Speranza: «Ruolo primario dei dipartimenti di prevenzione». Brusaferro: «La pandemia ci ha insegnato di cosa dobbiamo fare tesoro e cosa implementare»
Un’occasione per ribadire il ruolo centrale che i dipartimenti di medicina preventiva, igiene e sanità pubblica hanno svolto e continuano a svolgere nella lotta alla pandemia, ma soprattutto per rimarcarne, anche in ottica futura, il compito essenziale nel fronteggiare nuove sfide a livello locale e globale, in primis la lotta all’antibiotico-resistenza e l’adesione ad uno sviluppo sostenibile in ottica One Health. È stata questo la giornata inaugurale del 54° Congresso Nazionale della Società Italiana d’Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI), andata in scena presso il Gran Hotel Tiziano a Lecce.
Ad aprire l’inaugurazione l’intervento del Ministro della Salute Roberto Speranza. «Questo periodo ci ha confermato con forza l’importanza dei servizi di prevenzione e sanità pubblica per far fronte alla pandemia. Una sfida globale – ha osservato il Ministro – in cui le evidenze scientifiche ci hanno aiutato a compiere le scelte giuste. Le politiche di prevenzione e sanità pubblica rappresentano il futuro del nostro Ssn e del nostro Paese in generale, e su queste dobbiamo investire ancor più di quanto fatto finora. Abbiamo appena approvato la legge di Bilancio – ha annunciato – e posso confermare che siamo in una nuova fase di investimenti sul Ssn. Quando sono diventato Ministro, a settembre 2019 nel Fondo Sanitario Nazionale c’erano 114 miliardi di euro, in legge di Bilancio c’è l’impegno ad arrivare a 128 miliardi di euro nel 2024, oggi siamo a 122 miliardi. Si consolidano quindi gli investimenti straordinari di questi mesi e si continua su questa strada. Si tratta di un salto in avanti senza precedenti in Sanità – ha sottolineato Speranza – che già prima del Covid preannunciava l’inversione di tendenza rispetto ai tagli operati nei decenni addietro. Poi è arrivato il Recovery nel 2021, che mette in campo 20 miliardi di euro. Il Covid ci ha insegnato che investire nel Ssn è essenziale per un Paese che vuole ripartire. In questa nuova fase di nuove risorse e riforme – ha aggiunto – in cui oltre agli investimenti si mira a valorizzare i punti di forza e migliorare i punti deboli, come il territorio, con la necessità di fondare il nostro Ssn non solo sugli ospedali ma sulla medicina di prossimità, la medicina preventiva svolge un ruolo essenziale. Sarà importante – ha concluso il Ministro – lavorare di concerto con queste professionalità sulle grandi sfide di oggi e domani, una fra tutte la lotta all’antibiotico-resistenza».
La lectio magistralis di Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, ha acceso un faro sulle prospettive della ricerca, della formazione e dell’implementazione negli interventi di sanità pubblica, sulla scorta della grande innovazione tecnologica data dalla lotta alla pandemia.
«Gli interventi di sanità pubblica e i dipartimenti di prevenzione si sono dimostrati baluardi nella lotta al Covid a livello globale e locale – ha affermato Brusaferro -. Guardando al futuro, la sanità pubblica non potrà prescindere da quelle che sono le sue radici: promozione, prevenzione, protezione. Ma ci sono altri fattori – ha sottolineato il presidente ISS – che giocheranno un ruolo fondamentale nel prossimo futuro: la capacità di predire, quindi le modellistiche di cui ci avvarremo sempre più grazie alla digitalizzazione; la capacità di essere più precisi e personalizzati nelle risposte che organizziamo, laddove personalizzare non si intende solo a livello individuale ma anche saper intercettare determinati segmenti della comunità portatori di particolari esigenze; il tema della partecipazione e del consenso, laddove è chiaro che le misure risultano tanto più efficaci se i cittadini le condividono. Sarà essenziale quindi approntare strumenti per facilitare questa partecipazione e condivisione. Per quanto riguarda invece le reti di sanità pubblica – ha aggiunto – sarà fondamentale implementare la collaborazione e l’interazione con le prime autorità sanitarie a livello locale: i sindaci, di cui dobbiamo diventare consulenti nell’adozione di decisioni a livello sanitario locale».
«La prevenzione, così come le sorveglianze attive e la condivisione dei dati saranno essenziali per la capacità di adattare gli strumenti con cui governiamo gli eventi – ha osservato Brusaferro -. La pandemia ha riportato in auge discipline che sembravano desuete, come l’igiene degli ambienti, ed è nostra responsabilità attualizzarle e renderle fruibili sia ai cittadini che ai decisori. Un altro aspetto su cui sarà necessario investire è la comunicazione in emergenza: abbiamo visto quanto sia cruciale cogliere la differenza tra una prospettiva tecnico scientifica e la comunicazione di sanità pubblica, che deve dare messaggi che orientino i comportamenti. Per fare questo occorre formarci e formare. Altro aspetto fondamentale – ha aggiunto – la ricerca, senza la quale non si va avanti, laddove ricerca significa innanzitutto metodo scientifico e poi sua applicazione; più spazio andrebbe dato alle scienze omiche, alla scienza comportamentale (behavioural science) e al tradurre evidenze scientifiche in programmi operativi (implementation science). Il tutto, muovendoci nel frame dello sviluppo sostenibile, con un approccio One Health, che integri salute umana, animale, ambientale. Anche qui – ha concluso il presidente ISS – sarà fondamentale la condivisione dei dati, la loro integrazione per trasformarli in informazione, sulla base dei quali si implementeranno le policy di sanità pubblica».
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