito democratico, che al contrario vedono nel testo unificato limiti troppo stringenti per accedere alla procedura.

Il Movimento Cinque Stelle chiede che non si parli di “atto autonomo” ma di “atto sanitario”, anche perché l’atto autonomo presuppone infatti che l’atto di porre fine alla propria vita sia sempre dal soggetto richiedente, ma non sempre ciò è possibile in relazione alle condizioni cliniche del paziente, il quale potrebbe anche non riuscire a porre fine alla propria vita in maniera tecnicamente autonoma.

Altri emendamenti puntano a chiarire cosa si intende per “trattamenti di sostegno vitale” che non significa necessariamente ed esclusivamente “dipendenza da una macchina”, ma anche trattamenti farmacologici indispensabili, senza il quale seguirebbe certamente la morte.

Altri emendamenti chiedono, invece, che i pareri che devono elaborare i Comitati per l’etica nella clinica presso le Aziende Sanitarie Territoriali circa l’adeguata valutazione dei requisiti e delle modalità per accedere alla morte volontaria medicalmente assistita non siano vincolanti.

L’ex M5S Giorgio Trizzino, in un primo momento relatore della proposta, punta a riformulare la definizione iniziale e distingue tra morte volontaria medicalmente assistita definita come «atto posto in essere da un medico che opera nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale, che prescrive o fornisce, su richiesta della persona in possesso dei requisiti, ogni supporto sanitario necessario per consentirle di porre fine alla propria vita in modo volontario, consapevole ed autonomo» ed eutanasia, che invece è  «l’atto deliberato e posto in essere da un medico che opera nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale, che pone fine rapidamente e senza dolore alla vita di una persona in possesso dei requisiti e che ne abbia fatto richiesta in modo volontario, consapevole ed autonomo, con lo scopo di evitargli sofferenze che non possono essere alleviate e ritenute insostenibili».

Ancora Trizzino chiede che la richiesta di suicidio assistito possa essere espressa e documentata con qualunque dispositivo idoneo che permetta al soggetto di comunicare e manifestare inequivocabilmente la propria volontà nonché il momento in cui viene effettuata.

 

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