Come è cambiato il ruolo dello pneumologo nella battaglia contro il virus. Vaghi (Presidente AIPO): «La pandemia da SARS-CoV-2 ha messo in luce la centralità della salute respiratoria per il Servizio Sanitario Nazionale e per la comunità scientifica». Gasparini (Past President): «Borse di studio per le scuole di specializzazione raddoppiate, gli organi decisionali si sono accorti di noi in ospedale e sul territorio. Fondamentali anche nella gestione del long Covid»
Promuovere la salute respiratoria è stato il tema del 22° congresso organizzato dall’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri che si è svolto dal 6 all’8 novembre a Milano. Negli spazi fieristici di Mi. Co. si sono dati appuntamento 600 professionisti del settore per confrontarsi su nuove terapie e sugli effetti che il Covid ha avuto ed avrà a lungo termine sulla professione.
«Il Covid è servito a riscoprire la pneumologia – analizza Stefano Gasparini, Past President AIPO –. Infatti, mentre il tampone nasofaringeo ha mostrato una attendibilità intorno al 70 per cento, la broncoscopia con il prelievo diretto di secreto dalle vie aeree è risultata essere una tecnica con una sensibilità maggiore. Questo ha fatto sì che il ruolo degli pneumologi sia diventato essenziale; perciò, oggi le borse di studio per le scuole di specializzazione dell’apparato respiratorio sono più che raddoppiate. Ad esempio, nella clinica universitaria di Ancona, dove lavoro, siamo passati da due borse di studio nell’era pre-Covid, a dieci. Finalmente gli organi decisionali si sono accorti che c’è bisogno di pneumologi sia in ospedale che sul territorio».
Se la pandemia ha dato lustro alla professione, la sfida da vincere nei prossimi mesi riguarda la salute del pianeta e la gestione del cosiddetto Long Covid.
«Il virus può lasciare degli strascichi a chi sopravvive e i problemi possono durare anche mesi – rimarca lo pneumologo -. Si possono verificare alterazioni polmonari e morfologiche con cicatrici che configurano il quadro della fibrosi polmonare, alterazioni funzionali respiratorie, con sintomi di dispnea e apnea, affanno e affaticamento respiratorio. A tutti gli effetti, quindi, il compito dello pneumologo è fondamentale, sia nella fase diagnostica che post malattia».
«La pandemia da SARS-CoV-2 ha messo in luce la centralità della salute respiratoria per il Servizio Sanitario Nazionale e per la comunità scientifica – ha aggiunto Adriano Vaghi, Presidente del Congresso e Presidente AIPO-ITS. -. Ci ha fatto riflettere sulla interconnessione che esiste tra la nostra salute e quella del pianeta e di tutti i suoi abitanti e ci ha ricordato che stiamo attraversando un momento caratterizzato, non solo dalla minaccia dell’insorgenza di nuovi patogeni, ma da profondi e preoccupanti cambiamenti ambientali dovuti sia alle variazioni climatiche che all’inquinamento atmosferico che devono spingerci alla ricerca di nuove soluzioni. Diventa quindi necessario – ha proseguito – promuovere una rinnovata sinergia tra riorganizzazione dell’erogazione delle cure e prevenzione dei danni, respiratori e non, indotti dall’inquinamento e dai cambiamenti climatici».
Un aiuto potrebbe arrivare dal PNRR e dalle risorse destinate alla sanità con la realizzazione delle reti assistenziali di prossimità, l’implementazione della telemedicina, l’innovazione, la ricerca e la digitalizzazione del servizio sanitario nazionale. «Al riguardo è importante evidenziare come la pneumologia abbia, da sempre, una vocazione speciale allo sviluppo dell’integrazione ospedale-territorio e alla continuità delle cure in cui il paziente possa trovare risposte immediate e facilmente accessibili», ha rimarcato il Presidente del Congresso.
La pandemia ha messo in luce la necessità di incrementare i numeri della pneumologia come ben evidenziato durante l’ultimo congresso AIPO, ma per la tutela dell’ambiente è oltremodo necessaria una cultura della salute respiratoria che deve coinvolgere cittadini e imprese. «Il punto cardine è l’inquinamento – ha sottolineato Giuseppe Insalaco, pneumologo esperto di Apnee ostruttive del sonno e consigliere AIPO – quindi riuscire a dare allo sviluppo industriale un orientamento più sostenibile rispetto a quello attuale. Per farlo utilizzeremo delle materie prime sempre meno tossiche e questa sarà una grande risposta per dare maggiore sicurezza ai soggetti che avranno bisogno di utilizzare dei presidi sanitari».
Un segnale è già arrivato dalle aziende, alcune delle quali hanno deciso di intervenire su alcuni apparecchi di ventilazione sostituendo le parti inquinanti. «Si è evidenziata una criticità in alcuni strumenti utilizzati abitualmente nella ventilazione e nel trattamento delle apnee del sonno e si è visto come alcuni materiali utilizzati fossero suscettibili di facile deterioramento e presentassero una certa tossicità. Perciò il provvedimento adottato è stato di avvertire tutti i pazienti che hanno in uso questo genere di macchine ed iniziare a provvedere, cosa che si sta facendo, a sostituire quelle difettose partendo da coloro che ne fanno un uso quotidiano».
Migliorare l’impatto della salute respiratoria sulla società e sull’ambiente è l’obiettivo di Chiesi, gruppo farmaceutico impegnato nella cura delle patologie dell’apparato respiratorio, come asma e BPCO (Broncopneumopatia cronico ostruttiva) e più grande azienda farmaceutica internazionale certificata B Corp. «Siamo la più grande azienda farmaceutica internazionale certificata B Corp – ha puntualizzato Alessandro Chiesi, Chief Commercial Officer del gruppo farmaceutico a margine del congresso AIPO –. Il nostro primo obiettivo è che il movimento aumenti, perché fare gruppo è una delle caratteristiche delle B Corp necessaria per far fronte ad obiettivi ambiziosi. Essere B Corp significa mettere insieme, in maniera integrale, gli obiettivi finanziari e di business dell’azienda con l’impatto che la stessa può avere sulla società e sull’ambiente. Contiamo di continuare in questa direzione e innovare i prodotti, grazie ad un impegno costante in ricerca e sviluppo dove investiamo oltre il 20 per cento del fatturato l’anno. Allo stesso tempo vogliamo continuare a lavorare per il benessere dei pazienti, delle nostre comunità e del pianeta».
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