Come lui, negli ultimi 17 anni, quasi 2.400 bambini, affetti da malattie gravi, hanno realizzato i propri sogni. Mamma Sonia: «Un’esperienza unica che ci ha insegnato come non tutti i limiti imposti da una malattia siano invalicabili»
Una grave malattia può compromettere la capacità di camminare, correre, saltare, arrampicarsi. Ma non può impedire di sognare. Lo sa bene Vittorio che, a soli 5 anni, a causa della sua malattia, l’Istiocitosi a Cellule di Langerhans, si è ritrovato su una sedia a rotelle. Da quel momento ha smesso di camminare, correre, saltare, arrampicarsi. Ma non di sognare. Ha creduto così tanto di poter vestire, almeno per un giorno, i panni di uno sceriffo del Far West, da esserci riuscito. Vittorio, a 10 anni, ha realizzato il suo più grande desiderio grazie a Make-A-Wish Italia, un’ organizzazione non profit che realizza i desideri dei bambini affetti da malattie gravi.
«Vittorio – racconta mamma Sonia a Sanità Informazione -, grazie a Make-A-Wish Italia, ha vissuto una giornata da vero sceriffo in un set cinematografico allestito e curato in ogni minino dettaglio, all’interno degli Studio di Cinecittà. Proprio come aveva immaginato – continua la donna – Vittorio è salito su una carrozza trainata da due cavalli veri insieme al suo papà. Poi, si è cimentato nella cattura del fratello gemello, pericoloso bandito, per concludere con un sontuoso festeggiamento all’interno del saloon dove io (la sua mamma nei panni di una donna del luogo) ho preparato il suo piatto preferito: gli hot dogs». Nell’esprime il suo desiderio Vittorio non ha immaginato qualcosa che fosse soltanto per sé, ma un sogno che coinvolgesse tutta la sua famiglia. «Vittorio – dice mamma Sonia – ha dimostrato, ancora una volta, la potenza del nostro legame. È nell’unione della nostra famiglia che risiede quella forza che ci ha permesso di arrivare fin qui e di andare avanti a testa alta, giorno dopo giorno».
Come Vittorio, anche Giacomo, 6 anni e una diagnosi di Medulloblastoma, è riuscito ad “andare nello spazio”. Saverio, 15 anni e un Linfoma di Hodgkin, è arrivato fino a Barcellona per incontrare il suo idolo, Lionel Messi. «E di sogni così, negli ultimi 17 anni, ne sono stati realizzati quasi 2.400», racconta Sune Frontani che, nel 2004 a Genova, con suo marito Fabio ha deciso di fondare l’organizzazione in memoria di Carlotta, la sua primogenita scomparsa all’età di soli 10 anni a causa di una grave malattia. «Volevamo realizzare qualcosa che fosse compatibile con il carattere gioioso di Carlotta – aggiunge Sune -. Lei amava divertirsi e, di conseguenza, regalare divertimento a chi soffre ci è parso il modo migliore per tenere in vita il suo ricordo».
Purtroppo, a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia, nell’ultimo anno la lista dei piccoli con un sogno nel cassetto si è allungata e al momento sono circa 250 i desideri in attesa. Per realizzarli tutti Make-A-Wish Italia ha lanciato la campagna “Felici e più forti” (per donare basta un sms o una chiamata da rete fissa al numero 45584). Esaudire i desideri dei piccoli pazienti, così come documentato da numerosi studi scientifici, apporta benefici anche dal punto clinico. L’ultima evidenza è arrivata dall’università di Aston che ha confermato gli effetti positivi sul benessere psico-fisico dei malati: «La moderna ricerca medico-scientifica – spiega Keith Goh, neurochirurgo pediatrico e presidente del comitato scientifico di Make-A-Wish International – dimostra che le emozioni positive si trasformano direttamente in benefici per la salute del paziente. Una semplice risata, per esempio, riduce la pressione del sangue e lo stress, migliora il sistema immunitario e allevia il dolore».
Effetti benefici che coinvolgono l’intera famiglia: «Tutti noi, io, mio marito, il fratello gemello di Vittorio – racconta ancora mamma Sonia – vivendo questa magnifica esperienza abbiamo capito che nonostante la complessità clinica della malattia e le difficoltà motorie e fisiche che ne derivano, Vittorio è in grado non solo di sognare, ma anche di ridere, gioire, sperimentare emozioni profonde, vivendole e condividendole, fino in fondo. Vittorio è un bambino dalle doti meravigliose, prime fra tutte l’autoironia». C’è chi piange per nulla. E chi, come Vittorio, della sua malattia grave, incurabile e irreversibile, “ci ride su”.
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