Presente anche l’Assessore alla Sanità D’Amato: «Una donna su otto può avere questo problema. La prevenzione è fondamentale: necessario arrivare tempestivamente alla diagnosi e poi alla cura»
Un modello organizzativo innovativo che unisce didattica, ricerca e formazione interdisciplinare. Dalla prevenzione alla diagnosi, passando per la cura della paziente fino al follow up nella sua globalità, anche psicologica.
È questo l’obiettivo della nuova Breast Unit del Policlinico Tor Vergata di Roma, inaugurata questa mattina nell’anfiteatro dell’ospedale dal Ministro Speranza, l’Assessore alla Sanità D’Amato e il Direttore generale del Policlinico Giuseppe Quintavalle.
Il Ministro della Salute ha esordito con la pandemia di Covid-19 definendola «una sfida ancora aperta. Un’insidia reale per cui serve mantenere alto il livello di attenzione» in considerazione dei numeri degli altri Paesi europei.
Le strade da seguire sono due: continuare con le misure precauzionali, a partire dalle mascherine nei luoghi chiusi, e incrementare le vaccinazioni. «In Italia i numeri sono incoraggianti – ha detto Speranza – siamo all’86% di prime dosi e all’82% di persone vaccinate con ciclo completo, un dato molto significativo. Dobbiamo correre sulla terza dose ai sanitari, nelle Rsa e agli over 60, in vista dei mesi invernali». Secondo il Ministro, è necessario «un salto culturale per investire con coraggio nel SSN come risorsa del nostro Paese, grazie al monito della pandemia». Dobbiamo investire – ha aggiunto – nella prevenzione e nella ricerca come priorità, nella diagnosi e nel trattamento dei tumori al seno e incrementare il personale sanitario».
«Una donna su otto può avere questo problema – ha dichiarato l’Assessore D’Amato ai nostri microfoni – è necessario arrivare tempestivamente alle diagnosi e poi alla cura. Il centro di Tor Vergata – ha proseguito – dimostra che è il sistema che deve ruotare attorno alla donna e non l’inverso».
«Il Lazio è stata tra le prime regioni a recepire le Breast Unit – ha ricordato D’Amato -: nell’ultimo anno sono state invitate agli screening oltre 300mila donne con circa 100mila adesioni». L’obiettivo è aumentarle: «La prevenzione è fondamentale nella diagnosi precoce». Ha poi lanciato un appello: «Non posticipiamo la data dei richiami – ha sottolineato D’Amato -. Molti posticipano l’eventuale richiamo alla data di scadenza del Green pass. Ma se vogliamo vincere questa battaglia, il richiamo va fatto nel momento in cui siano trascorsi i 180 giorni». Va anche velocizzata la campagna di vaccinazione antinfluenzale: «Il vaccino è gratuito per la fascia dai 60 anni in su e tra i sei mesi e sei anni. Le complicazioni dell’influenza stagionale possono portare a criticità e il vaccino anti Covid non protegge dall’influenza stagionale, bisogna farle entrambe» ha specificato l’Assessore.
«Al momento della diagnosi di tumore al seno alla paziente crolla tutto, come un terremoto – ha evidenziato Oreste Buonomo, chirurgo senologo, oncologo e Responsabile del centro multi-specialistico -. Noi vogliamo stare insieme alle donne, con cura, perché i pazienti oncologici sono fragili, pensano sempre al tumore e ai controlli da fare. Subiscono un trauma psicologico quando vedono le cicatrici dell’intervento chirurgico; far dimenticare il tumore è il nostro obiettivo». Questa nuova Breast Unit permette una gestione completa della paziente in 12 ore: «Verrà una volta ogni sei mesi, un anno e quel giorno farà tutto ciò che ha necessità di fare – ha precisato a Sanità Informazione -. Poi, non ci penserà più per altri sei mesi o un anno. Questo è il più grande sogno della mia vita professionale e sono certo di poterlo realizzare».
La Breast Unit è «un luogo non sanitario, nato dalle richieste di aiuto e dalle esigenze reali delle pazienti – ha spiegato Giuseppe Quintavalle, Direttore Generale Policlinico Tor Vergata. Un nuovo modello di presa in carico per offrire alle donne un percorso diagnostico terapeutico completo e correlato di tutte quelle necessità assistenziali che il caso specifico richiede. Abbiamo creato un ambiente comodo, accogliente – ha precisato al nostro giornale -, per favorire l’ingresso delle persone che possono venire senza impegnativa purché abbiano necessità di un controllo senologico. Questo modello per noi è vincente e stiamo lavorando per riprodurlo».
E per il Professor Giuseppe Petrella, oncologo e già docente di Chirurgia all’Unversità di Tor Vergata, la Breast Unit è «un sogno che finalmente si realizza» ha ammesso a Sanità Informazione. Di altissimo livello, tecnologicamente avanzata, ci auguriamo che possa essere un modello da replicare. D’altra parte, in un territorio come questo, dove c’è un degrado sociale e tantissimi immigrati noi ci rivolgiamo alle donne. Vogliamo dare quello che in altre parti difficilmente avrebbero» ha concluso.
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato