«Si potrebbe partire da un accesso generalizzato a tutti settori del SSN con un rapporto libero-professionale para subordinato a orario fisso per tutti di 38 ore»
Si è chiuso ieri il I Congresso Nazionale Costitutivo della Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti-Fismu. Nel corso dei lavori i 135 delegati, in rappresentanza di tutti i settori della sanità pubblica italiana, hanno eletto all’unanimità i nuovi vertici del sindacato. Confermato il Segretario nazionale, Francesco Esposito, medico di medicina generale. Nuova Presidente Mirella Triozzi, medico del 118. In continuità anche il Responsabile organizzativo e tesoriere, lo specialista ambulatoriale Vincenzo Morante. Vice Presidenti Marina Mazzero, medico di medicina generale, e Franchino Martire, pensionato. Presidenti onorari Antonio Catalano e Franca Mirandola.
Francesco Esposito, nel suo intervento di sabato ha sottolineato l’importanza e l’urgenza di uscire dalle «false polemiche senza sbocchi reali, come quella sul passaggio a dipendenza dei medici di famiglia, che rischia di essere solo il diversivo per il vero piano A, cioè la privatizzazione dei servizi sul modello lombardo».
«Su questo piano – ha aggiunto – noi manifesteremo la nostra ferma opposizione. Ma non possiamo rimanere schiacciati tra conservazione dello status quo e privatizzazione. Il paradosso è che nel frattempo, e da anni, non si consente questo passaggio alla dipendenza ai medici convenzionati del 118 in molte regioni, pur avendone avuto diritto. La leva del cambiamento è e sarà il Contratto unico dei medici italiani, una prospettiva di lavoro a lungo termine che chiuda la stagione che ha visto una perenne divisione tra medici dirigenti e convenzionati. Una sola classe dirigente medica per il governo della sanità».
«Parliamo chiaramente di un “cantiere aperto” ma con una idea forte sul medio termine: il paradigma di tipo contrattuale potrebbe essere l’attuale convenzione per la specialistica ambulatoriale che già comprende un forte carattere libero professionale, compenetrandolo tuttavia con alcune caratteristiche del lavoro dipendente (a partire dalle tutele). E si potrebbe partire – ha continuato Esposito – da un accesso generalizzato a tutti settori del SSN con un rapporto libero-professionale para subordinato a orario fisso per tutti di 38 ore (in parte traducibile in scelte per il settore dell’assistenza primaria, al fine di salvaguardare il rapporto fiduciario)».
«È vero che il contratto unico dei medici italiani richiede un approfondito dibattito e un percorso politico e giuridico che non possono esaurirsi nello spazio temporale di un congresso o in pochi mesi. Tuttavia si potrebbe partire da subito con il ruolo unico dell’area convenzionata».
«Cronicità, fragilità, invecchiamento della popolazione, il rischio, appunto, di prossime, possibili epidemie, chiedono interventi seri di razionalizzazione dei servizi, una riorganizzazione dei Distretti e una reale messa in rete delle professionalità del SSN, con la messa a regime a livello nazionale del fascicolo elettronico, della telemedicina, della condivisione statale di dati e informazioni. Due gli assi su cui lavorare: centralità del paziente e governo clinico dei medici, con l’obiettivo di ottenere prossimità, continuità assistenziale h24, capillarità, più ospedali di eccellenza, più territorio con strutture intermedie e più cure domiciliari», ha concluso.
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