Durante il Congresso dell’Associazione Medici Endocrinologi si è parlato dell’approvazione del farmaco semaglutide per la gestione del peso e di tutte le altre strategie per contrastare l’obesità
È un farmaco già utilizzato con successo contro il diabete, ma a dosaggi superiori è risultato molto efficace anche contro l’obesità. Si tratta del semaglutide, già in uso negli Stati Uniti per la gestione del peso. «Questo farmaco è ora in attesa di approvazione da parte dell’EMA, l’Agenzia europea che regolamenta i farmaci, tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022», riferisce Olga Disoteo, Diabetologa Ospedale Niguarda di Milano e responsabile della commissione Diabete dell’Associazione Medici Endocrinologi (AME), in occasione del Congresso Nazionale dell’Associazione a Trieste. Diventa quindi ancora più chiaro che l’obesità, così come il diabete, va considerata e trattata come una vera e propria patologia. «È una malattia recidivante cronica – spiega Disoteo –. Ci sono tutte le ragioni per considerarla tale, dal momento che evidenze scientifiche dimostrano che l’appetito, la sazietà e fino al 70% del proprio peso sono geneticamente determinati».
Da qui la necessità di mettere a punto nuovi e più efficaci trattamenti. «Le nuove terapie per l’obesità – spiega Marco Chianelli, dirigente medico all’Ospedale Regina Apostolorum di Albano (Roma), coordinatore della commissione Obesità e Metabolismo dell’AME – si basano su composti simili ad ormoni naturalmente presenti nel nostro organismo, detti glucagon like peptide 1 (GLP1). Questi farmaci non solo regolarizzano il metabolismo ma intervengono sulle principali cause dell’obesità: riducono la pulsione verso il cibo e aumentano il senso di sazietà determinando riduzione dell’introito calorico».
Il farmaco di questa classe, semaglutide, autorizzato in commercio negli Usa per la cura della obesità, promuove una perdita di peso media di circa il 15 per cento del peso corporeo. La nuova terapia è indicata per i pazienti dai 18 anni di età in su con BMI maggiore o uguale a 30 o BMI da 27 in su con almeno una comorbidità/complicanza associata. Ma attenzione a fare una distinzione tra l’utilizzo del farmaco per il diabete e per l’obesità. «L’azione dei GLP-1RA sul peso corporeo – precisa Disoteo – è dose dipendente, tanto che ci sono studi specifici nell’obesità senza diabete».
Inoltre, AME fa un’ulteriore precisazione: l’arrivo di nuovi farmaci più efficaci non deve però essere il pretesto per fare poca attenzione agli stili di vita. «È fondamentale un cambio di stile di vita, come si fa con i soggetti affetti da altre patologie croniche», dice Disoteo. Buona norma, quest’ultima, che con la pandemia è passata in secondo piano. Ci sono evidenze scientifiche che, da quando l’emergenza Covid è scoppiata, l’incidenza dell’obesità è cresciuta. «Con l’emergenza Covid è aumentata la sedentarietà e l’approccio al cibo con stimoli continui da parte dei media, così come si sono accumulati ritardi degli interventi di chirurgia bariatrica e si sono allungate le liste di attesa per visite endocrinologiche», aggiunge. Conclude Chianelli: «La ricerca, la politica e la sanità hanno un compito importante nel promuovere cura e prevenzione di malattie così diffuse nella società con un costo personale e sociale elevatissimo».
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