L’intervento di Paolo Colli Franzone, moderatore del Forum sulla Sanità Digitale
Il digitale si impone con forza nel mondo della sanità, e l’Italia non può correre rischio di farsi trovare impreparata. Lo sa bene il Ministero della Salute che, guardando con attenzione a questo tema, ha patrocinato, nei giorni scorsi, il Forum sulla Sanità Digitale.
Un grande evento tenutosi a Roma, nelle Aule della LUISS, in cui si è fatto il punto sullo stato dell’arte, nel nostro Paese, rispetto all’avanzata della e-health, ai vantaggi che questa comporta, e alla necessità di adeguamento cui il nostro Servizio sanitario nazionale deve rispondere. Sanità informazione, presente alla Tavola rotonda, ha intervistato il dott. Paolo Colli Franzone, Direttore Scientifico S@lute – Osservatorio Netics e moderatore del Forum: «Questa manifestazione nasce con l’obiettivo di mettere a confronto varie categorie professionali e mondi diversi con il comune denominatore della Sanità. E mi sembra che ci stiamo riuscendo bene. Un ulteriore contributo, in termini di prestigio, è stato apportato dalla partecipazione del Ministro Lorenzin».
La sanità digitale è un tema che spalanca le porte a tante novità, non ultima quella sullo sviluppo delle App mediche. Un campo importante e da monitorare con attenzione.
«Sicuramente sì, è un tema molto interessante e promettente. Le App che riguardano la salute sono le più scaricate, anche quelle a pagamento. E’ bene però fare attenzione a cosa veicolano queste App: il discorso della certificazione deve essere preso seriamente. Non possiamo permetterci il lusso di mettere nelle mani dei pazienti App che possono produrre o comunicare dati sbagliati e innescare processi non rigorosamente certificati».
Le App mediche possono essere utili anche ai medici per essere più vicini ai propri pazienti?
«Certamente, al fine di presentare le loro attività e di instaurare dei canali di dialogo con il paziente più rapidi ed efficaci. Ormai andiamo verso una medicina personalizzata, che prevede la possibilità, anche analizzando una grandissima mole di dati, di costruire percorsi e terapie su misura, tarati sul paziente piuttosto che sulla singola patologia. Si va inoltre verso la “realtà aumentata” utilizzata come supporto nelle sale operatorie. Soprattutto però, questo è uno strumento formidabile per la formazione dei medici».