Il neo eletto presidente della Società Italiana di Neonatologia: «Tra i principali obiettivi del mio mandato l’apertura h24 di tutte le TIN d’Italia e la promozione continua dei percorsi di follow-up»
Si chiama Kwek Yu Xuan ed è la neonata più piccola al mondo: 212 grammi di peso e 24 centimetri di altezza. Kwek è venuta alla luce lo scorso anno ed è tornata a casa alla fine del mese di agosto, dopo 13 mesi di ricovero. Come lei, ogni anno nel mondo, nascono circa 15 milioni di neonati prematuri, cioè prima della 37a settimana di gestazione. In Italia, i nati pretermine sono circa 30mila, il 6,9% delle nascite totali, tasso che con la pandemia è aumentato all’11,2% nei parti da donne con infezione da Sars-CoV-2 (Registro Covid SIN).
Numeri, percentuali che celano storie di vita, di amore, di gioia, ma anche di malattia e sofferenza. Per celebrarne i protagonisti (i piccoli prematuri e le loro famiglie) ogni anno, il 17 novembre si festeggia la Giornata Mondiale della Prematurità. Ricorrenza che, anche per il 2021, vedrà oltre 200 piazze, monumenti ed ospedali di tutta Italia illuminarsi di viola.
La Giornata mondiale è un’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica e le Istituzioni sulla nascita pretermine, ma anche per festeggiare l’importante primato italiano: l’Italia è tra i Paesi con il più basso tasso di mortalità al mondo di neonati molto prematuri, cioè di peso inferiore a 1500 grammi (11,9% media italiana dal Network INNSIN rispetto alla media internazionale del 14,6% del Vermont Oxford Network).
«Un risultato eccezionale ottenuto grazie alla preparazione del nostro personale medico e sanitario che ha la possibilità di operare all’interno di reparti dotati delle tecnologie più avanzate – commenta Luigi Orfeo, presidente della Società Italiana di Neonatologia (SIN) -. Il tutto coniugato all’accoglienza e all’umanizzazione delle cure, che prevedono una presa in carico a 360° di tutta la famiglia e non solo del piccolo appena nato. È un primato che, pur rendendoci orgogliosi, ci spinge a puntare ancora più in alto, ad eliminare quelle differenze che ancora persistono nei diversi territori italiani. Anche se è doveroso sottolineare che anche in quelle aree dove i tassi di mortalità tra i nati prematuri sono leggermente più alti della media italiana, restano comunque percentuali di eccellenza se paragonati al resto d’Europa e del mondo».
Il tema della Giornata Mondiale della Prematurità 2021 è “Zero separation: Agiamo adesso. Non separare i neonati prematuri dai loro genitori”, promossa dalla European Foundation for the Care of NewbornInfants (EFCNI). «Garantire accesso ai genitori dei piccoli pazienti ai reparti di Terapia Intensiva Neonatale di tutta Italia è uno dei principali obiettivi che intendo perseguire durante la mia presidenza (Luigi Orfeo è stato eletto presidente SIN il 19 ottobre 2021). I genitori non possono essere considerati dei semplici visitatori – sottolinea Orfeo -, ma sono parte integrante del processo di cura dei nostri neonati».
Oltre alla quantità, va monitorata anche la qualità del tempo che le mamme e i papà trascorrono con i loro piccoli. «La Kangaroo Mother Care (canguro terapia) è fondamentale per lo sviluppo dei nati pretermine e per l’avvio precoce dell’allattamento materno. Tanto che anche nei periodi più critici delle pandemia – dice il presidente Sin – è stata praticata o incoraggiata nel 67,8% dei centri, ridotta di durata o frequenza nel 31% dei centri, sospesa solo nell’1,1% dei casi. Questo perché gli innumerevoli benefici che comporta tale vicinanza sono di gran lunga superiori ai problemi che possono scaturire dal Coronavirus».
L’accesso della donna non sospetta per Covid-19 alla TIN o al reparto di Patologia Neonatale, infatti, è stato quasi sempre garantito (nel 98,9% dei centri italiani) durante la pandemia. Tra l’autunno del 2020 ed il primo trimestre del 2021, la SIN, grazie ai suoi due gruppi di studio della Care Neonatale e della Qualità delle Cure ed a Vivere Onlus, ha condotto un’indagine conoscitiva nazionale sulle pratiche di assistenza neonatale durante la pandemia da Covid-19, che ha coinvolto i punti nascita italiani di II livello. In particolare, è emerso che nel 54,4% la durata o la frequenza degli accessi sono rimaste uguali al periodo pre-epidemico, nel restante 44,4% dei casi hanno subito una riduzione. Prima della pandemia il 71% dei centri garantiva alle madri un accesso libero h24, mentre il 20% consentiva l’accesso per un tempo superiore a 6 ore, mentre il restante 8,9% a orari definiti per un tempo inferiore a 6 ore.
Parte integrante dei reparti di neonatologia sono i servizi di follow-up dei neonati pretermine. «L’eccellenza delle cure offerte ai neonati prematuri in TIN deve proseguire dopo la dimissione, attraverso i servizi e i programmi di follow-up, mirati alla precoce identificazione delle anomalie di sviluppo e all’attuazione di interventi precoci individualizzati, per migliorare la qualità di vita dei bambini e delle loro famiglie. I servizi di follow-up attivi da più di cinque anni in Italia hanno una diffusione capillare e sono garantiti, nella maggior parte dei Servizi, fino a 2-3 anni. Tuttavia auspichiamo che questi controlli possano essere estesi fino ai primi 6-7 anni di vita del bambino. In età scolare possono emergere problematiche tipiche dello sviluppo come i DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento) che, seppur in di lieve entità, appaiono molto frequenti tra i nati pretermine. Identificare precocemente la comparsa di un disturbo significa intervenire in maniera altrettanto precoce, offrendo trattamenti più adeguati ed efficaci e, soprattutto – conclude il presidente SIN – continuando a garantire a questi bambini la migliore qualità di vita possibile».
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato