Restituire un sorriso alle donne che affrontano, con la chemioterapia, tutti i disagi della cura e della malattia. Con questo scopo le volontarie dell’associazione “Una stanza per un sorriso” portano avanti la loro attività. Ne hanno parlato, al Senato, la presidente e la vicepresidente dell’associazione “Una stanza per un sorriso” Rosanna Galantucci e Amelia Sgobba […]
Restituire un sorriso alle donne che affrontano, con la chemioterapia, tutti i disagi della cura e della malattia. Con questo scopo le volontarie dell’associazione “Una stanza per un sorriso” portano avanti la loro attività.
Ne hanno parlato, al Senato, la presidente e la vicepresidente dell’associazione “Una stanza per un sorriso” Rosanna Galantucci e Amelia Sgobba con le senatrici del Movimento 5 Stelle Bruna Piarulli, presidente della Commissione Forteto, ed Elisa Pirro, capogruppo in Commissione Igiene e Sanità.
«Le nostre volontarie sono parrucchiere, estetiste, psicologhe e nutrizioniste – ha spiegato Galantucci – e lavorano per aiutare tutte quelle donne che, durante la malattia, si trovano ad affrontare i cambiamenti del loro aspetto fisico, insomma le aiutano a ‘vedersi bene per sentirsi meglio’. Oggi iniziamo un dialogo con la politica perché il nostro capitale umano e la vostra capacità possa combattere la frammentarietà della divulgazione anche in termini di screening e prevenzione e di disparità di cure da un territorio all’altro. Ma non solo. Ci sono molti aspetti legati alla malattia, come la perdita dei capelli, l’utilizzo delle parrucche, che spesso vengono del tutto sottovalutati».
Quando arriva una diagnosi di tumore, le ha fatto eco la vicepresidente Sgobba, «non riguarda solo chi ne è affetto, deve riguardare tutti. Nessun malato si deve sentire solo».
La malattia oncologica, ha dunque spiegato Bruna Piarulli, «non è personale, ma familiare, sociale. Questa associazione di volontariato ha lo scopo nobile di sostenere le donne affette da patologie oncologiche in un modo molto funzionale e se vogliamo anche originale, perché hanno pensato a dare importanza e far emergere disagi che se non si è malati difficilmente si notano».
Durante la conferenza è stato proiettato il cortometraggio “Sansone” dedicato proprio alla perdita dei capelli durante le cure. «Nessuno ci pensa – ha spiegato la regista Chiara Centioni – ma le parrucche fatte con i capelli naturali hanno dei costi esorbitanti. In Italia non è diffusa la pratica di donazione dei capelli come avviene all’estero. Sono piccole cose che possono fare una grande differenza»
Anche perché, ha evidenziato Elisa Pirro, «la psiche riveste un ruolo importante anche nel percorso di cura. Oggi la sanità è di competenza regionale e la cosa più importante è fare rete, anche tra le associazioni. Affinché i pazienti sappiano che ci sono realtà a cui rivolgersi per cose che sembrano minori ma non lo sono: sentirsi bene, riuscire a guardarsi allo specchio è importante a maggior ragione quando si combatte con una malattia. Adesso abbiamo una grande opportunità: i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ci auguriamo che tutte le proposte fatte diventino realtà, a partire dall’omogeneità delle cure. Per fare in modo che nessuno debba più fare una valigia per curarsi»