Covid-19, che fare se...? 5 Ottobre 2021 14:59

Che percentuale di diffusione ha raggiunto la variante Delta in Italia?

Una volta minoritaria nel nostro Paese (in cui dominava largamente la variante Alfa), la variante ex indiana ha da tempo preso il sopravvento. Cosa dicono le ultime rilevazioni

Che percentuale di diffusione ha raggiunto la variante Delta in Italia?

Il ceppo “originale” del SARS-CoV-2 ormai non circola più. Al suo posto varianti più o meno conosciute che si alternano e si sostituiscono a vicenda. Nulla di strano, è una prassi molto comune per i coronavirus. Ma se fino a pochi mesi fa la variante Alfa (ex Inglese) era la predominante nel nostro Paese e la Delta (ex Indiana) aveva colpito solo una piccolissima percentuale di popolazione, come stanno le cose oggi?

Variante Delta in Italia al 98%

Dal Sistema di Sorveglianza integrata Covid-19 emerge che in Italia negli ultimi 45 giorni il 98,4% dei tamponi sequenziati è risultato positivo alla variante Delta (contro l’88,7% registrato nel bollettino del 17 settembre).  È invece quasi sparita la variante Alfa, allo 0,1% (sempre negli ultimi 45 giorni, mentre nel bollettino precedente era allo 0,4%). I dati sono contenuti nel decimo bollettino dell’ISS “Prevalenza e distribuzione delle varianti di SARS-CoV-2 di interesse per la sanità pubblica in Italia”. In questo caso i dati si riferiscono alle sequenze depositate tra il 14 agosto e il 27 settembre 2021 sulla piattaforma I-Co-Gen.

Aumenta (anche se di poco) il numero di casi genotipizzati/sequenziati al periodo precedente

Con un totale di 8.596 casi genotipizzati/sequenziati, segnalati al Sistema di Sorveglianza Integrata Covid-19 negli ultimi 45 giorni (14 agosto – 27 settembre 2021), in Italia aumenta leggermente il numero di casi genotipizzati/sequenziati al periodo precedente (8.255 casi nel periodo 31 luglio – 13 settembre 2021). Dal 29 aprile 2021 è attiva la piattaforma per la sorveglianza genomica delle varianti di SARS-CoV-2 (I-Co-Gen), sviluppata e coordinata dall’ISS. La piattaforma consente di raccogliere e analizzare le sequenze identificate sul territorio nazionale e dialogare con le piattaforme internazionali. Il modulo, dedicato all’analisi e condivisione dei dati di sequenziamento del SARS-CoV-2 a livello nazionale, conta ad oggi più di 53.000 sequenze.

Nessun caso di variante Mu

Negli ultimi 45 giorni fra i lignaggi non oggetto di monitoraggio da parte del Sistema di Sorveglianza Integrata Covid-19, ed identificati in I-Co-Gen, l’1,4% è rappresentato da VUM (Variant under Monitoring – lignaggi: B.1.1.318) e VOI (Variant of Interest – lignaggi: B.1.621 (variante Mu), C.37, C.37.1 (variante lambda). In particolare, della variante Mu non è stato identificato negli ultimi 45 giorni nessun caso. È comunque fondamentale continuare a monitorare queste varianti per identificare rapidamente eventuale minacce emergenti.

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