Salute, benessere e prevenzione i consigli quotidiani per vivere meglio.

Disturbo Dissociativo dell’Identità: cos’è e come si manifesta

Un solo individuo, due o più stati di personalità distinti e separati. E’ il disturbo dissociativo di identità

I disturbi dissociativi comprendono: il disturbo dissociativo di identità o personalità; l’amnesia dissociativa; il disturbo di depersonalizzazione/derealizzazione. Nel Diagnostic and Statistical Manual of mental disorders (DSM-5) i disturbi dissociativi sono inseriti accanto ai disturbi da trauma. Il disturbo dissociativo dell’identità è quasi universalmente associato a una storia antecedente di trauma significativo che spesso si è verificato durante l’infanzia.

Disturbo Dissociativo dell’Identità: due personalità diverse, l’una non ha coscienza dell’altra

Il disturbo dissociativo dell’identità si contraddistingue per la presenza di due o più identità o stati di personalità distinti e separati. Ciascuno ha i suoi modi di percepire, relazionarsi, e pensare nei confronti di se stesso e dell’ambiente. Almeno due di queste identità o stati di personalità assumono in modo ricorrente il controllo del comportamento della persona e ognuna di esse, quando presente, non ha assolutamente coscienza dell’altra.

I sintomi e le manifestazioni, spesso si pensa al suicidio

L’amnesia dissociativa è il sintomo caratterizzante il disturbo dissociativo dell’identità. Si riferisce all’incapacità di ricordare importanti informazioni personali, e/o eventi traumatici. Non è riconducibile alla semplice tendenza alla dimenticanza. È un disturbo grave e cronico e può condurre a disabilità e invalidità. Si stima che ne sia colpito l’1,5% della popolazione. È spesso associato a depressione e disturbo borderline di personalità e presenta un’elevata incidenza di tentativi di suicidio. I sintomi causano disagio clinicamente significativo o compromissione dell’area sociale, familiare e lavorativa.

L’alterazione del senso di sé, le amnesie ricorrenti e le fughe dissociative

La malattia può essere identificata da due gruppi di sintomi:

  • alterazioni improvvise o discontinuità nel senso di sé. Gli individui si sentono improvvisamente osservatori di loro stessi, o percepiscono voci. Possono emergere improvvisamente forti emozioni, impulsi e atteggiamenti segnalati come “senza controllo” da parte della persona.
  • amnesie dissociative ricorrenti: lacune nella memoria remota di eventi di vita personale (periodi dell’infanzia o dell’adolescenza, alcuni eventi della vita importanti). Vuoti di memoria significativi e recenti o di abilità come fare il proprio lavoro, utilizzare un computer, leggere, guidare.
  • scoperta di prove delle loro azioni e dei compiti che non ricordano di aver fatto giorni prima (trovare oggetti nelle loro borse, trovare scritti o disegni, scoprire lesioni).

Sono frequenti anche le fughe dissociative. I pazienti si ritrovano improvvisamente in spiaggia, al lavoro, in un locale notturno, o da qualche parte in casa senza ricordare di come ci sono arrivati.

Più frequente nelle donne, ecco come riconoscerlo

I pazienti spesso presentano: sintomi di depressione, manifestazioni d’ansia (sudorazione, tachicardia, palpitazioni), fobie, attacchi di panico, sintomi fisici, disfunzioni sessuali, disturbi del comportamento alimentare e disturbi post-traumatici da stress. In ambito clinico predominano casi di donne. Gli uomini possono negare i loro sintomi e le storie di traumi, e questo porta a tassi elevati di falsa diagnosi negativa. Le donne presentano più frequentemente acuti stati dissociativi (flashback, amnesia, fuga, sintomi da conversione, allucinazioni, automutilazione). Gli uomini presentano più comunemente comportamenti criminali o violenti. Gli individui possono anche segnalare allucinazioni visive, tattili, olfattive, gustative, e somatiche legate a fattori post-traumatici e dissociativi.

Il trattamento del Disturbo Dissociativo dell’Identità

Il trattamento del Disturbo Dissociativo dell’Identità

Il trattamento raccomandato per la cura dei Disturbi Dissociativi è la psicoterapia. Oltre a questo, i pazienti possono beneficiare d’interventi specifici come la terapia dialettico-comportamentale DBT, la desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari, la psicoterapia sensomotoria e le terapie di gruppo.
La terapia cognitivo-comportamentale è la terapia privilegiata per aiutare i pazienti ad esplorare e modificare il sistema di credenze disfunzionali basate sul trauma subito. Le tecniche sono infatti particolarmente utili per il controllo di alcuni sintomi, quali: la gestione delle attivazioni ansiose e delle crisi di ira, la ristrutturazione dei pensieri negativi, il miglioramento della comunicazione interpersonale.

Il lavoro si compone di tre fasi: nella prima la priorità è il mantenimento della sicurezza personale, il controllo dei sintomi e la tolleranza dello stress. Nella seconda fase il paziente viene aiutato a elaborare gli episodi dolorosi del suo passato, a sostenere il dolore per le perdite e le altre conseguenze negative del trauma. Il lavoro di questa fase è ricordare, tollerare, elaborare ed integrare gli intensi eventi passati. L’esplorazione dei ricordi traumatici è una forma di terapia di esposizione che permette di comprendere che le esperienze traumatiche appartengono al passato. Nella terza fase i pazienti iniziano a fare esperienza di un senso del sé stabile e solido e di nuove sensazioni su come relazionarsi con gli altri e con il mondo esterno. Iniziano a distogliere l’attenzione dal loro passato traumatico, direzionando la propria energia sul vivere il presente e sviluppare prospettive future.

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Salute

Gioco patologico, in uno studio la strategia di “autoesclusione fisica”

Il Dipartimento di Scienze cliniche e Medicina traslazionale dell'Università Tor Vergata ha presentato una misura preventiva mirata a proteggere i giocatori a rischio di sviluppare problemi leg...
Salute

Cervello, le emozioni lo ‘accendono’ come il tatto o il movimento. Lo studio

Dagli scienziati dell'università Bicocca di Milano la prima dimostrazione della 'natura corporea' dei sentimenti, i ricercatori: "Le emozioni attivano regioni corticali che tipicamente rispondo...
Advocacy e Associazioni

Porpora trombotica trombocitopenica. ANPTT Onlus celebra la III Giornata nazionale

Evento “WeHealth” promosso in partnership con Sanofi e in collaborazione con Sics Editore per alzare l’attenzione sulla porpora trombotica trombocitopenica (TTP) e i bisogni ancora i...