Di Annika Barone, studentessa in Odontoiatria e Protesi dentaria
Perché non inserire un’ora settimanale di educazione alla salute/prevenzione nelle scuole? La proposta nasce dalle esigenze che abbiamo avuto in questi ultimi anni di adottare comportamenti virtuosi a carattere preventivo, al fine di contenere la diffusione del Covid-19. La pandemia ha fatto sì che semplici comportamenti della vita quotidiana, come il corretto e frequente lavaggio delle mani, risultino fondamentali.
È importante divulgare in modo semplice ma scientifico tutte le informazioni utili per incrementare il benessere psico-fisico del bambino/ragazzo in crescita. Per questo penso che sia necessario dare una formazione a partire dalla scuola materna fino alla secondaria di secondo grado, e tale opportunità ce la dà la legge del 28 marzo 2003 n.53 e in particolare il decreto legislativo n.59 del 19 feb 2004 (attuativo per le scuole di infanzia e primo ciclo), che hanno conferito nuovi strumenti di flessibilità in termini di piani di offerta formativa alle scuole (i cosiddetti POF da programmarsi annualmente grazie all’autonomia scolastica).
Per la mia esperienza (da studentessa all’ultimo anno di laurea magistrale in Odontoiatria e Protesi dentaria), mi piacerebbe che in tali offerte formative rientrasse anche la prevenzione odontoiatrica che ritengo sia un’esigenza primaria per assicurare il benessere a 360° del bambino in crescita. Inoltre, sensibilizzare e informare nella scuola significa non avere barriere sociali perché si possono intercettare anche le fasce deboli che difficilmente si recano dal dentista. Parlare di prevenzione odontoiatrica e in particolare della prevenzione delle carie, significa anche parlare di educazione alimentare e di educazione allo sport (il consumo frequente di zuccheri-carboidrati è associato a un maggiore sviluppo di carie), e in questo senso non posso non ricordare che in Campania, Regione in cui vivo, circa il 40% dei bambini è in sovrappeso, mentre la metà di questi è obeso. L’obesità infantile deve essere necessariamente combattuta con un corretto stile di vita, con lo sport e un’alimentazione sana ed equilibrata.
La frequenza con cui i carboidrati vengono assunti, più che la dose complessivamente assunta, sembra essere l’elemento più importante nella genesi della carie.
Le linee guida ministeriali ci dicono che il problema carie è ancora pressante nei bambini italiani: è emersa, infatti, una prevalenza di circa il 22% di patologia a 4 anni e di circa il 44% a 12 anni. In Italia, la quasi totale assenza sul territorio di Servizi Odontoiatrici di Comunità rende ancora più difficile l’attuazione di programmi di prevenzione puntuali ed efficaci.
Le scuole si dovrebbero avvalere di figure inserite professionalmente nell’ambito sanitario per fare formazione sia ai ragazzi/bambini che ai loro genitori quando possibile, con la sinergia delle ASL di competenza e il comune.
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